Museo Diocesano Tridentino: un bilancio 2014 da record

Venerdì 6 febbraio sarà inaugurata una piccola mostra dal titolo «Alla stessa mensa, tra rito e quotidianità»

«Alla stessa mensa» - Fotografia di Luca Chistè.  
 
Il Museo Diocesano Tridentino ha chiuso il 2014 con numeri da record: quasi 50mila persone (per l’esattezza 49.623), di cui circa la metà paganti (23.518), ne hanno visitato le sedi e le zone archeologiche poste sotto la sua pertinenza. Il miglior risultato di sempre, con un incremento del 18,07% rispetto al 2013 – quando gli ingressi erano stati 42.030 – e del 24,36% rispetto al 2012 (39.904).
Ancora meglio è andata sul piano della partecipazione alle attività didattiche proposte dal museo: la migliore performance è quella relativa al pubblico adulto (4.143 partecipanti, + 31,27% rispetto al 2013), mentre tiene ed aumenta il pubblico scolastico: nel corso del 2014 ben 8.378 studenti hanno partecipato alle attività didattiche rivolte alla scuola, in termini percentuali il 3,29% in più rispetto al 2013.
  
I risultati raggiunti premiano gli sforzi di tutto il personale del museo e dei suoi collaboratori, un gruppo che si impegna con passione nell’organizzare mostre, incontri ed eventi, confermando ancora una volta la grande attrazione del museo anche in periodi di investimenti limitati. Il merito va anche ad una serrata e differenziata programmazione espositiva, capace di intercettare nel corso dell’anno gli interessi di un pubblico ampio e diversificato.
Tre sono state le rassegne susseguitesi nel 2014: La città e l’archeologia del sacro. Il recupero dell’area di Santa Maria Maggiore (29 novembre 2013 – 25 maggio 2014), Arte e persuasione. La strategia delle immagini dopo il concilio di Trento (7 marzo – 29 settembre 2014) e Infinito Presente. Elogio della relazione (23 giugno – 10 novembre 2014).
 

«Pasto in cucina» - Foto di Rodolfo Rensi.  
 
 Mostra «Alla stessa mensa»  
Venerdì 6 febbraio alle ore 18.00 sarà inaugurata una piccola mostra dal titolo Alla stessa mensa, tra rito e quotidianità. Percorsi di riflessione attraverso l'arte (fino al 6 aprile).
L’esposizione, collocata nelle sale del piano terra, presenta una serie di opere incentrate sul tema della mensa e della cucina.
Partendo dalle raffigurazioni dell’Ultima cena e passando attraverso altri episodi sacri e profani, l’esposizione mira a far riflettere anche su aspetti quali la convivialità, la famiglia e la condivisione.
Il percorso espositivo presenta un equilibrato accostamento di opere d’arte antica e contemporanea: le prime, provenienti dalle collezioni del museo, sono poste in dialogo con dipinti di Umberto Savoia e Gianluigi Rocca e con fotografie di Rodolfo Rensi e Luca Chistè.
La valorizzazione delle analogie e delle differenze storiche esistenti tra le diverse opere intende stimolare nel visitatore una riflessione più profonda sul senso del cibo e del nutrimento, sia esso inteso come rito, sia praticato come gesto quotidiano.

La mostra, che non si propone di trattare in modo esaustivo una tematica così complessa e sfaccettata, è il primo passo di un progetto di più ampio respiro che si dipanerà nel corso dell’anno attraverso conferenze, visite guidate, corsi e, soprattutto, percorsi sul territorio.
Dopo la positiva esperienza del progetto «Arte e persuasione. Percorsi sul territorio», collegato all’omonima mostra del 2014, il museo torna a promuovere la conoscenza del patrimonio artistico locale, in una virtuale continuità tra museo e territorio che intende valorizzare l’arte capillarmente diffusa nelle chiese della provincia.
Per la realizzazione del progetto il museo si avvarrà anche quest’anno della preziosa collaborazione dei volontari dell’Associazione Anastasia (Amici nell’arte sacra tra architettura, simbologia, iconografia e agiografia) e di altre realtà che operano sul territorio.
Il progetto, inoltre, ha come dichiarato esempio la partecipazione ad EXPO 2015 della Santa Sede: il programma elaborato dal Pontificio Consiglio per la Cultura, d’intesa con l’Arcidiocesi di Milano e la Conferenza Episcopale Italiana, ruoterà attorno al tema «Non di solo pane / Not by bread alone» e concentrerà l’attenzione dei visitatori sulla rilevanza simbolica dell’operazione del nutrire, e sulle potenzialità di sviluppo antropologico che questa dinamica racchiude.