Strage di Parigi: l’operazione di polizia non ha portato risultati

Gli assassini sono ancora a piede libero ma la caccia continua senza sosta

A nulla sono serviti gli 88.000 uomini messi in campo dal Ministero dell’Interno per dare la caccia ai banditi che ieri hanno trucidato 12 persone nella redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo.
Dapprincipio sembrava che fossero stati individuati, tanto vero che i reparti speciali hanno fatto qualche irruzione in abitazioni diverse, ma senza trovare nessuno.
Uno dei tre sospettati ha dimostrato di essere a scuola mentre veniva attaccato il giornale, quindi l’autista dei killer non era lui.
Insomma, si deve ricominciare daccapo perché la prima operazione di polizia è stata un fallimento.
Questo fa pensare che l’intelligence della Francia (ma ahimè potrebbe esserlo di tutta Europa) non aveva la situazione sotto controllo.
 
Il ministro degli Interni, Angelino Alfano (vedi nostro servizio), ha dichiarato che in Italia c’è una cinquantina di soggetti a rischio, ovvero terroristi dormienti, che vengono tenuti monitorati con la massima attenzione. Non è che la notizia ci lasci tranquilli, primo perché adesso sanno di essere sotto controllo, secondo perché il fatto che siano già nel territorio (si parla di tremila in Europa) significa che abbiamo sbagliato qualcosa.
Nei prossimi giorni ci sarà un vertice Europeo al quale parteciperanno anche gli USA per decidere azioni comuni, la più importante delle quali la ridefinizione del reato di terrorismo religioso.
Oggi alla trasmissione Porta a Porta la ministro della Difesa Pinotti ha invitato a non attribuire la matrice islamica a questi attentati, «perché la maggior parte dei musulmani (in Italia sono 1,7 milioni) è pacifica».
Noi siamo del parere che quando una persona uccide gridando che «Dio è grande», la religione c’entra eccome.
Il Corano è un testo che lascia parecchi dubbi in tal senso.