«L’arte si fa in quattro» a Trento, Sala Thun – Di Daniela Larentis
È il titolo della collettiva degli artisti trentini Giuliano Lunelli, Gloriano Orvieto, Isabella Moser e Michela Galione, aperta a Torre Mirana dal 25 marzo al 10 aprile
Opere di Giuliano Lunelli.
Una nuova interessante mostra è stata appena inaugurata innanzi a un folto pubblico negli splendidi spazi di Torre Mirana, in Via Belenzani a Trento, sala Thun e cantine, e sarà visitabile dal 25 marzo al 10 aprile 2016 (ingresso libero, orari d’apertura: tutti i giorni 9|12-16|19, domenica di Pasqua compresa).
Si tratta di una collettiva dal titolo «L’arte si fa in quattro», una bella esposizione degli artisti trentini Giuliano Lunelli, Gloriano Orvieto, Isabella Moser e Michela Galione, tutti membri del Gruppo Belle Arti «La Fontana» di Gardolo (Michela Galione è anche socia del Gruppo Acquerellisti Trentini – G.A.T.).
I quattro pittori espongono da anni (hanno al loro attivo diverse collettive e personali), riscuotendo ampi consensi.
Opera di Giuliano Lunelli.
Due parole su questi bravi artisti trentini, le cui opere ci hanno davvero colpito, prima di porre loro alcune domande.
Giuliano Lunelli, nato a Trento nel 1966, ha frequentato l’Istituto Europeo di Design a Milano e ha lavorato in note agenzie di pubblicità.
Illustratore di libri per vari editori, fra i quali menzioniamo Nord-Sud ed Erickson, ha esposto alla Mostra internazionale illustratori di libri per ragazzi a Bologna, attirando il vivace interesse del pubblico e degli addetti ai lavori.
Ha partecipato a numerosi concorsi artistici per enti pubblici, realizzando i dipinti a tema storico per il comune di Bolbeno, incisioni su legno di noce per il Municipio di Vigo Rendena, tanto per fare degli esempi.
La sua attività pittorica si è dapprima concentrata sul tema della natura morta, sviluppando varianti ispirate ai quadri di Morandi, dirigendosi poi verso soluzioni più ardite: nelle sue composizioni sono comparse superfici specchiate, sulle quali si riflettono strisce di carta e raffinate brocche.
L’interesse per le forme semplici e i giochi di luce di cui ha fatto esperienza ritraendo nature morte, lo hanno portato a sviluppare composizioni astratte, dove luci e ombre generano effetti tridimensionali di grande suggestione.
Opera di Giuliano Lunelli.
Gloriano Orvieto, nato a Trento, ha lavorato come disegnatore in alcuni studi tecnici; agli inizi degli anni Novanta si è specializzato in restauro conservativo di opere d’arte (operando nel settore per un decennio).
Ha così iniziato a disegnare, prima a tempera, poi ad acrilico, frequentando i pittori del gruppo La Fontana e dipingendo i primi quadri a olio: qualche paesaggio e nature morte.
Nel 1996 si è trasferito a Rimini, dove ha frequentato un corso di progettazione e design di oggetti in legno, continuando la sua attività di pittore, partecipando a diverse collettive e personali ed esponendo opere realizzate con diverse tecniche: acquarello, olio, carboncino, acrilico (ha utilizzato anche l’argilla, realizzando vasi e piccole sculture).
È nei primi anni del Duemila che la sua pittura diventa anche astratta e informale.
Risale al 2006 il ciclo dei grandi astratti a olio, quattro dei quali vengono acquistati dal comune di Trento per abbellire la scuola elementare di Sopramonte.
Del 2010 è invece il ciclo astratto dal titolo «Garage-art», eseguito in un paio di mesi nel garage di casa, trasformato per l’occasione in atelier, a cui sono seguiti l’anno successivo il «ciclo blu» e nel 2013 il ciclo su sacco di juta.
Grazie alla sua partecipazione a vari concorsi, ha ottenuto premi, riconoscimenti e diverse segnalazioni.
Giuliano Lunelli davanti a una sua opera.
Isabella Moser, nata a Palù di Giovo, Trento, ha frequentato per lungo tempo il gruppo «Arti Visuali» con il prof. Mariano Fracalossi, da anni è nel direttivo del gruppo «La Fontana».
Molte volte segnalata, riscuote numerosi apprezzamenti per la sua forza espressiva e per l’originale modo di interpretare temi impegnati (Universo, Ciclo della Vita, Fuoco Umano, Scie, Incomprensione, Mazzo Umano sono alcuni titoli delle sue belle opere).
Ha partecipato a diverse collettive, anche all’estero, in Germania; a Borgo Valsugana (Trento) la prima personale, poi, nel settembre 2012, la sua seconda personale presso Sala Maier, a Pergine Valsugana (Trento), dal titolo «In vita», esposizione accompagnata da un esaustivo catalogo che raccoglie i suoi più importanti lavori.
Ha esposto anche a Roveré della Luna in concomitanza delle feste «Volti alla Luna», una sua opera è stata scelta come immagine di copertina della raccolta di Poesie per il trentennale del «Gruppo Poesia 83».
Nell’autunno del 2015 ha realizzato lo splendido allestimento di uno degli spettacolari carri allegorici, presentando un suo quadro in occasione della 58ª Festa dell’uva di Verla di Giovo: un atteso appuntamento fisso che dà il benvenuto all’autunno e celebra l’attesa vendemmia.
L’ultima esposizione a Cembra, Trento, a Palazzo Maffei, dal titolo «Legami fra- Menti».
Opera di Gloriano Orvieto.
Michela Galione, trentina d’adozione (vive a Trento dal 1972) è nata a Tripoli, in Libia, dove ha vissuto prima di stabilirsi in Trentino.
Negli anni Settanta ha fatto parte per qualche anno del «gruppo Arti Visuali», ha seguito diversi corsi di disegno, ceramica, illustrazione per l’infanzia, ha appreso le tecniche dell’acquerello dapprima sotto la guida della prof. Stefania Murgia, in seguito frequentando corsi di acquerello con R. Baldessarri e con il prof. R. Ploner, l’artista sudtirolese al quale abbiamo dedicato alcuni articoli, e altri validi insegnanti.
Fa parte del gruppo «Belle arti La Fontana» di Gardolo e del «Gruppo Acquerellisti Trentini».
Diverse le collettive a cui ha partecipato, organizzate da entrambe le associazioni.
Nel dicembre scorso ha esposto con la pittrice Isabella Moser alla mostra Legami Fra-menti a Cembra, Trento.
In alcune sue opere traspare la nostalgia per i paesaggi africani, altre mostrano la bellezza e la suggestione di paesaggi a noi familiari.
Opera di Gloriano Orvieto.
Come è nata l’idea di questa mostra nella splendida location di Torre Mirana?
Orvieto: «È nata da un’idea avuta assieme all’amico Lunelli, poi estesa alle pittrici Galione e Moser, le quali hanno aderito con grande entusiasmo.»
Quando è nata in voi la passione per la pittura?
Lunelli: «Ho iniziato a dipingere a 18 anni dedicandomi a questa attività dapprima in modo saltuario; dopo cinque anni la passione ha preso il sopravvento e ho cominciato a lavorare con costanza e impegno, anche se in questa fase ero attratto maggiormente dal mondo dell’illustrazione pubblicitaria ed editoriale.»
Orvieto: «Nei primi anni '90, quando terminate le scuole superiori ho svolto un corso di restauro di opere d’arte, è da allora che ho iniziato anche a dipingere.»
Moser: «È nata quando ero alla scuola media.»
Galione: «La passione per la pittura risale a quando avevo circa 8 anni.»
Opera di Gloriano Orvieto.
Cosa rappresenta per ciascuno di voi quest’attività?
Lunelli: «La possibilità di rendere concrete idee e immagini che nascono nella mia mente e che in quel momento mi sembrano belle.»
Orvieto: «La pittura per me è un mezzo di espressione fondamentale, un’attività impegnativa che va ben oltre il semplice passatempo, è al contrario un lavoro vero e proprio a cui dedicare gran parte della giornata.»
Moser: «Una sfida continua con il bianco della tela.»
Galione: «La pittura per me rappresenta una fuga dalla realtà, l'ingresso in un'altra dimensione e anche spesso una grande fatica.»
Cosa vi piace maggiormente dipingere?
Lunelli: «Nature morte e astratti, mi sarebbe piaciuto anche dipingere la figura umana, ma ho rinunciato perché lo sentivo come un soggetto troppo difficile da trattare.»
Orvieto: «Un po’ di tutto, ma in modo particolare l’astratto nelle sue molteplici sfaccettature.»
Moser: «Do forma alle mie idee, non copio nulla, elaboro dei pensieri e li metto su tela.»
Galione: «Mi piace dipingere fiori, animali, paesaggi e tutto quello che suscita il mio interesse.»
Isabella Moser davanti alle sue opere.
Quale tecnica preferite e perché?
Lunelli: «Trovo fantastica la pittura a olio, perché permette di avere un forte controllo sulle tonalità del colore.»
Orvieto: «Non c’è una tecnica che prediligo rispetto a un’altra: mi piacciono tutte.»
Moser: «Mi piacevano molto le terre, ma sono un po’ laboriose, quindi poco adatte al poco tempo che normalmente ho a disposizione; uso spesso i colori acrilici che ben corrispondono al mio gusto di colori forti e intensi.»
Galione: «Al momento preferisco l'acquerello per la leggerezza e la versatilità, anche se è una tecnica giudicata difficile.»
Qual è il più bel complimento che avete ricevuto?
Lunelli: «Davanti a un mio quadro astratto una persona mi disse che si era completamente immersa in quell’immagine, distaccandosi totalmente dalla realtà.»
Orvieto: «Quello dei miei bambini quando vedendo un nuovo quadro mi dicono «che bello papà è bellissimo!»
Moser: «Sei originale e geniale, i tuoi quadri non sono solo immagini, ma racconti.»
Galione: «A una mostra una signora che non conoscevo mi disse di essere ritornata per rivedere un mio quadro.»
Opere di Isabella Moser.
Fra le varie mostre a cui avete partecipato, potete ricordarne una che vi è piaciuta particolarmente?
Lunelli: «Le mostre a cui ho partecipato sono state tutte piacevoli, non saprei indicarne una che mi è piaciuta più delle altre»
Orvieto: «Ricordo con particolare piacere la mostra di Cembra fatta con l’amico pittore Giuliano Lunelli nel marzo 2015, nelle splendide sale affrescate di P. Maffei durante il convegno dedicato al grande pittore tedesco Albrecht Dürer.»
Moser: «La mia personale a Pergine alla Sala Maier dal titolo In vita. Ho ricevuto molti complimenti e grande è stata la partecipazione della gente. Ho colto dalle espressioni del volto delle persone presenti un vero apprezzamento e la volontà di andare oltre ciò che stavano vedendo; ho risposto con molto piacere a tutte le domande che mi sono state poste, confrontandomi con le diverse interpretazioni di chi osservava i miei dipinti.»
Galione: «La mostra che ricordo con più piacere è la prima a cui ho partecipato, una collettiva in Germania col gruppo La Fontana di Gardolo: l'entusiasmo della prima volta!»
Opere di Isabella Moser.
Parliamo dell’esposizione appena inaugurata a Torre Mirana, scegliendo una delle vostre opere in mostra.
Lunelli: «In questa mostra espongo una serie di quadri che hanno come soggetto una brocca di vetro. Uno di questi è intitolato Brocca con scotch da pacco. Questo quadro mi piace perché è un’immagine insolita con cromie e caratteristiche tecniche che mi soddisfano, pur trattandosi della rappresentazione di un semplice oggetto di vetro.»
Orvieto: «Le opere esposte al piano terra di Torre Mirana hanno un significato semplice e di lettura immediata. Quello che si vede è… una serie di cerchi, bolle, globuli di molteplici colori. Tutto è nato dal primo quadro della serie Black star dedicato al cantante D.Bowie ed eseguito dopo la sua morte.»
Moser: «Mi riferisco al quadro intitolato Incomprensione. Con questo lavoro ho voluto sottolineare i contrasti esistenti fra uomo e donna, fra le varie culture e religioni. Le amache, legate a un minareto e a un campanile, simboleggiano l'unione inevitabile e nello stesso momento le forze opposte rappresentate dalle mani dei due personaggi, che remano contro creando vortici di incomprensioni e facendo naufragare le barche di carta, rappresentazione della precarietà della vita.»
Galione: «Nella mostra attuale c'è un quadro che ho già esposto altre volte, intitolato Profughi veneti in fuga da Caporetto; il messaggio che ho voluto trasmettere riguarda la tragedia della guerra, ma è anche un ricordo dei miei nonni veneti in fuga dal fronte del Piave, rivissuto nella commovente narrazione di una mia zia, racconto ascoltato da bambina e impresso nella memoria.»
Michela Galione con le sue opere.
Progetti futuri?
Lunelli: «Voglio continuare a dipingere perché farlo è affascinante; non so che tipi di quadri realizzerò in futuro, l’attività pittorica è ricca di imprevisti da affrontare, offre la possibilità continua di sperimentare.»
Orvieto: «I progetti futuri sono tanti, due sono i più vicini: a breve la mostra a Palazzo de Maffei di Lavis con il gruppo La Fontana e dal 16 al 18 giugno alla sala Mayer di Pergine con G.Lunelli.»
Moser: «Continuare, trovando più tempo per fare arte.»
Galione: «I miei progetti futuri sono migliorare e avere il tempo per farlo.»
Opera di Michela Galione.
Una bella mostra, questa, che varrebbe proprio la pena di visitare, magari approfittando delle vacanze pasquali per fare un bel giro in centro.
Daniela Larentis - [email protected]
Opera di Michela Galione.