Legionari cecoslovacchi: a Riva e Arco la commemorazione

Come usava il nemico Impiccatore, ne furono impiccati cinque per tradimento

Foto della scorsa edizione.

Sabato 23 settembre alle 17 a Campi e alle 18 a Riva del Garda, e domenica 24 settembre a partire dalle 10 ad Arco si commemorano i legionari cecoslovacchi caduti nella Prima guerra mondiale combattendo con l’esercito italiano, catturati e giustiziati a Riva del Garda e ad Arco.
A Campi la cerimonia si svolge al monumento eretto nel cimitero del paese, a Riva del Garda al monumento a Alois Štorch e Leopold Jeřábek in località Grez.
Ad Arco l’inizio è alle ore 10 con la santa messa nella chiesa collegiata di Santa Maria Assunta, al termine della quale si forma il corteo che percorrendo via Segantini raggiunge il monumento a San Venceslao, dono della Scuola artistica di scultura di Hořice, in via dei Legionari cecoslovacchi, all’incrocio con via Paolina Caproni Maini.
 
Qui alle ore 11 inizia la cerimonia con le onoranze, a seguire il corteo si rimette in marcia alla volta del parco dei Caduti cecoslovacchi, dove si trova il monumento ai legionari Antonín Ježek, Karel Nováček, Jiří Schlegl e Václav Svoboda, e dove si svolge la cerimonia con le onoranze ai Caduti e il saluto delle autorità.  
Per la Repubblica Ceca ci saranno una delegazione del Reparto dei veterani di guerra del Ministero della Difesa guidata dal capo di sezione Milan Bachan e, eccezionalmente, l’ambasciatore della Repubblica Ceca a Roma Jan Kohout; a Riva del Garda il sindaco Cristina Santi e il vicesindaco Silvia Betta, ad Arco il sindaco Alessandro Betta, presenti in entrambi i casi rappresentanze delle Giunte, dei Consiglio comunali e un’ampia rappresentanza dei Gruppi Alpini di Arco e di Riva del Garda.
 

 
 Cenno storico d iRiva   
Riva del Garda Nella zona del lago di Garda durante gli ultimi anni della Prima guerra mondiale operava presso il 29° Corpo d’armata italiano un’unità cecoslovacca, la seconda compagnia del 39°, con il nome di «Avio».
Ne facevano parte anche due cechi passati con gli italiani, il caporale Alois Štorch e l’appuntato František Tobek, che avevano contribuito con le loro informazioni alla resistenza delle truppe italiane al Doss Alto. Alois Štorch, caporale telefonista della terza batteria del 13° Reggimento di artiglieria di stanza a Nago, era nato il 20 giugno 1893 a Ceskà Lìpa; l’appuntato František Tobek, della stessa batteria, era nato il 21 maggio 1896 a Lazany, presso Litomyšl.
Il piano di azione prevedeva che i due graduati cechi, alla testa di due manipoli nei quali militavano altri due soldati cecoslovacchi, Leopold Jeřábek e Jan Smarda, sarebbero partiti da Malcesine e da lì avrebbero superato gli sbarramenti penetrando in territorio austriaco nella piana del Sarca, allo scopo di mettere scompiglio nelle linee avversarie e nel contempo attirare le simpatie dei connazionali, rimasti nelle file austro-ungariche.
 
L’approdo avvenne verso l'una e mezza della notte tra il 2 e il 3 luglio 1918 alla foce del Sarca, ma i militi furono scoperti dalle pattuglie austriache e tentarono la fuga gettandosi a nuoto: Jeřábek rimase colpito e annegò; Tobek si salvò nuotando fino alle linee italiane a Buon Porto; Štorch, colto da un crampo in acqua, fu catturato da una pattuglia austriaca; infine, Smarda fu preso dagli austriaci sulla costa.
I due soldati catturati vennero immediatamente sottoposti a processo davanti all’arciduca Max, ma se la posizione di Smarda fu più lieve, colpevole solo di aver voluto rientrare in patria, Štorch fu riconosciuto disertore e condannato a morte.
La sentenza fu eseguita alle 2 e mezza del mattino del 5 luglio 1918. Per rappresaglia il generale Graziani, comandante della divisione cecoslovacca, ordinò un massiccio bombardamento sulla inerme città di Riva e sul luogo della impiccagione dello sfortunato Štorch.
 
 Cenno storico: Arco  
Il monumento ai legionari cecoslovacchi, curato da tanti anni dagli Alpini di Arco, si trova in località Prabi, in una stretta via tra gli olivi, nel luogo dove fu eseguita, per impiccagione, la sentenza di morte di Antonín Ježek, Karel Nováček, Jiří Schlegl e Václav Svoboda.
A partire dal 1917 si formò a fianco dell’esercito italiano che combatteva gli austroungarici sul fronte trentino un corpo di volontari cecoslovacchi, disertori dell’esercito imperiale; nel 1918 questi si trasformarono in un vero e proprio esercito cecoslovacco in Italia che aveva una Compagnia anche in Trentino.
Il 21 settembre del 1918, in un’azione militare austriaca a Doss Alto, alle pendici del monte Baldo, caddero prigionieri cinque legionari cecoslovacchi; trasferiti nottetempo a Ceniga, subirono un sommario processo come traditori per la diserzione dall’esercito austroungarico.
Quattro di loro vennero impiccati.