Storie di donne, letteratura di genere/ 337 – Di Luciana Grillo
Federica De Paolis, «Le imperfette» – Un libro che ci insegna che le bugie che gli altri ci raccontano si mescolano agli inganni dei nostri stessi sensi
Titolo: Le imperfette
Autrice: Federica De Paolis
Editore: DeA Planeta Libri 2020
Collana: Narrativa italiana
Pagine: 304, Brossura
Prezzo di copertina: € 18
Strano titolo, Le imperfette: chi sono queste donne? E perché sono imperfette? Secondo Guido, sono le sue clienti, che affollano la clinica Sant’Orsola, di cui è appena diventato primario.
«C’era qualcosa di malevolo in quel nomignolo. Guido, nonostante amasse il suo lavoro, in fondo deprecava chi ricorreva alla chirurgia».
Secondo Attilio, il potente proprietario della clinica, ormai ex primario, suocero di Guido, «tutte le donne erano imperfette, tutte erano in cerca di qualcosa che le completasse». Non si riferiva soltanto all’aspetto fisico, ma a una certa inquietudine interiore, a una continua ricerca… di cosa?
In mezzo ai due uomini c’è Anna, figlia molto amata di Attilio e moglie di Guido, mamma di due bambini, Gabriele e Natalia.
La sua è una vita tranquilla e protetta, ma Anna si sente insoddisfatta: il rapporto con Guido non è più quello dei primi tempi, soprattutto dopo la nascita dei bambini, tra loro qualcosa si è inceppato.
Dormono dandosi le spalle, se Guido deve operare molto presto al mattino, preferisce dormire in clinica.
Anna incrocia Javier e si lascia andare, incantata dal suo sorriso, dal suo sguardo, dal suo essere intimamente andaluso.
È il papà di Galy, accompagna la figlia nella stessa scuola materna di Gabriele, cominciano col prendere insieme un caffè.
Anna ha fretta di lasciare a scuola il piccolo e di ritrovare Javier, lo scuote, lo spinge a non perdere tempo, a non fare capricci. Gabriele la guarda con intensità e non fa che ripetere mamma.
Anna si sente finalmente felice, per la prima volta non si autoaccusa di egoismo, sa che la fine del suo matrimonio «avrebbe spezzato il cuore di suo padre…, che i figli ne avrebbero sofferto, lei no. E lei esisteva. Sembrava accorgersene per la prima volta, ora che calpestava le macerie di cinque anni di vita coniugale».
Gli avvenimenti incalzano in modo drammatico, mentre sulla scena compare Maria Sole, una giovane e bella donna, inquietante, e poi via via altre donne, che Attilio e Guido hanno operato più volte, con le quali hanno intrecciato relazioni.
Partono denunzie che sconvolgono quel mondo fatto di liposuzioni, protesi e ritocchi, Attilio muore improvvisamente, Guido è inquisito.
Anna piange disperatamente suo padre, «le sembrava che a intervalli regolari dovesse svuotare il dolore, e il dolore era ancora concreto, fatto di lacrime, mugolii e singhiozzi…», cerca di aggrapparsi a Javier – inutilmente – e di ritrovare se stessa nel pieno di una tempesta.
Scopre comportamenti scorretti, anche Guido l’ha umiliata e tradita; come madre si sente inadeguata e solo quando un grande pericolo incomberà sui suoi figli, prende coscienza dei suoi errori.
A Gabriele, il suo bambino dagli occhi mesti, quante volte ha detto «Amore, ti divertirai» per liberarsene e incontrare Javier? «Pensò a tutte le bugie che gli aveva raccontato… non si era fermata a ragionare un solo istante davanti a quegli occhi pervasi di malinconia, aveva inseguito i suoi bisogni e desideri».
Le ultime pagine di questo romanzo, vincitore del Premio Dea Planeta 2020, sono drammatiche e avvincenti: non si può chiudere il libro pensando «Continuerò domani!», bisogna andare avanti e lottare con Anna perché i bambini ritornino con lei e perché la sua vita, finalmente, sia accompagnata da «luminose speranze».
Luciana Grillo – [email protected]
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