«Vaccini: Realtà e Mito» – Di Nadia Clementi

Ce ne parla il promotore della Campagna di sensibilizzazione dei vaccini Massimiliano Manera, presidente del Leo Club Trento

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Negli ultimi anni una tendenza inquietante si è fatta strada tra tanti genitori nel mondo: si tratta della folle idea di non vaccinare i propri figli, forti della convinzione che i vaccini non solo siano inutili e pericolosi, ma che addirittura provocherebbero malattie terribili come l’autismo o altre forme di invalidità totale.
Risulta spesso forzato dare la colpa ad internet per tutti i mali del nostro tempo, ma in questo caso è inutile negare che queste false convinzioni si sono diffuse soprattutto sui social network, là dove spuntano gruppi e forum pieni di madri e padri preoccupati per la salute dei propri bambini.
Nascono così vere e proprie campagne di boicottaggio alle case farmaceutiche, i genitori anti-vaccinisti redigono liste di pediatri in linea con questo pensiero a cui rivolgersi, lanciano vere e proprie campagne contro le leggi dello stato che obbligano i bambini ad essere vaccinati per alcune malattie e si scandalizzano quando il comune vieta l’accesso a scuola dei bambini non vaccinati.
Questa preoccupante tendenza ha ovviamente ripercussioni disastrose sia per la salute dei bambini ma anche per tutti coloro che li circondano, con il rischio della diffusione di malattie pericolose o addirittura il ritorno di altre scomparse, come la poliomielite.
La moda antivaccinista si è talmente diffusa da convincere i medici e le ASL locali a fare prevenzione con campagne mediatiche, incontri e conferenze.
Come quella del Leo Club di Trento che si è svolta lo scorso 20 maggio presso l'auditorium del Centro Servizi Sanitari di Trento.
 

 
Sono intervenuti il dottor Valter Carraro dirigente dell'unità e sanità pubblica dell'APSS, che nel suo intervento ha illustrato la storia delle vaccinazioni e la loro fondamentale importanza; di seguito il discorso della dottoressa Annunziata di Palma, primario presso la divisione di pediatria di Trento, che nel presentare lo scenario epidemiologico attuale, ha rilevato il preoccupante ritorno di malattie che sembravano scomparse, come la pertosse.
Successivamente Silvia Franchini, dirigente dell'Azienda Sanitaria, ha spiegato come sono composti i vaccini e le normative di tutela e sicurezza e disponibili al sito (vedi).
In chiusura il dottor Nicola Lisi si è soffermato sulle assurde paure che circondano le vaccinazioni.
 
 

 
Durante il convegno sono state date tutte le informazioni necessarie per affrontare la scelta consapevole della vaccinazione, sottolineandone tutti gli effetti positivi e i possibili rischi.
Il problema più grave è infatti proprio questo: coloro che sostengono che i vaccini siano dannosi lo fanno riferendosi a ricerche vecchie o addirittura falsificate, come nel caso del dottor Andrew Wakefiled le cui ricerche fraudolente sono le principali responsabili della diffusa credenza che i vaccini causino l’autismo.
 

Dottoressa Silvia Franchini.
 
L'obbiettivo della conferenza da parte degli esperti è stato quello di smantellare uno a uno i falsi miti sui vaccini e con l'occasione sono stati diffusi anche i dati relativi alla Provincia di Trento.
È stato proprio il dottor Carraro ad affermare che la soglia dei bambini vaccinati in Trentino è molto al di sotto della soglia di sicurezza del 95% e per alcune malattie, come il morbillo, questa percentuale scende addirittura all’80%, dati che preoccupano in quanto il rischio determinato dalla malattia è molto più alto degli effetti collaterali causati dai vaccini.
 

Dottoressa Annunziata di Palma.
 
In Italia le vaccinazioni obbligatorie previste in età pediatrica sono contro la difterite (Legge del 6 giugno 1939 n. 891 – Legge del 27 aprile 1981 n. 166), il tetano (Legge del 20 marzo 1968, n. 419), la poliomielite (Legge del 4 febbraio 1966 n. 51) e l’epatite di tipo B (Legge del 27 maggio 1991 n. 165).
Le altre vaccinazioni, pur non essendo obbligatorie, sono ugualmente necessarie per garantire la salute non solo propria ma anche dell’intera società.
Risale al 1796 l’origine dei vaccini, grazie all’intuizione poi sperimentata del medico inglese Edward Jenner in merito al vaiolo, malattia causata dal virus Vaiola, che ancora alla fine degli anni ’60 provocava milioni di morti all’anno, debellata definitivamente nel 1979 proprio grazie alle vaccinazioni.
 

Dottor Valter Carraro.
 
In merito ad esse circolano spesso bufale di ogni tipo specialmente su internet.
Il problema è sempre quello delle fonti, poiché comunicare la scienza comporta una responsabilità molto grande nei confronti del pubblico.
È importante spiegare che, in particolare per le questioni che riguardano la salute, occorre sempre riferirsi a ciò che esce dalla comunità scientifica senza fare affidamento a falsi miti.
 

Dottor Nicola Lisi.
 
In proposito, lo scorso 24 maggio la Società Italiana di Pediatria (SIP) ha rilasciato un Decalogo che smantella i principali miti legati ai vaccini che si sono andati a creare negli ultimi anni (link del decalogo).
 
 1. I vaccini contengono ingredienti e additivi pericolosi 
FALSO - I vaccini, come tutte le preparazioni, sono composti da molti elementi.
Oltre all’antigene, cioè il principio attivo che solitamente è un microorganismo (virus o batterio) attenuato o inattivato, sono presenti un liquido di sospensione (spesso acqua distillata sterile o soluzione fisiologica sterile) e adiuvanti (generalmente sali di Alluminio, che stimolano la risposta immunitaria rendendola duratura).
L’uso di conservanti a base di mercurio (timerosal) è stato completamente abbandonato nel 2002, sia per l’attenzione mediatica esplosa in quel periodo su basi poi rivelatesi infondate, sia per la scomparsa di vaccini in confezione multidose per i quali era utilizzato.
Sono presenti anche stabilizzanti come albumina e gelatina, e infine antibiotici, utilizzati in dosi molto basse per prevenire la crescita batterica: i più utilizzati sono la neomicina, la kanamicina e la streptomicina (altri antibiotici a maggior rischio di allergia non sono utilizzati).
Tutte queste sostanze sono presenti in quantità minimali e nella stragrande maggioranza dei casi non costituiscono alcun problema per la salute.
Saltuariamente si possono verificare reazioni allergiche locali delle quali il professionista sanitario informerà prima della somministrazione.

 2. Le malattie infettive stavano scomparendo prima dell’introduzione dei vaccini 
FALSO - Chi nega il ruolo predominante delle vaccinazioni nel controllo di molte malattie infettive afferma che queste siano scomparse o ridotte per le migliorate condizioni economiche e sanitarie.
In realtà non è così. Un esempio per tutti: la poliomielite è sempre esistita ed epidemie si sono verificate, per esempio, in Europa anche negli anni ’50-’60 in un periodo di radicale miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie.
È solo dopo l’introduzione su vasta scala del vaccino anti-polio negli anni ’60 che si è assistito alla scomparsa della patologia.
 
 3. I vaccini non proteggono il 100% dei vaccinati 
FALSO - Proprio perché i vaccini non hanno un’efficacia del 100% bisogna avere e mantenere percentuali di coperture vaccinali sempre alte.
In tale modo, con l’associazione degli eventuali richiami vaccinali previsti nel corso della vita, è possibile avere un numero sempre maggiore di soggetti immunizzati, che impediranno agli specifici virus e batteri di trasmettere malattie infettive, anche alle persone che non hanno risposto in maniera efficace ai vaccini.
Questa condizione viene definita con il nome di «immunità di gregge» (herd immunity).
Bisogna tenere presente che anche alcune malattie infettive, come ad esempio la pertosse, non conferiscono una protezione per tutta la vita, per cui è sempre preferibile proteggersi con la vaccinazione, in maniera tale da avere sempre elevati livelli di protezione e acquisire sempre più la consapevolezza dei reali benefici della vaccinazione.
 
 4 . I vaccini causano l’autismo 
FALSO - A tutt’oggi dai tantissimi studi scientifici effettuati non emerge alcun dato su possibile nesso di causalità tra vaccini e autismo.
L’unico studio che riportava un legame causale fra vaccino contro morbillo-parotide-rosolia e autismo si è rivelato gravemente fallace, al punto che lo stesso autore dello studio, un medico britannico, nel maggio 2010 è stato radiato dall’Ordine professionale mentre il suo studio è stato ritrattato dalla prestigiosa rivista su cui era stato pubblicato.
Anche se questa triste storia è stata utilizzata in maniera speculativa da parte degli antivaccinisti, recentemente c’è stata una netta presa di posizione finanche dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che in uno specifico documento a domande-risposte sui disturbi autistici ribadisce che «i dati epidemiologici disponibili non mostrano alcuna evidenza di un legame tra vaccino MPR e disordini dello spettro autistico», come pure «non esiste evidenza che qualunque altro vaccino pediatrico possa aumentare il rischio di questi disturbi» ed inoltre che revisioni commissionate dalla stessa OMS hanno concluso che «non esiste associazione tra l’impiego nei vaccini di conservanti come il timerosal e disturbi dello spettro autistico».
 
 5. Tutti i vaccinati contro l’influenza la prendono lo stesso 
FALSO - L’influenza è una delle malattie infettive a maggior impatto sociale.
Provoca ogni anno in Italia da 5 a 8 milioni di casi con circa 8.000 morti con e alti costi economici per la Sanità pubblica. La vaccinazione anti-influenzale è in grado di ridurre complicanze, ospedalizzazioni e morti.
 
Si può contrarre l’influenza anche se si è vaccinati?
Sì, è possibile per tre motivi:
a) Ci vogliono circa due settimane affinché la protezione generata dalla vaccinazione sia ottimale, e durante questo lasso di tempo è possibile contagiarsi.
b) I virus dell’influenza mutano spesso e i ceppi contenuti nel vaccino sono scelti in febbraio; può quindi capitare che vi sia una leggera differenza tra i ceppi vaccinali e i virus in circolazione
c) Gli anziani rispondono meno bene alla vaccinazione nonostante, se la contraggono, i rischi di complicazioni siano nettamente ridotti.
Dunque, qualche fisiologico caso di non efficacia del vaccino e qualche inevitabile episodio di mismatch (ossia la discrepanza tra la protezione offerta dal vaccino stagionale e gli antigeni circolanti) non tolgono all’attuale strategia della raccomandazione su larga scala un profilo di costo-efficacia che collocano la vaccinazione antinfluenzale tra una delle massime priorità nel campo della Sanità pubblica.
 
 6. I vaccini sono inutili, le malattie infettive sono state debellate 
FALSO - Le malattie infettive non sono state completamente debellate, solo il vaiolo è scomparso e questo grazie al vaccino.
Molte altre si sono fortemente ridotte in Occidente e potrebbero essere debellate solo con una vaccinazione di massa.
La poliomielite ad esempio è scomparsa in Europa e in molti Paesi grazie alla vaccinazione, ma può tornare se calano le coperture vaccinali.
Un’epidemia è stata descritta in Olanda negli anni ’90 in un gruppo di adepti della Chiesa Olandese Protestante Riformata che rifiutavano di vaccinare i propri figli, con 72 episodi di infezione, 2 morti e 59 paralizzati a vita.
Recentemente (2015) un focolaio di paralisi flaccida acuta è stato registrato in Siria, con 36 casi in bambini di età inferiore ai 2 anni non vaccinati o solo parzialmente vaccinati a causa della guerra.
Per cui è solo grazie alla vaccinazione di massa che molte malattie infettive sono sotto controllo e potranno essere debellate nel prossimo futuro.
 
 7. Non dovrei vaccinare mio figlio perché le malattie prevenibili sono scomparse 
FALSO - Perché vaccinare? Perché non bisogna abbassare la guardia nei confronti del nemico.
Il successo della scomparsa dal 1980 di una malattia infettiva come il vaiolo, che da sola causava circa 5 milioni di morti ogni anno, è dovuto soprattutto alla vaccinazione, ma per molte altre malattie infettive potenzialmente gravi, che possono essere prevenute con la vaccinazione, c’è ancora molto da fare in quanto in Europa e nel mondo si verificano ancora focolai infettivi.
La vaccinazione resta comunque un importante strumento di prevenzione che con un unico gesto permette di offrire sia una protezione individuale e sia una protezione della collettività. Non a caso la stessa OMS recentemente ha dichiarato che i vaccini prevengono più di 2,5 milioni di morti ogni anno e che i bambini, essendo maggiormente a rischio di contrarre malattie prevenibili con i vaccini, vanno protetti sin dai primi mesi della loro vita.
 
 8. Tanti vaccini in una sola puntura sono dannosi 
FALSO - Questo «falso mito» è stato sfatato sulla base delle conoscenze acquisite nell’ambito dell’immunologia.
Il sistema immunitario del neonato è in grado di montare una eccellente risposta immunitaria poche ore dopo la nascita, come testimoniato dalla risposta protettiva nei confronti del vaccino contro l’epatite B somministrato nei nati da mamma con HBV dopo il parto.
Il lattante è in grado di generare una completa risposta immunitaria sia umorale che cellulo-mediata in risposta a multiple somministrazioni vaccinali.
La coniugazione dei vaccini con «proteine carrier» induce una risposta immunitaria addirittura più potente di quella indotta dalla malattia naturale.
Il nostro sistema immune è in grado di riconoscere e di rispondere ad un elevatissimo numero di antigeni.
Partendo dai principi dell’immunologia è possibile stimare il numero di vaccini a cui un bambino potrebbe rispondere in una sola volta: ovvero ogni bambino avrebbe la capacità teorica di rispondere a circa 10.000 vaccini contemporaneamente.
Quanto alla falsa credenza riguardo all’indebolimento o alla sovra-stimolazione del sistema immunitario in concomitanza della somministrazione multipla di vaccini, numerosi studi hanno ormai dimostrato come la risposta umorale sia simile per le somministrazioni multiple e per le somministrazioni singole per la maggioranza dei vaccini attualmente in commercio.
 
 9. Troppi vaccini indeboliscono il sistema immunitario 
FALSO - Fin dal momento della nascita il nostro sistema immunitario incontra migliaia di virus e di batteri e produce anticorpi diretti contro gli antigeni che li compongono.
Sappiamo che per mezzo degli anticorpi è in grado di riconoscere contemporaneamente almeno cento miliardi di antigeni.
Quanti antigeni contengono i vaccini che somministriamo ai piccoli bambini?
Negli anni ’80 dello scorso secolo iniettavamo più di 3.000 antigeni per vaccinare contro 7 malattie (difterite, tetano, pertosse, polio, morbillo, parotite e rosolia).
Grazie ai progressi delle biotecnologie, i vaccini sono molto più purificati: oggi iniettiamo 150 antigeni soltanto per vaccinare contro 14 malattie (alle precedenti si sono aggiunte emofilo, epatite B, varicella, pneumococco, meningococco B e C, rotavirus).
Sono numeri che impegnano ben poco il sistema immunitario, altro che sopraffarlo o indebolirlo.
 
 10. Prima del vaccino tutti facevano il morbillo e la rosolia, ma nessuno è morto 
FALSO - I vaccini non sono contrari alla natura, ma al contrario, agiscono proprio utilizzando i meccanismi di difesa naturali, stimolando una risposta immunitaria naturale atta a produrre anticorpi contro i virus e i batteri.
Prima che esistessero le vaccinazioni, talvolta i bambini morivano e si ammalavano con gravi complicanze, ed è per questo che la scienza ha studiato il miglior modo per evitare le malattie infettive.
Perciò i vaccini sono una conquista che evitano ogni anno 3 milioni di morti in tutto il mondo.
Ad esempio, l’infezione naturale da morbillo provoca l’encefalite in uno su 1.000 bambini infettati e provoca la morte in 2 su 1.000 individui infettati. Al contrario, la vaccinazione MMR (morbillo, parotite e rosolia) può provocare come complicanza una grave reazione allergica solo in uno su 1.000.000 di soggetti vaccinati.
Perciò i benefici della immunità acquisita con le vaccinazioni raccomandate, superano straordinariamente i gravi rischi della infezione naturale.
In conclusione: è molto più sicuro vaccinarsi piuttosto che subire la malattia naturale.
  
Al termine della conferenza abbiamo chiesto a Massimiliano Manera, Presidente Leo Club Trento e promotore di questa importante campagna di sensibilizzazione dei vaccini, di spiegarci gli obiettivi e le iniziative del suo Club.
 

Massimiliano Manera.

Il Leo Club Trento è un’Associazione Giovanile facente riferimento al Lions Club International.
Per intenderci: i Lions sono i vecchi, mentre i Leo sono i giovani.
Per essere un Leo, bisogna avere un’età compresa tra i 16 e i 30 anni ed essere disposti ad investire una parte del proprio tempo a favore della comunità (locale, nazionale ed internazionale).
Ad oggi, il Leo Club Trento conta 14 Soci ed è sempre alla ricerca di nuove persone interessate a servire la comunità tramite l’organizzazione di eventi atti alla sensibilizzazione e/o alla raccolta fondi per varie cause.
Negli ultimi mesi, il Leo Club Trento ha preso molto a cuore il Reparto di Pediatria dell’Ospedale S. Chiara di Trento, donando un Kit del valore di 2.200 euro, che comprendeva anche una TV da 43” e un lettore Blu-Ray.
Lo scorso dicembre invece, insieme al Lions Club Trento Host, ha contribuito a finanziare un Corso di Musico-Terapia che coinvolge i piccoli Pazienti (sia del Reparto che del Day Hospital); ogni Mercoledì la Dottoressa Chiara Acler, esperta nel campo della Musico-Terapia, passa un intera giornata a rallegrare i Bambini degenti.
Sempre quest’anno, il Leo Club Trento ha organizzato una raccolta di cibo per la Mensa di Padre Fabrizio Forti, raccogliendo 34 scatole di viveri, che sono state poi utilizzate per formare dei pacchi di vivande da consegnare alle famiglie in difficoltà economiche di Trento e dintorni.
Ulteriori eventi sono stati organizzati quest’Anno, tra i quali una Degustazione di Vini al Buio presso le Cantine Endrizzi, una raccolta fondi tramite la vendita di pandorini a Natale, una raccolta fondi tramite la vendita di colombine a Pasqua e una raccolta fondi insieme al nostro Lions Club Sponsor (ovvero il Lions Club Trento del Concilio) tramite la donazione di libri alla cittadinanza con eventuale offerta libera da parte delle persone intervenute.
Quest’ultima raccolta fondi ha contribuito al Service Nazionale di Raccolta Occhiali, i quali verranno poi sistemati e inviati in Paesi dove acquistare un paio di occhiali può essere proibitivo.
In occasione di questa Conferenza, i Leo hanno raccolto fondi a favore della lotta contro il Morbillo ad opera della Fondazione Internazionale dei Lions Club. Vaccinare un Bambino contro Morbillo, Parotite e Rosolia costa solo un Euro e grazie al vaccino trivalente ogni anno si salvano più di 3 milioni di vite. Se si pensa che con un Euro non si compra neanche un giornale, ci si rende subito conto che salvare una vita costa davvero una cifra iniqua.
I Leo hanno ideato (insieme ai Lions) anche un bel Gadget: un bracciale disponibile in vari colori che, acquistandone uno alla modica cifra di 15 euro, consente la vaccinazione di 10 bambini contro il Morbillo nei Paesi in via di sviluppo (particolarmente in Africa, dove migliaia di persone subiscono danni permanenti causati dall’infezione di questo virus).
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