Storie di donne, letteratura di genere/ 44 – Di Luciana Grillo
Carmen Covito, Benvenuti in questo ambiente: «Se io fossi in voi (e lo sono), andrei anche a navigare in compagnia dei miei Sei personaggi in cerca di siti...»
Titolo: Benvenuti in questo ambiente
Autrice: Carmen Covito
Editore: Bompiani 1997
Pagine: 253, rilegato
Prezzo originale di copertina: L. 28.000
Prezzo oggi: € 12
Era il 1992 quando Carmen Covito pubblicò il suo primo romanzo – La bruttina stagionata – vincitore l’anno successivo del Premio Bancarella.
Ha scritto e pubblicato ancora alcuni romanzi, e nel 1997 si è cimentata con un genere originale, atipico, pubblicando Benvenuti in questo ambiente.
È un romanzo che ci introduce nel mondo dell’informatica e della tecnologia, facendoci incontrare un Agente al quale si può presentare qualsiasi richiesta semplicemente digitando.
L’Agente è praticamente presente in ogni pagina, anche quando non comunica.
Davanti a uno dei tanti piccoli computer seminati qua e là, troviamo Nureddin, un bel ragazzo di colore, assunto come domestico, per una serie di curiose coincidenze, da un chirurgo estetico inquieto, isterico, ma (forse) generoso, che vive in una grande villa sul lago di Garda, insieme alla sorella Sandrina, l’informatica.
Nureddin, detto Light (mi ci chiamava così mio padre, per fare prima, credo. Ma a me non piace molto… Sembra la mozzarella), è di origine tunisina, parla un buon italiano, capisce le perplessità, i dubbi, i pregiudizi che affiorano dalle parole del dottore nei confronti di chi, come lui, ha la pelle di un colore diverso e arriva da un paese lontano.
Leggendo il romanzo, veniamo a sapere di una mamma italiana, di un padre che lavorava all’hotel Hilton, di zii e cugini che con Nureddin hanno condiviso gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza.
E poi conosciamo meglio la signorina Sandrina, che al posto del cuore ha una calcolatrice…quella non beve niente, solo litri e litri di minerale non gasata, più integralista degli islamici…
Nureddin svolge il suo lavoro con intelligenza e onesta professionalità, guardando con curiosità un mondo e un ambiente che non conosce, partecipando – da riservato e discreto spettatore – anche ad una festa in villa: alle nove la festa consisteva ancora in un viavai di gente attorno al tavolo del buffet, seguendo da lontano gli ospiti impegnati in un gioco di ruolo per cui uno di loro diventa Principe splendente, un altro Mago Merlot, una signora Strega cappuccina.
Poi, inaspettatamente, Nureddin conosce Lucia, una donna dolce…che trema in questa luce di alba senza sole.
E lui, Nureddin detto Light, sta lì, idiotizzato dalla meraviglia.
Perché, davanti, lei è un grappolo di datteri, no!, d’uva, no!, di seni.
Su tre file…tre gradinate di turgida carne di donna nuda, oddio, conta e riconta e somma, sono sempre dieci tette.
Forse, nasce un amore, inspiegabile e inquietante.
La storia si ingarbuglia, si sovrappongono fatti, ricordi, racconti, passato e presente, ricompare nei discorsi la mamma di Nureddin, insieme ad uno Zippo da collezione e alla citazione del presidente Burghiba.
E sempre, tra un capitolo e l’altro, indicazioni precise come :
«Apri ed esci. Poi chiudi.»
Oppure:
«Questo spazio è libero per la vostra pubblicità - Chiedete informazioni all’indirizzo: http;//www…»
O ancora:
Apri indirizzo, http://www…
Per concludere con:
Grazie per aver scelto di leggere questo libro.
Ora potete chiuderlo.
È finito
È vero, ho finito di leggere questo romanzo e chiudo il libro, ma mi piacerebbe molto parlarne con l’autrice!
Luciana Grillo
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