A una settimana dall’operazione di salvataggio al largo di Crotone
Il 2 dicembre scorso 142 immigrati vennero salvati dalla Gente di mare. Quella vera, quella che non esita un secondo ad aiutare chi è in difficoltà
Come si ricorderà, domenica scorsa vennero tratti in salvo 142 immigrati che si trovavano al largo delle coste calabresi a bordo di un barcone il cui motore era in avaria.
Una barca senza motore non resta a galla per molto tempo in un mare in burrasca come quello, ma anche un’operazione di salvataggio risulta quasi impossibile, quando le onde superano i sei metri.
Allora la Capitaneria di Porto di Crotone non ha esitato a chiedere aiuto ali mercantili che transitavano sulla rotta del Mediterraneo.
Questo forse è sfuggito ai più, ed è il motivo per cui desideriamo ricordarlo a una settimana di distanza.
La richiesta della Guardia Costiera alle grandi navi era quella di portarsi in prossimità dell’imbarcazione e mettersi sopra vento al traverso delle onde per ridurre la forza del mare, altrimenti l’abbordo sarebbe stato impossibile.
La risposta è stata immediata, fatta senza se e senza ma. I mercantili più vicini hanno lasciato la rotta e si sono disposti a protezione dell’imbarcazione in avaria.
Questo ha consentito ai soccorsi di trasbordare 77 passeggeri e di trainare l’imbarcazione a Crotone con gli altri immigrati a bordo.
Quindi le navi hanno ripreso la loro rotta.
Questo particolare lo abbiamo voluto riportare perché gli episodi come quello della Costa Concordia sono molto ma molto meno diffusi di quello che abbiamo riportato oggi.
La Gente di mare, quella vera, ha il senso del dovere nel sangue, nel cuore e nell’anima.
Quegli immigrati furono accolti a Crotone dai volontari e dalla polizia. Qualsiasi cosa accadde poi non sarà mai come in Siria da dove sono venuti, né come in quel maledetto tratto del mare Ionio, dove però hanno toccato con mano di non essere soli al mondo.
GdM