La scuola costruita dai Trentini nel Gulistan è utilizzata in pieno

Era stata ricostruita con i soldi della Provincia grazie all’intervento degli alpini del Genio di Trento mentre erano in missione in Afghanistan

Nel corso di una visita fatta dal maggiore medico Ilaria Grosso, di servizio nell’avamposto italiano «Ice» nel Gulistan, ha verificato di persona che la scuola ricostruita dai Trentini (nella foto) sta funzionando a pieno ritmo.
Come si ricorderà dalla corrispondenza fratta nel corso della nostra missione giornalistica in Afghanistan, la Provincia autonoma di Trento aveva finanziato la ricostruzione dell’edificio, dopo che i Talebani l’avevano incendiata perché non vogliono che le loro donne prendano un’istruzione (vedi articolo sull'inaugurazione).
 
Una cifra non abissale per noi, 18.000 euro, ma certamente un segno di buona volontà consegnato tramite i nostri militari del 2° Genio Alpini di stanza a Trento, affinché portassero a compimento la Missione Scuola come segno di pace inviato dai Trentini.
Senza gli alpini del Genio non sarebbe bastata una montagna di quattrini per ricostruirla in quella zona, che è tra le più turbolente della regione affidata al contingente italiano.
 
Ora la scuola funziona e possiamo andarne orgogliosi, perché mai con così poco è stato fatto così tanto.
«La scuola è stata aperta, – scrive la dottoressa Grosso. – Ci sono quattro classi con molte studentesse, piccine e poco più. Credo che sia un bel risultato che testimonia come il raccolto sia sempre positivo quando si semina bene.»
 
Il maggiore medico Ilaira Grosso era nell’avamposto quando un mese fa il «Fob Ice» venne attaccato dai talebani a colpi di mortaio.
In quel bombardamento era morto uno dei nostri ragazzi (vedi articolo) e altri cinque erano stati feriti.
Lei era uscita dal riparo per soccorrere i ragazzi a terra, anche se i colpi continuavano a cadere. E' un medico.
Per questo ci emoziona sapere che sia stata lei a paragonare la nostra scuola al raccolto di una semina di pace.
 
Nella foto che segue, la dottoressa Grosso in borghese giunta alla Caserma Cesare Battisti di Trento per salutare il colonnello Pierluigi Scaratti che lasciava il comando per recarsi a Bruxelles. La signora era in forza allora come oggi presso il nostro contingente.