È morta Raffaella Carrà. Aveva 78 anni
È stata una grande italiana, come cantante, come attrice, conduttrice e icona di stile
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Raffaella Carrà, pseudonimo di Raffaella Maria Roberta Pelloni, era nata a Bologna il 18 giugno 1943.
È stata una showgirl, cantante, ballerina, attrice, conduttrice televisiva, radiofonica e autrice televisiva italiana.
Definita la regina della televisione italiana, è stata presente nei palinsesti televisivi dalla fine degli anni sessanta fino alla sua morte. Durante la sua lunga carriera è diventata un'icona della musica e della televisione italiana, riscontrando grandi consensi anche all'estero, soprattutto in Spagna.
Nel corso della sua carriera, come dichiarato da lei stessa in un'intervista sul settimanale TV Sorrisi e Canzoni, ha venduto oltre 60 milioni di dischi e, durante una puntata di Domenica In condotta da Pippo Baudo in cui era ospite, ha dichiarato di possedere 22 dischi tra platino e oro.
Nell'autunno 2020 il quotidiano britannico The Guardian incorona Raffaella Carrà come sex symbol europeo, definendola «l'icona culturale che ha insegnato all'Europa le gioie del sesso».
Japino e la Carra.
Nasce a Bologna da padre romagnolo, gestore di un bar di Bellaria (cittadina della riviera adriatica all'epoca in provincia di Forlì, oggi di Rimini), e da Iris Dellutri (1923-1987), di famiglia siciliana.
I genitori, tuttavia, si separarono poco dopo le nozze e la piccola Raffaella passò gran parte della sua infanzia tra il bar del padre e la gelateria di Bellaria-Igea Marina.
Proprio in quest'ultima, crebbe seguendo in TV la trasmissione de Il Musichiere, imparando a memoria titoli, balletti e ritornelli delle canzoni.
A soli otto anni lasciò la riviera romagnola per proseguire gli studi direttamente a Roma, prima presso l'Accademia Nazionale di Danza, fondata dalla ballerina russa Jia Ruskaja, poi al Centro sperimentale di cinematografia.
La sua carriera cinematografica incominciò molto presto, agli inizi degli anni cinquanta, partecipando come attrice bambina, a otto anni, al film di Mario Bonnard Tormento del passato (1952), un melodramma strappalacrime (filone all'epoca molto amato dal pubblico italiano) nel quale interpretò il personaggio infantile di Graziella.
Tra il 1958 e il 1959 prese parte, con piccoli ruoli, ad altri tre film.
Nel 1960 conseguì il diploma al Centro sperimentale di cinematografia; nello stesso anno, prese parte ai film La lunga notte del '43 di Florestano Vancini e Il peccato degli anni verdi di Leopoldo Trieste. Contemporaneamente, incominciò anche il teatro, scritturata dalla compagnia Carli-Pilotto.
Dopo un passaggio alla radio, dove su mandato di Luciano Rispoli, realizzò e condusse la rubrica Raffaella col microfono a tracolla, a metà 1962, il regista Stefano De Stefani la scelse come valletta di Lelio Luttazzi per il programma Il Paroliere questo sconosciuto.
Nel 1960 sostenne un provino per il ruolo di Rosetta (la figlia della protagonista Cesira, interpretata da Sophia Loren) per il film La ciociara di Vittorio De Sica, ma venne scartata in quanto ritenuta troppo matura per quella parte (poi affidata all'attrice italo-americana Eleonora Brown).
Partecipò quindi ad altre pellicole, tra le quali I compagni (1963) di Mario Monicelli e l'hollywoodiano Il colonnello Von Ryan (1965) di Mark Robson, ove ebbe come partner Frank Sinatra.
Nel 1964 recitò nell'originale televisivo La figlia dell'oca bianca scritto da Edoardo Anton per la rubrica Rai Vivere insieme, diretta da Ugo Sciascia.
Nel 1965 recitò la parte di Costanza De Mauriac nello sceneggiato televisivo Scaramouche, con Domenico Modugno.
Negli anni sessanta le cronache rosa si occuparono spesso di lei per la relazione con il calciatore della Juventus Gino Stacchini,[17] durata otto anni.
Il 3 marzo 1967 venne trasmesso sul Programma Nazionale Tutto per bene, il film per la TV tratto dall'omonimo romanzo di Pirandello.
Nel gennaio 1968 fu alla conduzione di uno speciale in onda sulla seconda rete, intitolato Tempo di samba.
Nel giugno dello stesso anno, partecipò allo sceneggiato Rai Processo di Famiglia, di Diego Fabbri e, sul finir dell'anno successivo, fu presente nello sceneggiato Il sorriso della gioconda.
Nella prima metà degli anni sessanta le fu dato lo pseudonimo Carrà, consigliatole dal regista Dante Guardamagna, il quale, appassionato di pittura, associò il suo vero nome, Raffaella, che ricorda il pittore Raffaello Sanzio, al cognome del pittore Carlo Carrà.
Tuttavia, Raffaella non riuscì a ottenere molto successo (in termini di popolarità) come attrice, tant'è che, all'inizio degli anni settanta, a seguito del successo ottenuto come showgirl in televisione, decise di abbandonare la recitazione (salvo alcune sporadiche ed isolate esperienze successive in alcuni film e sceneggiati TV), e di concentrarsi sulla carriera di presentatrice televisiva, soubrette e cantante, con la quale invece otterrà successo e fama a livello internazionale.
Nella stagione 1969-1970 arrivò il successo televisivo, nello spettacolo «Io, Agata e tu» (con Nino Taranto e Nino Ferrer), in cui Carrà lanciava un nuovo stile di showgirl, scattante e moderna.
Nell'autunno dello stesso anno fu al fianco di Corrado in Canzonissima, dove diede scandalo per l'ombelico scoperto mostrato nella sigla d'apertura «Ma che musica maestro!», che raggiunse le vette delle classifiche, vendendo 200 000 copie.
Gli indici di gradimento e di ascolto toccarono livelli inaspettati, consacrando Raffaella come la nuova stella dello spettacolo italiano. Visti i soddisfacenti esiti dell'anno precedente, la Rai decise di riconfermare la stessa coppia di conduttori anche per la nuova edizione del programma.
Infatti nel 1971 fu di nuovo a Canzonissima, dove vide entrare in classifica tre singoli: la sigla Chissà se va, Maga Maghella (destinata al pubblico infantile) e il celebre Tuca tuca, con annesso balletto.
Quest'ultimo dalla terza puntata del programma venne censurato dalla Rai per via della coreografia giudicata troppo audace e provocatoria.
Solo dopo l'esibizione insieme con Alberto Sordi, il ballo superò le censure e le polemiche iniziali, diventando un autentico fenomeno popolare.
È dello stesso anno il primo album pubblicato dalla cantante, Raffaella, pubblicato sull'onda del grande successo di Canzonissima 1970 e di quello personale della vedette.
Contiene Ma che musica maestro, sigla del programma. Nello stesso anno pubblicò un altro album di successo, Raffaella Carrà, contenente anche il brano Borriquito, primo successo sul mercato latino.
Sempre nel 1971, partecipò accanto a Georges Descrières all'episodio intitolato La donna dai due sorrisi, nella serie televisiva di produzione francese Arsenio Lupin, prodotta dal 1971 al 1974.
Seguì poi, nel 1974, Milleluci, presentato al fianco di Mina, (ultimo varietà al quale parteciperà quest'ultima poco prima del ritiro definitivo dalle scene) che ottenne un grande successo di pubblico, affermando definitivamente Raffaella come showgirl a tutto tondo.
Sull'onda del grande successo della trasmissione, pubblicò l'album Milleluci, composto prevalentemente da cover. Nello stesso anno presentò la sua terza Canzonissima, questa volta condotta in solitaria, dove inoltre duettava con Topo Gigio nel brano dedicato ai bambini Strapazzami di coccole.
Nello stesso anno pubblicò l'album «Felicità tà tà», contenente oltre al brano omonimo, sigla della sua terza Canzonissima, uno dei suoi maggiori successi, il brano disco-music Rumore.
L'album riscosse un ottimo successo in Italia, dove si aggiudicò il disco di platino, e buoni riscontri anche all'estero, aggiudicandosi diversi dischi d'oro.
Tra il 1975 e il 1980 si fece conoscere in Spagna, e il successo delle sue canzoni portò TVE a offrirle nel 1976 una monografia, «La hora de Raffaella Carrà» (puntata della serie La hora de...), grazie alla quale divenne popolare presso il pubblico iberico.
In questi anni Raffaella si concentrò maggiormente sulla sua carriera di cantante, ottenendo consensi in tutto il mondo come Spagna, Germania, Francia, Olanda, Belgio, Inghilterra, Grecia e in particolare nei paesi dell'America Latina, divenendo un vero e proprio fenomeno di esportazione della musica italiana nel mondo.
Uno dei successi più clamorosi fu il brano «A far l'amore comincia tu», che riuscì a toccare, nella sua versione inglese, il nono posto della classifica dei singoli più venduti in Inghilterra, ottenendo diversi dischi d'oro e platino in tutto il mondo.
Nel 1976 incise l'album Forte forte forte, pubblicato in 36 paesi del mondo, aggiudicandosi in Spagna, Regno Unito e Germania vari dischi d'oro, mentre in Italia ben due dischi di platino, rappresentando uno dei lavori discografici di maggior successo della cantante, anche a livello qualitativo.
Mentre nel 1977 fu la volta di Fiesta, l'album, dai suoni prettamente eurodisco, che contiene Fiesta, una delle canzoni «simbolo» della soubrette.
Nel 1978 rientrò in Italia, dopo numerose tournée all'estero, per presentare il varietà del sabato sera «Ma che sera», nel quale presentava, cantava e ballava affiancata da Paolo Panelli, Bice Valori, Alighiero Noschese e Giorgio Bracardi, animatori degli spazi comici del programma.
Particolarmente ricordata è la sigla iniziale, Tanti auguri, in cui Raffaella canta un inno all'amore libero e spensierato, con il ritornello divenuto in poco tempo celeberrimo (Come è bello far l'amore da Trieste in giù), il cui video venne girato all'interno del parco a tema dell'Italia in miniatura di Rimini; il brano divenne immediatamente un altro successo internazionale e fu inserito nell'album Raffaella, che riscosse un altro importante successo di pubblico.
Il programma però, fu oggetto di controversie e polemiche, perché trasmesso nei difficili e tragici giorni del Sequestro di Aldo Moro.
Nel 1979 fu la volta di un altro successo discografico con l'album Applauso, il quale portava le firme, oltre a quelle di Gianni Boncompagni, anche dei giovani debuttanti de Sanctis e Musso.
L'album raggiunse il 75º posto tra i più venduti dello stesso anno.
Nel 1980 fu sul set del film Barbara, girato in Argentina e distribuito per il mercato sudamericano (ma non in Italia dove è tutt'oggi ancora inedito), diretto da Gino Landi.
Nello stesso anno incise l'album Mi spendo tutto contenente la hit Pedro, uno dei brani più conosciuti della cantante e Ratatataplan, ispirato nel titolo dall'omonimo film di Maurizio Nichetti.
Nel 1981 presentò Millemilioni, che rappresentò il primo esperimento di cooperazione televisiva internazionale: cinque speciali, ognuno dei quali girato in una diversa capitale: Buenos Aires, Città del Messico, Londra, Roma e Mosca.
Il programma ebbe una media di circa 10 milioni di telespettatori.
Nel 1982 affiancò ancora Corrado presentando Fantastico 3, con Gigi Sabani e Renato Zero, con una media di 25 milioni di spettatori, cantandone anche la sigla d'apertura, la celebre Ballo ballo, canzone che sarà anche al centro di alcune controversie, in quanto accusata da alcuni di essere un plagio del brano Eleanor Rigby dei Beatles.
Sull'onda del grande successo della trasmissione del sabato sera Fantastico, venne pubblicato il disco Raffaella Carrà 82, arrangiato e composto, tra gli altri, da Franco Bracardi e Danilo Vaona, e che vide tra gli autori, oltre a Gianni Boncompagni e G. Belfiore, anche Giancarlo Magalli.
Sempre nel 1982, è ospite d’onore del Festival di Niña del Mar in Cile.
A febbraio del 1983, in seguito al successo di Fantastico 3, Carrà venne invitata ad esibirsi per la prima volta come super ospite al Festival di Sanremo 1983.
Soli sulla luna e Ahi, scritti da Valsiglio - Pace - Depsa, sono brani incisi appositamente per l'occasione, registrati - «in fretta e furia» - come dichiarò la stessa cantante.
Dal 1983 al 1985 presentò su Raiuno «Pronto, Raffaella?», il primo programma di mezzogiorno della Rai che segnò la sua definitiva affermazione come conduttrice, mettendo in risalto non solo le sue qualità di soubrette, ma anche di intrattenitrice e padrona di casa, capace di relazionarsi con uguale empatia sia agli ospiti illustri sia ai telespettatori che telefonavano per partecipare ai giochi del programma, in cui lavorò per la prima volta con Gianni Boncompagni (che ne curò la regia e ne fu autore assieme a Giancarlo Magalli), in concorrenza diretta con Il pranzo è servito del suo amico Corrado, col quale condusse anche un'edizione dei Telegatti nel 1991.
Al centro della trasmissione vi era l'interazione con il pubblico in diretta attraverso vari giochi telefonici. Uno dei giochi-simbolo che hanno caratterizzato la trasmissione nell'immaginario collettivo del pubblico era il gioco dei fagioli.
La risposta di Rai 1 ottenne da subito un grosso successo di pubblico, raggiungendo in poco tempo risultati d'ascolto molto elevati con 4 milioni e 500mila spettatori di media e punte di 9 milioni di contatti.
Nel giro di breve tempo la trasmissione divenne oggetto di studio delle televisioni brasiliana, argentina, tedesca e francese che ne copiarono il format.
Anche in questa trasmissione, Raffaella interpretò la sigla del programma: Fatalità nella prima edizione, «Que dolor» nella seconda.
Il successo di «Pronto, Raffaella?» le fece vincere nel 1984 il titolo di «Personaggio televisivo femminile a livello europeo», consegnato dall'European TV Magazines Association.
Nel 1984 firmò un contratto milionario per la durata di due anni con la ditta di cucine Scavolini, con lo slogan «La più amata dagli Italiani».
Sempre nel 1984, il rinnovo del contratto di lavoro con la Rai fu al centro di una accesa controversia con l'allora Presidente del Consiglio, Bettino Craxi, che definì «immorale e scandalosa» la cifra che la conduttrice avrebbe guadagnato per un'esclusiva di due anni (6 miliardi di lire di allora).
Tra il 1985 e il 1986 Raffaella Carrà fu inviata del settimanale Radiocorriere TV, per «Gli incontri di Raffaella», in cui intervistava personalità politiche e dello spettacolo.
Nella stagione televisiva 1985-1986 fu la conduttrice del supershow Buonasera Raffaella (versione di prima serata di Pronto, Raffaella?), le cui prime dieci puntate andarono in onda da Roma, mentre le ultime cinque vennero trasmesse in diretta dagli studi della Rai Corporation di New York (ora dismessi) e grazie a Rai International, visibili in tutto il nord e sud America.
Raffaella, inoltre, intervistava e duettava con ospiti illustri come Henry Kissinger, Joe Cocker, Riccardo Cocciante, Patty Pravo, Stevie Wonder, Ginger Rogers e Sammy Davis Jr. e cantava le sigle «Fidati!» e «Bellissimo».
La sigla iniziale e quella finale della trasmissione sono contenute nell'album «Fidati!», uscito nello stesso anno. Il programma pose la soubrette nuovamente al centro delle polemiche a causa degli alti costi di produzione, in particolare per le puntate trasmesse via satellite dagli Stati Uniti.
Nella stagione successiva 1986/1987 condusse la trasmissione ideata da Corrado nel 1976 Domenica in, di cui cantava inoltre sia la sigla d'apertura, Curiosità, che fu una delle prime sigle della TV italiana ad essere realizzata attraverso grafiche elaborate al computer, sia la sigla di chiusura, Casa dolce casa.
Proprio a Domenica in, nel mese di novembre, Carrà reagì a un articolo pubblicato dal settimanale scandalistico Novella 2000, minacciando un'azione legale nei confronti del giornale, che l'aveva accusata di trascurare la madre morente.
La madre di Raffaella infatti morì nel 1987. Raffaella le rese omaggio proprio durante un'altra puntata di Domenica in, dedicandole il brano I thank you life.
Nel 1987 passò alla Fininvest, con un contratto miliardario della durata di due anni.
La prima apparizione su Canale 5 di Carrà risale al 27 dicembre 1987: in seconda serata venne trasmesso uno speciale dal titolo Benvenuta Raffaella, con il dietro le quinte e video dalle prove del suo nuovo show, nonché interviste alla stessa Carrà e al suo compagno dell'epoca, Sergio Japino, anche regista e coreografo della trasmissione.
Il programma in questione debuttò il 9 gennaio del1988 e fu il Raffaella Carrà Show.
Seguì poi, nella primavera 1989, «Il principe azzurro», il secondo e ultimo programma condotto da Carrà per Canale 5.
Entrambi gli spettacoli in onda sull'attuale Mediaset, non ottennero però grossi risultati in termini di ascolto, e sembrarono appannare la sua popolarità.
Dopo il periodo passato alla Fininvest, dai primi di gennaio del 1990, Raffaella ritornò in Rai.
Il suo nuovo show si intitolava Raffaella «Venerdì, Sabato e Domenica...» e «Saranno famosi», programma in onda il venerdì in prima serata e il sabato e la domenica dalle 12:00.
Il programma ebbe un seguito intitolato Ricomincio da due, in onda, stavolta, solo il sabato e la domenica in orario di pranzo.
Entrambi i programmi andarono in onda su Raidue e ottennero ottimi indici di ascolto, che la riportarono al successo.
Nel maggio del 1991, poche settimane dal termine del suo programma, Raffaella condusse un'edizione dei Telegatti con Corrado, ultimo ospite della trasmissione di Carrà.
Assieme a Johnny Dorelli, nel 1991, condusse il varietà del sabato sera di Raiuno, Fantastico 12, che, pur essendo ricordato per l'ospitata di Roberto Benigni del 19 ottobre, che simulò un amplesso con la conduttrice, fino a cinturarla, per poi cimentarsi in una elencazione dei vari modi di pronunciare gli organi genitali maschile e femminile, ottenne indici d'ascolto inferiori alle aspettative.
Dal 1992 al 1995 tornò quindi in Spagna, prima due anni su TVE 1, conducendo tre edizioni di Hola Raffaella, premiato con tre TP de oro, equivalente iberico del Telegatto, e il preserale A las 8 con «Raffaella», che la consacrarono definitivamente nel paese (in seguito TVE ha richiamato sovente Raffaella per alcuni eventi di un giorno, come i festeggiamenti del Capodanno del 1998); successivamente, nella stagione 1994-95, passò invece all'emittente spagnola della Fininvest, Telecinco, con il programma pomeridiano «En casa con Raffaella» (vero e proprio remake spagnolo di Pronto, Raffaella?) che ottenne grande successo, tanto che al termine della stagione, Telecinco offrì alla presentatrice un nuovo contratto di esclusiva di due anni, che la showgirl però rifiutò per tornare a lavorare in Italia.
Alla fine del 1995 infatti tornò su Rai 1 con «Carràmba! Che sorpresa».
Nel programma, inventato insieme a Sergio Japino e Brando Giordani (prendendo ispirazione dal format britannico Surprise surprise!) Raffaella coinvolgeva in diretta gli ospiti e il pubblico in sala in sorprese e incontri inaspettati con persone care (parenti, amici) che non vedevano da molto tempo, architettati insieme con un complice.
Ciò era alternato a momenti di spettacolo attraverso la presenza di vari ospiti tra i quali Adriano Celentano, Madonna, Britney Spears e Robbie Williams.
Il programma, già dalla prima edizione, segnò il record di ascolti con una media di 10.000.000 di telespettatori, che furono riconfermati anche nelle successive edizioni.
Nel 1998 al programma venne affidato il compito di risollevare le sorti della Lotteria Italia (a cui era stato abbinato già nel 1996), si decise quindi di cambiare il nome in «Carràmba! Che fortuna».
La trasmissione riuscì a riscuotere un successo ancora maggiore rispetto alle precedenti edizioni, raggiungendo picchi del 66% di share con 14.000.000 di telespettatori.
Nel 1996 e dal 1998 al 2000, in contemporanea con «Carràmba! Che sorpresa/Carràmba! Che fortuna», condusse anche le strisce 40 minuti con Raffaella, «Centoventitré» e «I Fantastici di Raffaella» appendici quotidiane di quaranta minuti del varietà del sabato sera.
Rifiutò la conduzione del Festival di Sanremo 1997, con Piero Chiambretti, lasciando il posto a Mike Bongiorno e Valeria Marini (come raccontato da Chiambretti stesso, in un'intervista del 2018).
Nel 1997 partecipò inoltre da protagonista a una miniserie in quattro puntate della Rai intitolata Mamma per caso, diretta da Sergio Martino, nella quale interpretava il ruolo di una giornalista single, affiancata da Ray Lovelock, Jean Sorel, Maurizio Crozza e Carla Signoris, e trasmessa in prima serata su Raiuno.
Nel 2000 presentò per la seconda volta su Canale 5 il Gran Premio Internazionale dello Spettacolo assieme a Paolo Bonolis (condusse il programma di nuovo nel 2004 assieme a Gerry Scotti, esibendosi con Loretta Goggi).
Nel 2001, affiancata da Piero Chiambretti, Enrico Papi, Megan Gale e Massimo Ceccherini, presentò la 51ª edizione del Festival di Sanremo, edizione che non riscosse grande successo.
L'edizione numero cinquantuno del più importante concorso canoro italiano fu al centro di non poche polemiche, sia sul piano televisivo sia sul piano della conduzione.
Dopo una pausa lunga circa un anno dall'esperienza poco felice del Festival, dal 24 gennaio 2002 tornò in prima serata su Rai 1 con la quarta edizione di «Carràmba! Che sorpresa».
Nel 2004 condusse il programma Sogni, nel quale, rivisitando «Carràmba! Che sorpresa», si concentrava sulla possibilità di realizzare i sogni degli italiani e nel 2006 Amore, replica di un esperimento riuscito in TVE (Contigo), dedicato alle adozioni a distanza.
L'obiettivo era quello di raccogliere tramite un centralino le adesioni di quanti volevano aiutare i bambini dei paesi più poveri del mondo con un sostegno a distanza, riuscendone a raccogliere circa 130.000.
Nello stesso anno l'attore Fabio Canino, coadiuvato da Roberto Mancinelli, le dedicò un libro pubblicato da Sperling & Kupfer: il RAFFAbook, sorta di circo di una lunga carriera dedicato alla show-girl.
Allo stesso modo, una puntata de La storia siamo noi fu dedicata a lei. Sempre nel 2006 Tiziano Ferro pubblicò nell'album «Nessuno è solo la canzone» e «Raffaella è mia», dedicata a Carrà, che partecipò al videoclip del brano, mentre la cantante spagnola Roser incise l'album Raffaella, tributo con i maggiori successi di Carrà cantati in spagnolo.
In seguito partecipò, insieme con Robbie Williams, al programma di Diego Armando Maradona «La noche» del 10.
Il 30 novembre 2007 uscì Raffica, due CD e un DVD in cui furono raccolte le sigle cantate e ballate da Raffaella durante tutta la carriera, che raggiunse in Italia la posizione numero 15 nella classifica FIMI, vendendo più di 50.000 copie.
Nel 2008 TVE la chiamò per tre programmi legati all'Eurovision Song Contest.
Il primo era la selezione in onda l'8 marzo, Salvemos Eurovisión in cui gli spettatori, attraverso televoto e sms, sceglievano la canzone tra 10 scelte dagli utenti di Myspace da portare all'edizione di quell'anno della kermesse europea svoltasi a maggio a Belgrado.
Dopo tale impegno, tornò su Rai 1 per presentare una nuova edizione di «Carràmba! Che fortuna» (dove, memore del recente impegno per TVE, inserì come ospiti alcuni cantanti dell'ESC 2008) premiata ancora dall'auditel, con una media di 5.000.000 di telespettatori.
«Inoltre il bilancio di quest'ultima edizione legata alla Lotteria Italia fu molto positivo rispetto agli anni precedenti: infatti furono venduti oltre 18 milioni di tagliandi (+25.5% rispetto al 2007); Raffaella Carrà è la conduttrice ad aver condotto più programmi abbinati alla lotteria Italia, ben dieci: Canzonissima, Fantastico, Carràmba! Che sorpresa e Carràmba! Che fortuna; globalmente, in 5 edizioni di Carràmba, ha venduto oltre 125.000.000 di tagliandi.
Successivamente tornò in Spagna per condurre una puntata della versione iberica del Saturday Night Live sul canale Cuatro.
Sempre nel 2008 venne pubblicato il libro Mito in tre minuti di Antimo Verde, biografia artistica basata su un lavoro di ricerca.
Il 7 novembre di quell'anno uscì anche «Raffica - Balletti & Duetti», un secondo cofanetto di due CD e un DVD con una selezione delle esibizioni televisive di Carrà, fra le quali duetti con Mina in Milleluci, il celebre Tuca Tuca con Alberto Sordi a Canzonissima 1971, Money Money con Loretta Goggi a Fantastico 12 e i balletti di Millemilioni, registrati in esterna in varie città del mondo, che raggiunse in Italia la posizione numero 66 nella classifica FIMI e la posizione numero 2 tra i DVD musicali più venduti.
Nello stesso anno per Rai 3, Raffaella fu autrice de Il Gran Concerto, programma televisivo dove la Grande Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai presentava brani di musica classica e operistica per una platea di 700 bambini e ragazzi, al fine di far scoprire loro la musica classica; a presentarlo fu Alessandro Greco e la regia fu di Sergio Japino.
Raffaella Carrà a Madrid nel 2017 insieme al sindaco di Catania Enzo Bianco e al sindaco di Madrid Manuela Carmena.
Dal 2010 fu testimonial della Danone e fino al 2012 girò diversi spot pubblicitari in onda su varie reti nazionali. Il 7 agosto dello primo anno del decennio, a Rimini, durante il Festival Milleluci, a lei dedicato, circa 250 coppie ballarono il Tuca Tuca, balletto che compì 40 anni (ballato per la prima volta con Enzo Paolo Turchi durante Canzonissima 1971-72). Nel 2010 duettò con Renato Zero nel suo album Sei Zero, la canzone Triangolo. I due si esibirono anche in una tappa del concerto di Zero, il 5 ottobre del medesimo anno. Nel 2011, dopo 13 anni di assenza, l'Italia tornò a partecipare all'Eurovision Song Contest, e la Rai scelse Carrà per condurre e commentare dall'Italia la serata finale della manifestazione, oltre che presentare i voti assegnati da giuria e televoto.
Nell'estate 2011 uscì il remix di un suo storico brano musicale, A far l'amore comincia tu, che diviene così Far l'amore, realizzato dal noto DJ francese Bob Sinclar, suo partner nella conduzione della finale dell'ESC 2011, che la volle al suo fianco nella realizzazione del brano (e del relativo videoclip), che si rivelò un rinnovato successo internazionale; tale remix fu in seguito inserito da Paolo Sorrentino nella colonna sonora del suo film La grande bellezza; il film, uscito nel 2013, venne premiato l'anno successivo con l'Oscar al miglior film in lingua straniera.
Il 13 ottobre 2018 è stata insignita dell'onorificenza di Dama all'Ordine al merito civile dall'ambasciatore spagnolo in Italia, Alfonso Dastis, per conto del re di Spagna Felipe VI.
Il 30 novembre 2018 è uscito l'album natalizio «Ogni volta che è Natale», che rappresentava il grande ritorno discografico dell'artista a distanza di cinque anni dal suo ultimo lavoro in studio (Replay - The Album) e il ritorno sulla scena televisiva dopo due anni di assenza, come ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa e da Carlo Conti a Un Natale d'Oro Zecchino.
Nell'album è presente un brano inedito, «Chi l'ha detto», in rotazione radiofonica dal 16 novembre e su YouTube dal 23 novembre, con il video ufficiale della canzone, annunciato da lei stessa sul suo account ufficiale di Twitter.
Raffaella Carrà ha cessato di vivere a Roma nel pomeriggio di oggi, 5 luglio 2021, all'età di 78 anni, a seguito di una malattia che la affliggeva da tempo.
Si ringrazia Wikipedia per le note e le immagini.