Dom Pérignon sposa la Cina – Di Giuseppe Casagrande

Matrimonio d'amorosi sensi a Milano tra l'alta cucina cinese dello chef Zhang Guoqing e sette annate della prestigiosa e storica Maison de Champagne

Le sette annate di Dom Pérignon protagoniste della serata.
 
Il ristorante meneghino di alta cucina cinese Bon Wei, da sempre attento alla qualità della carta dei vini e agli abbinamenti con le specialità della tradizione gastronomica cinese, il prossimo giovedì 9 marzo propone ai suoi ospiti la possibilità di partecipare a un’esperienza esclusiva: una verticale di Champagne Dom Pérignon di sette annate prodotte negli anni Novanta (1990, 1992, 1993, 1995, 1996, 1998, 1999), abbinate a sette piatti dello chef Zhang Guoqing.
 

Lo chef Zhang Guoqing con il figlio Zhang Le, che gestisce sala e cantina.
 
 Un'esclusiva cena-degustazione come omaggio alla storica Maison  
L'esclusiva cena-degustazione nasce dalla collaborazione di Zhang Le, patron insieme al padre del ristorante Bon Wei, con Andrea Silvello, fondatore di TopChampagne. Intrigante l’idea del matrimonio d'amorosi sensi tra sette annate del mitico Dom Pérignon e i piatti esotici (sette portate in questo caso) dello chef Zhang Guoqing.
Dom Pérignon, il cui nome ricorda il monaco benedettino Dom Pierre Pérignon (1638-1715,  a lui si deve la nascita dello Champagne), è simbolo di lusso e piacere a livello internazionale grazie a un progetto enologico molto chiaro e preciso: solo vini in assemblaggio 50% Pinot Noir e 50% Chardonnay, solo millesimati (quindi solo uve della stessa annata) in tre diverse «Plénitude», ovvero tre diversi periodi (crescenti) di permanenza sui lieviti dopo la seconda fermentazione in bottiglia: il classico «Vintage» (6/8 anni), il «P2 o Deuxième Plénitude» (12/15 anni) e il «P3 o Troisième Plénitude» (più di 25 anni).
 

Il «Bon Wei» Restaurant di alta cucina cinese a Milano.
 
 Annate «vintage»: otto anni di affinamento sui lieviti, 15 in bottiglia  
Negli anni Novanta la Maison ha prodotto sette diverse annate: 1990, 1992, 1993, 1995, 1996, 1998, 1999. Queste, in versione "Vintage" (ovvero nella prima “Plénitude”), saranno le protagoniste della esclusiva degustazione "in verticale" al Ristorante Bon Wei.
«Gli anni ’90 sicuramente rappresentano il massimo splendore delle grandi bottiglie delle maison de Champagne – ha spiegato Andrea Silvello di Top Champagne – la migliore espressione che il vino possa esprimere nel calice dopo aver trascorso 6/8 anni sui lieviti e ormai più di 15/20 anni in bottiglia.
«Possiamo aspettarci un colore dorato intenso, un naso ricco di sentori di frutta secca, agrumi canditi, frutta matura.
«Ovviamente, soprattutto dopo così tanti anni, solo l’assaggio della singola bottiglia potrà raccontare la sua storia e ogni annata sarà diversa per definizione.
«Sulla carta le annate 1990, 1995, 1996 dovrebbero figurare sul podio, ma non è detto. Il bello dello Champagne è che ogni annata, a distanza di anni, riesce sempre a stupire.»
 

La brigata di cucina al lavoro nel ristorante cinese meneghino Bon Wei.
 
 Gli abbinamenti: branzino, gamberi, capesante, involtini, Noodle saltati  
Gli abbinamenti sono stati studiati con una serie di raffinate ricette di pesce del Guandong, regione della Cina meridionale (capoluogo Canton), regione nota per la morbidezza e delicatezza dei suoi sapori: nell’ordine saranno proposti con l'annata 1990 il Shao Mai di branzino con cipollotti fritti e salsa allo zenzero; con il 1992 le polpette di Gamberi e Capesante su salsa di peperoni rossi e cetriolo; con il 1993 le capesante al forno con trito di verdure e sfumature al whisky; con il 1995 gli involtini di pasta all’uovo con gamberi e bambù; con il 1996 i Noodle saltati con verdure e frutti di mare; con il 1998 il branzino in crosta con salsa agrodolce e pinoli tostati; con il 1999 Gamberi croccati all’olio di soia.
 
«Con questa cena-degustazione la nostra alta cucina cinese – spiega Zhang Le di Bon Wei - ha voluto inchinarsi alla maestosità dello Champagne Dom Pérignon, facendo quasi un passo indietro rispetto alle certe pietanze speziate, piccanti o profumate, prediligendo ricette capaci di accompagnare e avvolgere con sapori vellutati queste intese bollicine. Un divertissement del palato che inviterà a sognare.»
Costo del menu-degustazione con relativi abbinamenti: 500 euro.

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Giuseppe Casagrande – [email protected]