Verso la gara europea per il rinnovo della concessione dell’A22

Cosa sono il Fondo per la costruzione del tunnel del Brennero e i crediti che la società uscente potrà pretendere dalla società subentrante

Dopo aver dato notizia della decisione del Governo di mandare all’asta europea la gara per la nuova concessione dell’A22 (vedi articolo) e averne sentite un po’ di tutti i colori, forse è bene spiegare nuovamente alcune cose, sul tesoretto e sui rimborsi al concessionario uscente.
Le tappe prevedono che entro il 2 ottobre vengano depositare le candidature per la gara europea. Possono essere anche cordate d'impresa occasonali e multinazionali. 
Ad ogni tappa i partecipanti devono presentare opportune fidejussioni, secondo il dettato del bando. Si parla di fidejussioni bancarie per un totale finale di un miliardo di euro, il cui costo potenziale potrebbe aggirarsi sui 10 milioni (che non si recuperano più). Sembra tuttavia possibile che la Regione autonoma del Trentino Alto Adige possa diventare fidejubente, anche se non si sa fino a che importo. 
 
Quello che chiamano «tesoretto» è un fondo di investimento voluto dalla legge, che ha stabilito che l’Autostrada del Brennero destinasse parte degli utili per la creazione del Tunnel di base.
Nel riquadro che segue, l’estratto dalla Legge del 27/12/1997 n. 449 - art 55.

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13. A decorrere dal 1 gennaio 1998 la società Autostrada del Brennero spa è autorizzata ad accantonare, in base al proprio piano finanziario ed economico, una quota anche prevalente dei proventi in un fondo destinato al rinnovo dell'infrastruttura ferroviaria attraverso il Brennero ed alla realizzazione delle relative gallerie.
Tale accantonamento è effettuato in esenzione d'imposta.
L'utilizzo delle disponibilità del fondo avverrà in base a un piano di investimento da presentare dalla società Autostrada del Brennero spa entro il 30 giugno 1998, da approvare, sentite le competenti Commissioni parlamentari, con decreto del Ministro dei lavori pubblici d'intesa con il Ministro dei trasporti e della navigazione entro il 31 dicembre 1998 e previa intesa con le province autonome di Trento e di Bolzano.
In attesa di utilizzo le disponibilità su tale fondo sono investite in titoli di Stato e non possono comunque essere utilizzate per le spese di progettazione.
A decorrere dal 1° gennaio 1998 il canone di concessione in favore dello Stato è aumentato in misura tale da produrre un aumento dei proventi complessivi dello Stato compreso tra il 20 e il 100 per cento rispetto ai proventi del 1997.
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Insomma, la legge ha disposto la costituzione di tale fondo, che allo scadere della concessione (30 aprile 2014) supererà il considerevole ammontare di 500 milioni. Mezzo miliardo di euro.
Il rinnovo della concessione non modifica la legge né la natura del fondo.
La legge prevede che in caso di diversa destinazione del fondo si debbano pagare le tasse. Se ciò accadesse, il 90 percento dei proventi fiscali andrebbero per metà alla Provincia autonoma di Trento e per metà a quella di Bolzano.
Impossibile dunque che tale fondo possa essere incamerato dallo stato, come paventato nel comunicato stampa diramato dalla Camera di Commercio di Trento, che abbiamo pubblicato qualche giorno fa (vedi).
 
Quanto ai rimborsi dovuti alla società concessionaria uscente, il discorso è presto fatto.
Ciò che sarebbe dovuto alla società Autostrada del Brennero Spa, se questa non si aggiudicasse il rinnovo della concessione, sono le quote di ammortamento non ancora contabilizzate.
Questo ha consentito all’Autobrennero Spa di continuare grandi investimenti anche in fase di fine concessione.
Un esempio. Prendiamo un investimento di 100 milioni di euro, per il quale la legge impone un piano di ammortamento pluriennale secondo parametri ben precisi che consentono di mettere a bilancio solo una quota parte dei costi sostenuti. Nei costi del conto economico va inserita la quota di ammortamento annuale, nel conto capitale il fondo ammortamento, che consiste nella somma delle quote già contabilizzate.
Se nel nostro esempio, allo scadere della concessione fossero ammortizzati per soli 40 milioni, la società subentrante dovrà corrispondere alla società Autostrada del Brennero Spa 60 milioni, ovvero la somma delle quote non ancora ammortizzate.
Questo dunque non sarebbe un risarcimento, né tanto meno una sorta di buonuscita. Sarebbe semplicemente ciò che deve essere corrisposto sulla scorta delle risultanze contabili.
 
Questi concetti e altri particolari possono essere letti nell’intervista (vedi tramite questo link) che avevamo fatto al dott. Paolo Duiella il 24 febbraio 2009. 
 
G. de Mozzi
 
Nelle foto sotto il titolo, da sinistra, il presidente della società Autostrada del Brenenro, Walter Pardatscher, e il il consigliere Delegato, Paolo Duiella.