Afghanistan: inaugurato dai militari italiani un altro acquedotto

L'impianto di approvvigionamento idrico è lungo 90 km ed è a sud di Farah (vicino ai confini con l'Iran)

Nell’ambito di un’operazione di sicurezza condotta dal 152° Reggimento «Sassari» nel settore Sud, ai confini con l’Iran, domenica 8 gennaio è stato inaugurato un impianto di approvvigionamento idrico della clinica del villaggio di Lash-e-Jovein, a circa 90 chilometri a Sud della città di Farah, nel settore di responsabilità del contingente italiano in Afghanistan.
L’attività, condotta dal 5° Reggimento Genio Guastatori, è stata realizzata grazie alla donazione di una pompa idraulica e di un impianto di alimentazione ad energia solare da parte del Rotary Club, sezione di Macomer (NU).
 
Si è trattato di una delle molteplici attività a supporto della popolazione che il Comando Regionale Ovest (RC-West), a guida Brigata «Sassari», porta avanti per lo sviluppo dell’economia e, in generale, per il ripristino nell’area di propria responsabilità.
Nelle ultime settimane numerose sono state le attività umanitarie in tutte le province, da Nord a Sud, con la distribuzione di aiuti e con la realizzazione di progetti ad impatto immediato (quick impact projects) in vari settori, dalla scolarizzazione all’assistenza sanitaria.
 
Tra queste si segnalano: l’assistenza sanitaria a favore della popolazione che permette di mantenere un rapporto costante e di fiducia con la comunità afgana; la donazione di materiale scolastico, arredi per ufficio e di una stampante al Dipartimento per gli affari femminili (Department of Women Affairs) di Farah, svolta dal 152° Reggimento «Sassari»; la donazione di calzature in gomma e coperte per i bambini dell’orfanotrofio di Farah la consegna di giocattoli ai figli delle guardie carcerarie e delle detenute del carcere di Herat, svolta dal Provincial Reconstruction Team (PRT) di Herat, su base del 3° Reggimento Bersaglieri; la sistemazione di un muro perimetrale di una scuola  in Bala Murghab, svolta dal 151° Reggimento «Sassari».
 
Le attività di supporto alla popolazione concorrono al successo di quelle operative per la lotta agli «insurgents», accrescendo il consenso della popolazione civile nei confronti delle forze della Coalizione e soprattutto delle istituzioni locali che favoriscono e sostengono il processo di transizione.