Un concerto intenso e carico di pathos nell’alba dolomitica

Sul Col Margherita sopra Passo S. Pellegrino, Mario Brunello e il Polish Cello Quartet hanno eseguito pagine sinfoniche trascritte appositamente per i loro strumenti

>
Un'emozione condivisa, palpabile e profonda alle prime luci del giorno a Col Margherita, per il fondersi di musica e natura nel momento in cui la luce si faceva spazio fra le tenebre illuminando le vette dolomitiche. Questo ha regalato al pubblico il concerto dell'alba dei Suoni delle Dolomiti.
È stata infatti intensa, struggente, quasi religiosa e profondamente rapita l'emozione, scaturita dal programma eseguito, che ha pervaso quell'anfiteatro naturale che ha fatto da palcoscenico al concerto di Mario Brunello con il Polish Cello Quartet, ovvero Tomasz Daroch, Wojciech Fudala, Krzysztof Karpeta e Adam Krzeszowiec.
Le prime note del Concerto op104 per violoncello ed orchestra, riscritto per quattro violoncelli e violoncello, si sono alzate in cielo mentre i primi raggi del sole accarezzavano le cime in un tenue color rosa per poi dorare il paesaggio e scaldare il pubblico.
 

 
I tre movimenti del componimento di Dvorak si sono srotolati fra le note scritte in esilio negli Stati Uniti con richiami alla tradizione Ceca, la citazione al Lied tanto caro all’amata cugina e il mesto finale, scritto sulla suggestione della notizia della morte della cugina stessa.
Un altro regalo prezioso il Bolero, nella trascrizione per quattro violoncelli, eseguito dal Polish Cello Quartet. Trascinante ma in perfetto equilibrio fra ritmo ed armonia in cui è brillato tutto il virtuosismo dei giovani artisti di fama più che meritata.
Infine, le note di Terra Aria di Sollima per Brunello e il Polish Cello Quartet a chiudere il programma con un lunghissimo applauso del pubblico.
 


Ma l'atmosfera speciale e intensa creatasi ha spinto il quartetto a proporre un bis fuori programma con musiche della tradizione.
Difficile il commiato con il magico momento venutosi a creare. E quindi un ultimo prezioso regalo, un Kyrie della tradizione ortodossa, voluto da Brunello.
«Un pietoso ricordo per chi soffre da qualunque parte stia, – ha detto Brunello – un pensiero per il pianeta.»
A parlare quindi le note e i cuori di artisti e pubblico che hanno battuto all'unisono, per un momento unico e speciale da tenersi stretto all'anima mentre le note si alzavano nel cielo in tutta la loro emozione.