Il collega Cornelio Galas lascia l’Ordine dei Giornalisti
In una lettera amara e accorata denuncia le incongruenze del sistema nel quale ha vissuto per 40 anni
È amaro il tono della lettera con la quale il collega Cornelio Galas – titolare della rubrica «Dialetto e tradizioni» de l’Adigetto.it – si dimette dall’Ordine dei Giornalisti.
Ieri avevamo pubblicato una sua osservazione in dialetto, nella quale lamentava di trovarsi tra due fuochi, quello dell’Ordine dei Giornalisti e quello di Beppe Grillo.
Credevamo che gli bastasse quella reprimenda, ma oggi si è dimesso dall'Ordine con la lettera il cui testo è riportato nel riquadro che segue.
Al collega va la solidarietà della nostra redazione e dei collaboratori, augurandosi che vi siano ancora margini di manovra.
Certamente sarà sempre dei nostri.
Spett.le Ordine dei Giornalisti Trentino Alto Adige Oggetto: Uscita dall'Ordine Arco, 5 gennaio 2016. Con la presente dichiaro di non pagare più, a partire dall'anno 2017, la quota dell'Ordine Giornalisti Trentino Alto Adige, elenco Professionisti. Questo per varie ragioni, non solo personali. 1. Sono iscritto all'Ordine Regionale dal 1976 (come pubblicista) e dal 1980 (come professionista). Mai avuto un «pezzo di carta» qualsiasi che attesti questa fedeltà, anche e soprattutto nei versamenti (mai stato moroso) della quota annuale. 2. Mai avuto riscontro a problemi sollevati per «cambi di mansione», «mancate promozioni», «mobbing». 3. Contesto fortemente l'obbligo dei corsi di aggiornamento-formazione anche per i giornalisti pensionati. 4. Non ho mai avuto «tutele» adeguate in ambito lavorativo in periodi difficili (eufemismo) per la libertà di stampa e lo status occupazionale. 5. Nessun rancore personale. Solo una grande delusione. Non rinnoverò più nemmeno la quota sindacale. Spero – in base all'art. 21 della Costituzione – di poter esprimere liberamente le mie idee fino a quando vivrò. Anche senza dipendere da «punti» per essere pagato per articoli. Pagamenti che inserirò, come fatto in oltre quarant'anni di attività, nel mio «730». Grazie di tutto quello che non avete fatto per me e di quello che, dopo questa lettera, a maggior ragione non farete. Cornelio Galas |