Il 1° ottobre di 150 anni fa moriva Don Bartolomeo Farinati

Nella sua lunga vita fu sempre attento e vicino ai meno fortunati. In particolare nella sua Lizzanella ebbe modo di aiutare molte famiglie e molte persone in difficoltà

 
Il 1° ottobre 1869 moriva a Lizzanella all’età di 72 anni don Bartolomeo Farinati, dove nacque il 28 febbraio 1797 e dove fu battezzato col nome di Biaggio Bartolomeo Abbondanzo.
Era figlio di Bartolomeo Farinati e Catterina Pross di Volano, e apparteneva ad una famiglia di commercianti agricoli originaria di Verona, che nella seconda metà del Seicento si stabilì a Lizzanella.
Conclusi brillantemente gli studi universitari a Padova, nel 1821 partecipò ad un concorso per l’incarico di docente presso il Ginnasio di Rovereto, assieme ad altri sacerdoti e pure a Niccolò Tommaseo, allora amico di don Antonio Rosmini.
Don Bartolomeo giunse secondo, ma già nel 1822 ottenne l’incarico di docente di lettere presso l’Istituto Regio Ginnasio Superiore di Trento, dove insegnò per ben 33 anni, fino al 1855, letteratura italiana, latino, storia e filosofia.
Fu insegnante molto apprezzato sia dalla diocesi che dai colleghi e dagli studenti.
Amava il dialogo con questi ultimi, adottò fin da subito il metodo maieutico, stimolando sempre i giovani a giungere alla risposta attraverso il ragionamento e l’aperto confronto tra loro.
Fu anche precettore presso alcune nobili famiglie, quali i Baroni Altenpurgher di Martignano e i Lodron di Nogaredo.
Nel ‘700 e ‘800 molti erano infatti i docenti appartenenti al clero che insegnavano privatamente presso le dimore delle famiglie più abbienti.
 

 
Nella sua lunga vita fu sempre attento e vicino ai meno fortunati. In particolare nella sua Lizzanella ebbe modo di aiutare molte famiglie e molte persone in difficoltà.
Per la sua comunità costruì e lasciò alla stessa l’ampio immobile della canonica, che ancora oggi, dopo la necessaria ristrutturazione dei primi anni ’80, è ancora ben funzionante per l’attuale parroco e per le varie attività parrocchiali.
Una grande lapide posta sulla parete nord della chiesa di Sant’Antonio di Lizzanella lo ricorda con significativo affetto e immensa gratitudine.
Come detto sopra, nel 1855 lasciò l’insegnamento e andò in pensione. Ma non abbandonò i suoi studi, in particolare letterari e storici, che lui sempre amò.
È di queste ultime settimane il ritrovamento di un suo manoscritto del 1823 intitolato «La Storia del Tirolo». Testo prezioso, di grande interesse e originalissimo, che la nostra Biblioteca Civica «Girolamo Tartarotti» di Rovereto si è proposta di pubblicare.
Per lascito testamentario don Bartolomeo Farinati donò con grande generosità la sua consistente biblioteca personale a quella ginnasiale di Trento.
Vari suoi libri sono ancora oggi presso le biblioteche del liceo Prati, dei Francescani e del Vigilianum di Trento.
Per queste sue donazioni un’importante lapide lo ricorda anche presso la chiesa ginnasiale della S.S. Trinità del capoluogo trentino.
Questo prossimo 1° ottobre 2019 saranno 150 anni dalla sua morte.