La vincitrice del premio Arge Alp 2014 è Iris Bhatia
È una studentessa del liceo Rosmini di Rovereto, che ha scritto «Ti racconto la pace – Parole di speranza in un secolo di storie»
«Ti racconto la pace – Parole di speranza in un secolo di storie.»
E’ questo il titolo del racconto con cui una studentessa del liceo «Rosmini» di Rovereto, Iris Bhatia, ha conquistato il primo premio – nella sezione scritti – del premio Arge Alp 2014.
Il premio, istituito da Arge Alp (una Comunità di lavoro delle Regioni alpine unite per promuovere lo sviluppo economico, ambientale e sociale dei territori alpini di confine) vuole promuovere una vera cultura di pace anche fra i giovanissimi.
Per questo il tema del concorso, rivolto ai ragazzi di età compresa fra i 15 e i 20 anni, era «Come possiamo garantire la pace».
Ragazze e ragazzi delle dieci Regioni, Lander e Province appartenenti alla Comunità di lavoro ARGE ALP - Stato Libero di Baviera, Canton Grigioni, Lombardia, Land Salisburgo, Canton San Gallo, Provincia autonoma di Bolzano, Tirolo, Provincia autonoma di Trento e Voralberg - si sono espressi in forma scritta e con elaborati multimediali su questo tema.
I lavori caricati dai ragazzi direttamente sul sito www.argealp.org sono stati esaminati prima a livello regionale e, in un secondo momento, da una giuria internazionale riunitasi a Trento lo scorso giugno.
I sei vincitori del Premio 2014 provengono da Lombardia, Canton Grigioni, Land Voralberg, Provincia autonoma di Bolzano e Provincia autonoma di Trento.
Per gli «elaborati scritti» è risultata vincitrice Iris Bhatia. Iris vive a Rovereto dove a settembre inizierà il quinto anno del liceo classico al «Rosmini».
Il suo racconto «Ti racconto la pace – Parole di speranza in un secolo di storie» è stato premiato con questa motivazione.
«L’elaborato è stato scelto per la sua originalità, anche in termini di struttura compositiva. La giuria ha apprezzato lo svolgimento del lavoro in una prospettiva intergenerazionale, che evidenzia una dinamica dialogica fra passato presente e futuro. Emerge peraltro la problematicità della reiterazione degli errori della storia, senza rinunciare ad una visione di speranza verso le generazioni future.»
«Nel mio racconto ripercorro l’ultimo secolo di storia, le due guerre mondiali, ma anche i conflitti degli anni Novanta attraverso lettere tramandate da padri e figli soldati» spiega Iris.
Un lavoro che ha richiesto lo studio di una parte di storia non ancora affrontato sui banchi di scuola.
«Ho dovuto indagare la storia cercando fonti e documenti e riscoprirla raccontandola da un punto di vista soggettivo, quello dei soldati di diverse epoche» continua la ragazza che spiega così cosa l’ha spinta a scrivere.
«Mi sono sentita quasi in dovere, a cent’anni dallo scoppio della prima guerra mondiale, di farlo. E’ importante che noi ragazzi, che non abbiamo vissuto in maniera diretta la guerra, promuoviamo la pace».