Il Questore di Trento va in pensione a settembre
Massimo D’Ambrosio si era insediato a Trento nel 2015, si sistemerà a Roma
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Il questore di Trento Massimo D’Ambrosio andrà in pensione il prossimo mese di settembre.
Era il 2015 quando D’Ambrosio, originario di Frosinone classe 1953, approdava in viale Verona per conoscere i nuovi colleghi e cominciare a occuparsi dei problemi del capoluogo Trentino.
Nel suo esordio con la stampa l’allora neo-questore prometteva un giro di vite contro furti e piccola criminalità.
E si è dimostrato effettivamente un uomo pragmatico, conoscitore del territorio, che frequenta da oltre 40 anni come Uomo di Stato.
Una carriera costellata di successi in tanto lavoro in tutt’Italia, tanto che gli è stata riconosciuta la medaglia di benemerenza per il servizio prestato durante il sisma del 1980 e, nel 2014, è stato insignito dell’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
La sua lunga carriera lo ha portato, insieme alla moglie e a due figli, a trasferirsi diverse volte, ma la maggior parte del lavoro D’Ambrosio lo ha svolto a Roma e dintorni diventando uno stimato esperto di risorse umane, procedure concorsuali, psicologia applicata e sicurezza pubblica.
L’ultima parte della sua carriera dunque si è svolta proprio a Trento, una città piccola e forse apparentemente insignificante rispetto ai tanti problemi della Capitale, eppure negli appena tre anni di mandato ha saputo dare del filo da torcere a partire dall’eterna questione irrisolta di Piazza Dante.
I problemi di spaccio e criminalità nei giardini di fronte alla stazione dei treni ha infatti da anni monopolizzato il dibattito sulla sicurezza in città. Problematica che ha diviso coloro che lanciano l’allarme della città invasa da stranieri violenti e prevaricatori e coloro che minimizzano sottolineando come sgomberano Piazza Dante da spacciatori e perdigiorno il risultato sarebbe solo quello di spostare il problema da un’altra parte.
La questione, che ovviamente non è risolta, è costata al questore D’Ambrosio anche l’antipatica nomina alla «tonca» nella scorsa edizione delle Feste Vigiliane.
D’altronde era in buona compagnia, avendo subito la stessa sorte del sindaco di Trento. Andreatta l’aveva buttata sul ridere mentre D’Ambrosio ci era rimasto male, soprattutto pensando allo sforzo quotidiano di decine di uomini e donne delle forze dell’ordine per mantenere in sicurezza la Piazza e per trovare una soluzione efficace al problema.
Insomma Trento non sarà Roma ma, nel suo piccolo, ha i suoi grattacapi.
La situazione fotografata dall’ultimo rapporto della Questura sulla criminalità è comunque rassicurante: dall’aprile 2016 al marzo 2017, in Trentino, sono stati denunciati alla polizia 15.059 reati, numero in calo del 20% rispetto all’anno precedente, mentre la polizia ha arrestato 208 persone, di cui 98 per droga, e ne ha denunciate 1.343.
Per quanto riguarda la città di Trento un dato vale su tutti gli altri: si è passati dai 3.718 furti nel 2015 ai 3.370 casi nel 2016.
Insomma, la promessa di D’Ambrosio è stata mantenuta.
N.C.