Un progetto di comunità e il valore del riuso solidale
Tutti dovremmo operare affinché i rifiuti di qualcuno possano divenire risorse per altri. Di Luciana Grillo

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La Sala Conferenze della Fondazione Caritro ha ospitato oggi un interessante incontro, introdotto e moderato dalla professoressa Mariangela Franch, per presentare «Donotrentino – la seconda vita delle cose», un nuovo percorso che – connettendosi con Enti e Istituzioni – darà la possibilità a chi lo vorrà di donare oggetti, abiti, arredi, tempo a chi ne ha bisogno.
Da intermediari fungeranno associazioni di volontariato, imprese ed enti; destinatarie saranno famiglie e persone in difficoltà. Si creerà, insomma, un circolo virtuoso nel quale entreranno il donatore, DonoTrentino, l’intermediario e il destinatario.
Accedono a questo progetto TrentinoSolidale, Caritas, Cooperativa Sociale e Rotte Inverse; interviene in partnership l’Azienda per lo Sviluppo Locale di San Salvario e sostengono il progetto «Svolta – volontariato al centro», la Fondazione Trentina per il volontariato sociale, CSV Trentino e la Fondazione Caritro.
Sicuramente, è una iniziativa utile, dal momento che – come ha detto Franch – la situazione anche in Trentino è peggiorata negli ultimi quattro anni. Bisogna meditare su un nuovo sistema economico, che tenga conto di varie emergenze.
Hanno preso la parola, dopo il benvenuto della dottoressa Penati di Fondazione Caritro, i Presidenti di TrentinoSolidale ODV, Giorgio Casagranda e della Fondazione Trentina per il volontariato sociale, Donatella Turrina.
E’ stata poi la volta della portavoce di Donotrentino, Lara Bustros, che ha presentato le caratteristiche della piattaforma, intesa come una vetrina dove si mettono in contatto i donatori con i riceventi attraverso gli intermediari.
Ha parlato di solidarietà, di attività nelle scuole, di formazione e informazione e ha ricordato che in natura non si producono rifiuti, quindi non c’è spreco.
Esiste una disciplina, la Biomimesis, che studia i comportamenti della natura per trasferirli nel mondo degli uomini.
Molto coinvolgente l’intervento del professor Stefano Zamagni che in videoconferenza ha elencato le cause delle trasformazioni avvenute, dalla globalizzazione alle rivoluzioni industriali, l’ultima delle quali collegata all’avvento di internet.
Se ai cambiamenti si sono sovrapposte le crisi, ciò è avvenuto a causa dei cambiamenti non controllati e spesso non controllabili.
In un secondo intervento, Zamagni ha parlato del dono, assai diverso dalla donazione, perché mette a confronto due individui, con i loro problemi, la loro generosità, la capacità di praticare la gratitudine.
La professoressa Roberta Raffaelli ha focalizzato il suo intervento sulla sostenibilità, parola antica, che gli italiani conoscono, anche se i loro comportamenti relativi all’ambiente non sono poi coerenti con il concetto stesso di sostenibilità, che è ambientale, oltre che economica e sociale.
Insomma, tutti dovremmo operare perché i rifiuti di qualcuno diventino risorse per altri, tutti dovremmo ricordare le tre R dell’economia circolare, Riduci – Riusa – Ricicla e capire che l‘economia del dono non richiede denaro perché la «valuta» è sociale.
Ancora numerosi gli altri interventi, della dirigente del Servizio politiche Sociali della PAT, Federica Sartori, della coordinatrice dell’Area promozione dell’Ufficio famiglie e minori del comune di Trento, Francesca Carlin, di ITAS Solidale, Chiara Maule.
In chiusura, Mariangela Franch ha ribadito la necessità del cambiamento e ha suggerito l’adozione di buone pratiche e tutti le/gli intervenute/i, andando via con un segnalibro donato da DonoTrentino, hanno letto e apprezzato il motto «Il dono è un presente che germoglia nel futuro».