Crisi di governo, proseguono le consultazioni di Fico
Al momento è ancora possibile tutto, la la via più probabile è rimettere insieme i cocci della maggioranza uscente
A sentire cosa dicono le parti che sono state ascoltate da Roberto Fico, presidente della Camera incaricato da Mattarella a verificare se e quale maggioranza ci sia ancora in Parlamento, non ci sarebbero altre soluzioni che andare al voto anticipato.
Al momento, infatti, Renzi non vuole Conte, i 5 Stelle vogliono solo Conte. E non vogliono Renzi. Il PD sostiene Conte, con riserva.
Se poi andiamo a rileggere i commenti non troppo lontani dei pentastellati che «mai e poi mai torneranno con Renzi», viene da chiudere il libro e attendere la data delle elezioni.
Ma dato che in politica non si mantiene mai la parola (il termine usato da loro è «in politica tutto è possibile»), le ipotesi più plausibili non portano alle elezioni anticipate.
Non ancora almeno. D’altronde, tra analisi dei sondaggi e il taglio del numero dei parlamentari, la maggior parte dei componenti dell’attuale maggioranza non verrà rieletta. Quindi questi onorevoli sono costretti a convivere per restare in Parlamento sino a fine legislatura.
Per questo la strada attualmente più percorribile vede ancora Conte alla guida del Governo. Che però deve rimettere insieme la maggioranza di prima, nel senso che Renzi e gli altri devono trovare un raccordo. Il quale raccordo può essere letto già nelle parole di Renzi: «Non ne facciamo questione di nomi ma di contenuti». Conte dovrebbe rinunciare alla riforma della Giustizia di Bonafede e accettare il MES aborrito dai 5 Stelle.
Un’altra strada vede un nuovo premier a Palazzo Chigi. Magari un personaggio di altissimo livello, nel qual caso troverebbe l’appoggio di parte del Centrodestra. Si era pensato a Gentiloni, gradito da tutta la maggioranza, premier perfetto per mantenere ottimi i fondamentali rapporti con l’Unione Europea. Ma pare abbiano fatto i conti senza l’oste…
È spuntato nuovamente il nome di Draghi ma, come ha detto qualcuno in rete, sarebbe come chiamare il maestro Riccardo Muti a dirigere una banda di paese. Meglio riservarlo per la prossima legislatura.
Le altre strade sono l'improbabile governo tecnico o le esecrate elezioni anticipate.
Insomma, secondo noi troveranno l’accordo per rimettere insieme i cocci della maggioranza sfasciata.
Questa è la politica. Quella italiana perlomeno.
GdM