Un breve ricordo e una narrazione di Paolo Farinati
Demolizione della palazzina già sede della Camera del Lavoro di Rovereto
«In una giornata piovosa e grigia di metà inverno, il 26 febbraio 2020, è iniziata la demolizione al Piazzale Leoni o Follone della stecca più a ovest, quella verso via Saibanti, un tempo lontano caserme austro-ungariche, poi italiane e quindi tedesche, negli anni '50 residenza di parecchie famiglie istriane sfollate e più recentemente sede della CGIL di Rovereto, chiamata anche Camera del Lavoro.
Quante volte da bambino sono salito al primo piano per andare a trovare mio padre Aldo, negli anni '60 e '70 segretario provinciale della FILPC-CGIL, ovvero del sindacato del settore poligrafico e cartaio.
Quanti ricordi, quanta genuina nostalgia, quanta nobile storia di lavoratori della Vallagarina e del Trentino.
E come non ricordare figure di personaggi colti, determinati e visionari quali Achille Leoni, Giancarlo Bruseghini, Flavio Berti, Gianni Cretti, Bruno Dorigatti, Gianni Scarpetta, Paolo Burli e molti altri che hanno segnato la storia indelebile dei diritti e della dignità dei lavoratori.
Quanti raduni lì sotto in quel piazzale che era chiamato semplicemente il Follone, a giusto ricordo di un tessuto grezzo ma resistente e prezioso che veniva fatto nella vicina industria Serica.
Manifestazioni che hanno reso Rovereto e la Vallagarina un avamposto dell'industria e della civiltà del lavoro del Trentino e non solo.
Con sincero affetto ricordo pure le molte occasioni in cui negli anni '70 anche noi studenti degli istituti superiori della città ci univamo lì ai moltissimi uomini e donne e mostravano il nostro impegno per un mondo più giusto e un benessere più equo e più diffuso.
Rovereto all'apice del suo sviluppo economico arrivò ad avere dall'industria ben 12 mila buste paga, con aziende quali Manifattura Tabacchi, Pirelli, Alumental, Grundig, Cartiera ATI, Filtrati, Marangoni, Cofler, Siric, Nastrificio, Serica, Alpe, Salumificio Marsilli, Officine Bini e molte altre.
Un universo encomiabile di uomini e donne che alla Camera del Lavoro avevano un punto di riferimento importante e per loro vitale.
Faccio mio con piacere il suggerimento che mi è giunto in queste ore da Bruno Dorigatti, già stimato Segretario della CGIL del Trentino ed emerito presidente del Consiglio provinciale.
Ovvero di prevedere nella complessiva riprogettazione di Piazzale Leoni il posizionamento in quell'area, che vide la suddetta storica sede sindacale, un ceppo o una targa o magari un piccolo ma significativo monumento che ricordi a tutte e tutti e per sempre quella nobile storia.
Paolo Farinati