Oseleta, affascinante riscoperta – Di Giuseppe Casagrande

Antica varietà autoctona a bacca rossa della Valpolicella è stata riscoperta da Masi negli anni Ottanta e contribuisce a dare un tocco vellutato a molti vini

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L'Oseleta è un’antica varietà autoctona di uva veronese, della Valpolicella in particolare. Deve il suo nome dialettale alla particolare predilezione che gli uccellini dal becco gentile hanno per questa uva, essendo l’ultima di cui potersi nutrire prima della migrazione verso climi più caldi.
Conosciuta già nel passato e poi dimenticata per le sue caratteristiche poco produttive, oltre che per la maturazione tardiva, è stata riscoperta da Masi negli anni Ottanta del secolo scorso.
Da tempo cancellata dall’ampelografia italiana, in quanto ritenuta estinta, non era più stata presa in considerazione per i reimpianti post-fillossera a causa della sua resa estremamente bassa.

 

Sandro Boscaini, mister Amarone, presidente del gruppo Masi Agricola.
 
  Dopo anni di oblìo dal 2003 è nei disciplinari del Valpolicella e dell’Amarone 
Nel 1985 Masi piantò i primi due ettari di Oseleta scegliendo tre vigneti con diversità di suolo, esposizione e condizioni microclimatiche, al fine di verificarne l’adattabilità. Altri ettari furono poi impiantati da Masi nei propri vigneti e nelle Possessioni di Serego Alighieri.
Nel frattempo iniziò una certa curiosità attorno a quest’uva, in particolare dopo che Masi ebbe tenuto due seminari tecnici sul tema Oseleta in occasione di Vinitaly.
 
Nel 2000 l’Oseleta fu reinserita nell’ampelografia nazionale come varietà tipica veneta atta a migliorare i vini rossi. Successivamente nel 2003 fu introdotta nei disciplinari del Valpolicella e dell’Amarone. Oggi l’Oseleta rappresenta per tutta l’enologia veronese e veneta un interessante nuovo elemento di rivitalizzazione e personalizzazione.
 
Caratterizzata dagli acini piccoli e i vinaccioli relativamente grandi, non prolifica in vigna, l’Oseleta produce, durante la pigiatura, una quantità di succo inferiore di un buon 30% rispetto alle altre varietà. I grandi pregi dell’Oseleta consistono nelle bucce spesse e scure che rendono il vino ricco di colore e aromi di frutti di bosco, mentre i vinaccioli, perfettamente maturi, rilasciano tannini molto piacevoli al palato.
 

Marco Marras, lo chef stellato d'origine sarda, del Ristorante Oseleta di Cavaion.
 
 Oggi dà un tocco vellutato ai cru Osar, Toar, Campofiorin e Costasera 
Oggi l’Oseleta contribuisce ad ingentilire e a dare un tocco vellutato al blend di alcune grandi etichette della linea cru Masi: Osar, Toar, Brolo Campofiorin e Riserva Costasera.
Di colore rosso scuro impenetrabile, Osar è il primo rosso di Masi ad interpretare in purezza l’utilizzo dell’antica uva veronese «Oseleta», riscoperta e coltivata con cura in Valpolicella.
Il suo nome esprime un doppio significato: «osare, rischiare», a rievocare la sfida sperimentale vinta, ed «urlare di gioia», a descrizione dell’entusiasmo provato al suo primo assaggio. Esprime, infatti, una struttura e una complessità sorprendenti e regala durante gli assaggi, sorso dopo sorso, intriganti sentori di frutti di bosco e spezie.
 

 
 L'Oseleta è anche un famoso ristorante stellato di Cavaion Veronese 
Agli amici buongustai ricordiamo che «Oseleta» è anche il nome di un famoso ristorante stellato di Cavaion Veronese premiato nel 2013 dalla Guida Michelin (stella confermata anche per il 2024). Si affaccia nel cuore di un parco secolare all'interno della tenuta di Villa Cordevigo di proprietà delle famiglie Cristoforetti e Delibori. La tenuta ospita anche un Wine Resort Relais & Chateau 5 stelle lusso che mantiene il fascino del passato in un ambiente elegante dall'atmosfera suggestiva.
 

 
  Lanciato da Giuseppe D'Aquino, oggi è pilotato da Marco Marras 
Il Ristorante «Oseleta», lanciato nel firmamento dell'«haute cuisine» da Giuseppe D'Aquino, oggi è pilotato dallo chef - di origine sarda - Marco Marras che, dopo varie esperienze di cucina in giro per il mondo, ha messo radici a Bardolino, portando nei piatti l’armonia, il rigore e l’eleganza di sapori che si integrano con la straordinaria bellezza del luogo.
I suoi piatti sono un viaggio sensoriale tra colori, profumi e sapori all'insegna della creatività e della raffinatezza. Un posticino delizioso che merita una sosta.

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Giuseppe Casagrande - [email protected]