Prevenire molestie e abuso – Di Giuseppe Maiolo, psicoanalista

Per fermare l’orco abbiamo bisogno anche dell’aiuto degli altri piccoli che vedono, sentono e percepiscono quel che accade a un compagno o a una compagna

Non è per nulla facile scovare gli «orchi» che molestano i minori. Non lo è mai stato.
È storia consueta che la violenza sessuale e psicologica rimanga nascosta per un certo tempo.
Alle volte emerge quasi per caso, come pare sia avvenuto con il maestro che molestava sessualmente i bambini di una scuola in provincia di Bolzano.
Ciò è dato dal fatto che è un’abilità specifica dell’abusante nascondere agli occhi degli altri le sue azioni perverse e tessere nascostamente e con pazienza una ragnatela di azioni invischianti.
Così ci vogliono strumenti sofisticati di alta tecnologia per rendere evidente quello che non si vede o che abilmente viene occultato.
 
La trappola che tende il pedofilo, imprigiona quasi sempre perché i suoi atteggiamenti e le parole perverse che utilizza, non necessariamente minacciose, costringono al silenzio le vittime designate.
In particolare i bambini accettano le molestie e le attività seduttive in quanto si vergognano di parlarne con gli adulti di riferimento, oppure perché temono di perdere quelle attenzioni affettuose e delicate che il pedofilo dedica loro.
Questo rende necessario far sapere sempre ai bambini quali pericoli si nascondono dietro atteggiamenti troppo seduttivi o comportamenti che coinvolgono il corpo come contatti troppo ravvicinati e carezze insistenti.
È necessario parlar chiaro ed è fondamentale che siano i genitori e gli insegnanti ad affrontare apertamente l’argomento pedofilia pur con la giusta delicatezza e parole adeguate.
 
Ai bambini, senza particolari preoccupazioni, va detto chi è il pedofilo e cosa fa, come si comporta. Va esplicitato che non è l’uomo che ruba o rapisce i minori e li ammazza.
Si sentono troppo spesso circolare idee come queste che sono sbagliate e impediscono ai piccoli di riconoscere i soggetti «malintenzionati», che di solito sono privi di evidenti caratteristiche minacciose. Poi, un modo per aiutarli è quello di far capire che il loro corpo è privato e prezioso.
C’è un fondamentale e precoce concetto di privacy relativa al corpo e alle parti intime che è bene definire precocemente.
È un buon modo per aiutare a costruire dentro un sentimento di autoprotezione basato sul senso di imbarazzo e sulla percezione che qualcosa di strano si agita per un contatto fisico insistente con un adulto.
È una buona pratica utile a riconoscere chi non rispetta il corpo e la psiche di un bambino e spinge a far intervenire chi di dovere prima che sia troppo tardi.
 
Infine per fermare l’orco e rendere evidenti le sue azioni subdole, abbiamo bisogno dell’aiuto degli altri piccoli che vedono, sentono e percepiscono quel qualcosa di strano e offensivo che accade a un compagno o a una compagna.
Li dobbiamo attrezzare a coltivare l’empatia e educarli a non stare in silenzio per paura di essere considerati delle spie.
Li dovremmo far crescere capaci di distinguere i segreti buoni da quelli cattivi e educarli ad avvisare gli adulti quando provano imbarazzo o altre emozioni forti se vedono comportamenti particolari dei grandi, come contatti fisici e coccole troppo frequenti e più del dovuto a un compagno.
 
Giuseppe Maiolo
Doc. Psicologia delle età della vita – Università di Trento
www.officina-benessere.it