Il bilancio della Cassa Rurale di Trento nel terzo anno della crisi
Chiude con un utile netto di 5,1 milioni di euro. Rapporto raccolta-impieghi, 85%. Calano i crediti in sofferenza, aumentano gli incagli
Preceduta da quattordici riunioni cui hanno partecipato circa un migliaio di soci, si è svolta ieri sera al PalaTrento la doppia assemblea della Cassa Rurale di Trento.
Una straordinaria, per l’approvazione del nuovo statuto sociale, e una ordinaria di bilancio. I soci hanno confermato il presidente Giorgio Fracalossi e rinnovato tre consiglieri.
Confermati Rossana Gramegna e Mariangela Sandri, entra per la prima volta Diego Pedrotti.
Novità nel nuovo Statuto
Sulla prima parte, i soci hanno dato il loro assenso - con 2.327 voti favorevoli, un contrario e due astenuti - a molte importanti modifiche previste dal nuovo Statuto sociale, che recepisce quello «tipo» approvato lo scorso anno da Federcasse con l’aggiunta di alcune parti esclusivamente «locali».
Il testo introduce una serie di innovazioni dirette alla salvaguardia della «sana e prudente gestione».
Tra queste, la determinazione, da parte dell’assemblea, dell’ammontare massimo del rischio di credito che la Cassa Rurale può assumere.
Cambia anche la composizione del consiglio di amministrazione, che entro il 2014 scenderà dagli attuali 15 ad 11 membri (compreso il presidente).
Si comincia da quest’anno: su quattro consiglieri in scadenza, ne verranno eletti solo tre.
Cambia anche il criterio della rappresentanza.
Su dieci consiglieri, solo quattro saranno espressione delle «comunità di origine» della Cassa: Bondone, Meano, Povo e Villazzano.
Gli altri sei potranno essere liberamente eletti tra i soci senza vincoli territoriali.
Sono previste rigorosi vincoli di incompatibilità in presenza di potenziali conflitti di interesse (no ad amministratori pubblici per i sei mesi precedenti, o ex dipendenti negli ultimi tre anni, eccetera).
Rappresentanti della Federazione e dei Fondi di Garanzia cui la Cassa aderisce potranno intervenire in cda e in assemblea, senza diritto di voto.
Bilancio approvato all’unanimità
Nella parte ordinaria i soci hanno approvato il bilancio all’unanimità.
Nella sua relazione, il presidente Giorgio Fracalossi ha affermato che «la Cassa Rurale è una banca solida dal punto di vista patrimoniale e sufficientemente «liquida» per far fronte alla domanda di credito che arriva dalle famiglie e dalle piccole e medie imprese, che da sempre rappresentano il «mondo» di riferimento della Cassa».
Messaggi di preoccupazione per la situazione di crisi generale, ma di fiducia per il futuro, sono stati portati dagli ospiti intervenuti, il direttore della Federazione Carlo Dellasega e il direttore di Cassa Centrale Banca Mario Sartori.
«Vogliamo in primo luogo assicurarvi – ha detto ai soci Fracalossi - che sarà ancora più grande in futuro l’impegno e la responsabilità del consiglio di amministrazione per una gestione sempre più attenta e sostenibile della risorsa risparmio, ingrediente fondamentale per sostenere gli investimenti e lo sviluppo futuro del nostro territorio.»
Un tema che ha che fare con la fiducia, e con la prudenza.
«Abbiamo un patrimonio solido, e un coefficiente di solvibilità del 13,2% che già rispetta ampiamente le nuove norme sulla vigilanza bancaria (le cosiddette regole di Basilea3)», ha affermato il direttore Michele Sartori.
«La nostra liquidità – ha proseguito – l’abbiamo costruita negli anni con una politica di prudente pianificazione, e quindi è una liquidità stabile fondata su finanza vera, cioè sui depositi dei nostri soci e dei nostri clienti. La disponibilità di una sana liquidità non è oggi un fatto scontato: molte banche si trovano in serie difficoltà su questo fronte e non hanno più risorse da destinare alla loro funzione più tipica, quella creditizia.»
Il presidente Fracalossi ha anche confermato l’interesse per l’acquisto dell’immobile adiacente quello della Cassa in via Belenzani, attualmente occupato dal Rettorato dell’Università, per ampliare la propria sede principale.
Il consiglio sta valutando l’opportunità di acquisto proposto dalla società Piedicastello spa, nell’ambito dell’«operazione ex Italcementi».
I conti tornano
I crediti concessi hanno superato il miliardo di euro, a fronte di una raccolta diretta pari a 1,2 miliardi e ad una indiretta di 560 milioni. Il rapporto tra impieghi e depositi tocca dunque l’85%.
La Cassa del capoluogo è forte di una rete di 26 sportelli, dà lavoro a 228 dipendenti e può contare su un patrimonio di 139 milioni.
In aumento anche i crediti anomali. A fine anno 27,8 milioni di euro di crediti a sofferenza (erano 28,4 l'anno prima) e 84,7 milioni di crediti incagliati (nel 2010 64,8 milioni).
Il conto economico chiude con un utile netto di 5,1 milioni, sostanzialmente in linea con quello dell’anno scorso (260mila euro in meno) e con il rafforzamento dei margini di redditività.
Interessante la composizione del credito.
A fronte di una sostanziale stabilità negli importi, sono aumentati i mutui concessi nel 2011: 1.923 per le famiglie (contro 1.571 del 2010), 200 per le imprese (a fronte di 171 l'anno prima).
In crescita anche i mutui prima casa: 380 nel 2011 (304 l'anno precedente). Una tendenza che è proseguita anche all'inizio di quest'anno.
I nuovi conti correnti aperti nel primo trimestre 2012 al netto di quelli chiusi: 180 (erano 25 nel 2011, 138 nel 2010); 322 fra polizze assicurative e fondi pensione collocati nel primo trimestre (erano 240 nel 2011).
Torna a crescere anche la raccolta diretta rispetto a marzo 2011.
Bilancio sociale, una «ricaduta di due milioni di euro»
Anche nel 2011 è stato consistente l’impegno economico complessivo sostenuto dalla Cassa per le iniziative a favore dei soci e di ordine sociale, mutualistico, di sviluppo e promozione della cooperazione, per un totale che sfiora i 2,3 milioni di euro.
Tra questi interventi vanno citati quelli a favore dei soci (assistenza fiscale, coperture assicurative, momenti di socializzazione ecc.) e per le associazioni culturali ed educative, ma anche a favore dello sport e della solidarietà.
Fracalossi confermato, il rinnovo del Consiglio e del Collegio sindacale
Scontata la riconferma di Giorgio Fracalossi, unico candidato alla presidenza, i soci hanno dovuto scegliere tre consiglieri tra sei candidati. Sono stati confermati Rossana Gramegna, di professione giornalista, amministratrice dal 2007 e presidente della Fondazione Cassa Rurale di Trento, e Mariangela Sandri, commercialista di Povo, in consiglio dal 2009.
Entra per la prima volta l’ex funzionario della Cassa, ora in pensione, Diego Pedrotti, attualmente presidente di Clm-Bell.
Non ce l’hanno fatta il vicepresidente uscente della Cassa Renzo Dallaserra, e gli altri due candidati Bruna Marchesoni e Marco Gabardi.
Rinnovato anche il collegio sindacale.
Presidente è stato eletto il commercialista Massimo Frizzi, unico candidato dopo la scelta di non ricandidarsi di Wilma Sassudelli.
I sindaci uscenti sono stati entrambi confermati: Romeo Dallachiesa e Lorenzo Rizzoli.
Claudio Burlon, candidato escluso dal voto per il posto di sindaco effettivo, sarà supplente (secondo quando prevede il nuovo Statuto).