Aggressioni equiparate a infortuni sul lavoro – Di Damiano Luchi
Responsabilità per la sicurezza dei lavoratori in caso di aggressioni: il monito dell’associazione Universal
La sicurezza sul lavoro deve comprendere anche i rischi da aggressione e simili per il personale da parte di soggetti estranei o utenti soprattutto quando la mansione, la situazione o posizione degli ambienti di lavoro siano «sensibili».
L’associazione «Universal - diritto, salute, lavoro» di Trento sta organizzando un convegno per P.M.I e lavoratori sull’argomento finalizzato a sensibilizzare le parti su queste tematiche che avrà come relatore il dr. Valerio Dè Belardini uno dei propri soci fondatori e referente del comitato scientifico, esperto medico competente del lavoro nonchè medico legale.
IL D. LGS. 81/08: ARTICOLO 28 SOTTOLINEA CHE LA VALUTAZIONE DEI RISCHI LAVORATIVI DEVE RIGUARDARE «TUTTI I RISCHI PER LA SICUREZZA E LA SALUTE DEI LAVORATORI, IVI COMPRESI QUELLI RIGUARDANTI GRUPPI DI LAVORATORI ESPOSTI A RISCHI PARTICOLARI» |
Ad esempio in molte pubbliche amministrazioni, banche, supermercati si sono adottate delle misure che tendono a non contrastare, per la sicurezza del dipendente, gli atti di minaccia.
Da evidenziare inoltre che in questo periodo di Covid-19 e utilizzo di mascherine vi possano essere ulteriori difficoltà nell’identificazione dei soggetti con le semplici telecamere.
Il datore di lavoro in caso di aggressioni attiva la pratica infortunio Inail aprendo al diritto di rivalsa se individuati i colpevoli ma il bene primario della sicurezza è potenzialmente messo a rischio anche in modo serio.
Pertanto è opportuno che il titolare e l’ R.S.P.P. prevedano in modo chiaro delle corrette procedure per la miglior tutela possibile del personale.
In molti D.V.R. (documento di valutazione dei rischi) si notano le seguenti misure in forma indicativamente standardizzata ma che devono essere contestualizzate e rese specifiche per la singola attività svolta.
«Se all’improvviso un’arma da fuoco, un coltello o altro oggetto contundente, vengono puntati contro di voi, cercate di mantenere la calma.
«Ricordatevi che i malviventi sono assoggettati ad una fortissima tensione e che bisogna ad ogni costo evitare che essi abbiamo reazioni violente.»
Si deve cercare i di comportarsi come segue
• Seguite alla lettera le istruzioni, senza fretta ma neppure con troppa lentezza. Fate tutto ciò che il malvivente vi chiede, ma nulla di più. Un atteggiamento docile, ma non collaborativo, è il più appropriato ed è proprio quello che il malvivente si aspetta da voi,
• Se per consegnare il denaro, od oggetti preziosi, dovete spostarvi dalla vostra postazione, oppure dovete compiere un qualsiasi movimento o spostamento, chiedete il permesso o preavvertite il malvivente,
• Se il malvivente vi minaccia, ma l’arma non è visibile, partite sempre dall’assunto che l’arma ci sia. È’ il comportamento più ragionevole e prudente,
• Se durante la rapina squilla il telefono, non rispondete senza aver prima chiesto il permesso al malvivente,
• Mentre state eseguendo le istruzioni dei malviventi, cercate di memorizzare i tratti caratteristici della fisionomia, dell’abbigliamento e, importantissima, l’altezza, per confronto con riferimenti noti. Cercate anche di osservare le armi impugnate
• È assai raro il caso che i malviventi si allontanino, portando un ostaggio con sé, perché un ostaggio rappresenta sempre un impaccio. Se dovesse capitarvi, non fate resistenza, ma anzi cercate di comportarvi con inerzia, sino allo svenimento, intralciando ulteriormente la fuga,
• Non ostacolate i malviventi mentre si allontanano per evitare ritorsioni.”
Alcune categorie sono particolarmente a rischio, infatti non solo le forze dell’ordine ma anche i sanitari.
Dai dati del Sindacato Medici Italiani la situazione pare allarmante:
9 MEDICI SU 10 SONO A RISCHIO DI AGGRESSIONI E VIOLENZE NELLE SEDI DI CONTINUITÀ ASSISTENZIALE (EX GUARDIA MEDICA): IL 45% È DONNA IL 60% SUBISCE MINACCE VERBALI IL 20% PERCOSSE IL 10% ATTI DI VANDALISMO IL 10% VIOLENZA A MANO ARMATA. |
Parlando con il dott. Valerio Dè Belardini, vista la sua esperienza di medico legale e competente del lavoro, socio fondatore dell’associazione «Universal- salute diritto, lavoro» emerge un vero campanello d’allarme non solo per la categoria medica ma anche per l’aumento del senso di impunità dei malintenzionati.
Persino per chi svolge la libera professione è complicato gestire certi clienti aggressivi e raccontando della propria esperienza in Svizzera in SUVA sottolinea che l’attenzione per questi fenomeni è molto più alta che in Italia.
La Corte di Cassazione ha condannato per omessa formazione un datore di lavoro che a seguito di infortunio subito da un prestatore d’opera, si era limitato soltanto a correggere il piano di lavoro e a rendere sicura una scala.
E questo vale anche quando ci troviamo di fronte ad un infortunio sul lavoro quando un operatore sanitario viene aggredito durante lo svolgimento della propria attività professionale.
I danni legati a questo fenomeno, purtroppo in crescita nel nostro Paese, sono sia quelli delle lesioni fisiche che quelli dovuti a disturbi post-traumatico da stress, disturbo d’ansia generalizzato e depressione che danno luogo ad una ridotta attenzione sul lavoro, una sottovalutazione del rischio con distrazione e mancata osservanza degli obblighi per la salute e sicurezza sul lavoro.
In ogni caso tutti i lavoratori che anche i itinere subiscono queste condotte vanno tutelati maggiormente.
Ulteriormente si potrebbe affermare che tra gli oneri del datore di lavoro vi sia anche quello di fornire degli adeguati D.P.I. (dispositivi di protezione individuale) come i guanti anti-taglio, il Taser per le forze dell’ordine o lo spray al peperoncino per contenere i violenti anche per i sanitari.
Le 10 proposte dell’associazione per un miglioramento sono le seguenti:
1) Commissione di indagine per analizzare e quantificare il fenomeno della violenza nella sanità pubblica, forze dell’ordine e lavoratori.
2) Legge a tutela del personale sanitario, ff.oo., cassieri e commercianti/esercenti e chi e’ esposto al pubblico.
3) Inasprimento delle pene per chi aggredisce lavoratore nel proprio posto di lavoro, nel corso della sua attività, o per i sanitari nelle visite domiciliari e interventi di emergenza.
4) Modernizzazione delle strutture e controllo degli ingressi.
5) Messa in sicurezza e dotazione di dpi efficaci (taser, spray etc.).
6) Telesorveglianza rinforzata.
7) Servizio di vigilanza: maggiore coordinamento con le forze dell’ordine
8) Previsioni di polizze assicurative specifiche
9) Organizzazione del servizio anti aggressione e previsione di formazione, mezzi e personale di supporto (come addetto antincendio, rspp, aspp etc..)
10) Maggiore coinvolgimento degli enti locali.
Damiano Luchi