Mauro Neri, un romanzo dedicato a KINO – Di Daniela Larentis

Le avvincenti pagine di «Kino, l'apostolo senza tempo dei migrantes messicani vittime del muro» svelano la figura del missionario trentino padre Eusebio Francesco Chini

Padre Eusebio Francesco Chini.

«Kino, l'apostolo senza tempo dei migrantes messicani vittime del muro» (edizioni Ancora, Milano) del giornalista e scrittore Mauro Neri è un appassionante romanzo dedicato all’emblematica figura di padre Eusebio Francesco Chini, missionario gesuita presso le tribù native del Messico e Arizona del Sei-Settecento, diventato «Kino» per la popolazione dei Pima (nacque nel 1645 a Segno, in Trenino, e morì nel 1711 nello Stato di Sonora, Messico).
Il volume, impreziosito dalla corposa appendice biografica curata dalla giornalista e scrittrice Silvia Vernaccini, è collegato a un progetto musicale che coinvolge, oltre allo stesso Neri che ne cura i testi, l'Associazione «P. Eusebio Francesco Chini» e la Scuola musicale «C. Eccher» di Cles; si tratta di un'opera musicale dal titolo «Kino, il costruttore di ponti» che metterà in scena il protagonista del romanzo, su musiche originali di Armando Franceschini (gli attori coinvolti sperano di portarlo a compimento in tempo per la beatificazione del missionario trentino, un processo tuttora in corso che potrebbe concludersi già entro i prossimi dodici mesi).
 
La narrazione si muove attraversando piani temporali differenti, il 1687, il 1945, il 2011, toccando tre continenti diversi, dall’Europa all’America passando per l’Asia.
I protagonisti delle singole storie sono una giovane coppia di migrantes messicani, un marine scioccato dagli eventi di Iwo Jima, il quale vuole andare in Texas per «porre rimedio almeno a una piccola ingiustizia», e i nativi indiani, vittime inermi del dominio dei colonizzatori. Padre KINO è l’elemento unificatore del racconto, una figura divenuta leggendaria, considerato dai pima «padre, protettore, santo».
 
Mauro Neri ha dedicato gran parte della sua produzione letteraria al mondo dell'infanzia e dell'adolescenza, scrivendo fino ad ora più di duecento libri, tra cui molti di fiabe, racconti e romanzi.
Ha scritto anche testi di canzoni, testi teatrali, saggi storici, didattici e poesie e ha curato la realizzazione di trasmissioni televisive, video e documentari.
Con un volume su don Lorenzo Guetti, fondatore della cooperazione trentina, dal titolo «Le stagioni della solidarietà» ha vinto il premio ITAS del Libro di Montagna nel 1981.
Con il volume di poesie «Storie di pietra» ha vinto il Premio internazionale L'Emigrante nel 1996.
Con «Rondino», fiaba romanzo per bambini, ha vinto il Premio Giovanni Arpino-Città di Bra nel 2001.
Con il romanzo ambientato nella preistoria «Bàcmor» ha ricevuto una segnalazione al Premio Città di Castello nel 2002.
Con la raccolta di leggende trentine «Quella terra magica tra i monti» è stato insignito con un diploma al Premio Parole senza confini nel 2003. Il monumentale volume «Le mille e una leggenda del Trentino» (ed. Athesia), da poco pubblicato, è stato presentato qualche mese fa nell’affollata sala Falconetto di palazzo Geremia, a Trento.
 
Abbiamo letto «Kino, l’apostolo senza tempo dei migrantes messicani vittime del Muro» lasciandoci trasportare dalla suggestione creata dall’incrocio di singoli destini, lo abbiamo apprezzato per diverse ragioni, innanzitutto per averci offerto la possibilità di conoscere più in profondità il missionario, coinvolgendoci in una lettura emozionante; l’appendice è un prezioso strumento di consultazione, contiene una dettagliata biografia, la sezione «l’alfabeto di padre Kino» raccoglie una miriade di informazioni, coordinate che aiutano a orientarsi nel mondo del «Vestenera, il padre a cavallo», missionario, geografo, esploratore, cartografo, fondatore di ventisette missioni.
 
Pur essendo stato pubblicato nel 2017 (presentato innanzi a un folto pubblico anche nel gennaio scorso, al Museo Civico di Rovereto) il volume suscita sempre un grande interesse, poiché affronta fra l’altro un argomento molto attuale, quello dell’incontro con l’alterità.
Da sempre il venire a contatto con «l’altro» suscita svariate emozioni, da un lato curiosità, stupore, ma anche timore, paura. Esistono molti modi di entrare in relazione con il prossimo e padre KINO sa farlo con immenso rispetto e amore, un sentimento che lo spinge a conoscere e, soprattutto, a comprendere la gente con cui si trova a interagire, adoperandosi per lo sviluppo economico di Sonora.
 

Silvia Vernaccini e Mauto Neri.

Il missionario viaggia molto, leggiamo nella sua lunga biografia che, prima di arrivare l’anno successivo nella Pimería Alta, dove fonda la missione di Nuestra Señora de los Dolores, «nel 1686 parte da Città del Messico verso le regioni dei Seri e dei Guaymas e qui, tramite un decreto reale, ottiene che i neofiti e i battezzati siano esenti per vent’anni dal pagare tributi e dai lavori pesanti delle miniere, cercando in tal modo la massima tutela dei diritti civili dei neo-convertiti indiani.
Da questo momento padre Kino prende le distanze dalla politica degli spagnoli che non rispetta gli indigeni come individui […]».
 
Padre Eusebio Francesco Chini si reca nelle zone abitate dalle tribù indiane dei Pima per evangelizzarle, nel deserto di Sonora, oggi tagliate in due dal muro che divide il Messico dagli Stati Uniti.
Insegna fra l’altro alle popolazioni indigene come si alleva il bestiame, i metodi di coltivazione di piante sconosciute.
Negli Stati Uniti e in Messico è un personaggio mitico, gli hanno dedicato strade, monumenti, è considerato uno dei fondatori dell’Arizona.
Lui «è la dimostrazione concreta - sottolinea l’autore – che la Parola di Dio, salvifica per l’anima, è anche un efficace strumento di riscatto sociale ed economico per i più poveri, i derelitti, gli sfruttati».

Daniela Larentis – [email protected]