Crescita delle imprese femminili in Provincia di Trento

Camera di Commercio: Sensibile aumento nel corso dell’ultimo anno, superiore al dato nazionale, a quello del nord est e dell’Alto Adige

A fine marzo 2016, le imprese femminili iscritte al Registro delle imprese della Camera di Commercio di Trento risultano essere 9.039 e rappresentano il 17,6% del totale delle imprese presenti sul territorio.
Sono, questi, dati di stock: una «fotografia» scattata sul mondo delle imprese alla data del 31 marzo 2016.
Rispetto al marzo 2015 sono aumentate di 189 unità, con un incremento complessivo del 2,1%.
Si tratta di un dato significativo che indica una crescita percentuale superiore a quella del totale delle imprese trentine registrate che, al 31 marzo 2016, sono 51.445, con un aumento del dato di stock dell’1,2% rispetto alla stessa data del 2015 (50.856 imprese).
 
L’aumento delle imprese femminili in Trentino si conferma molto buono anche rispetto all’incremento registrato in provincia di Bolzano, che con 10.123 imprese femminili corrisponde a +0,6% rispetto a marzo 2015, a quello del Nord Est che è pari a +0,8% con 230.987 imprese e al totale delle imprese femminili italiane che, sempre alla fine del marzo scorso, è cresciuto dell’1,0% con 1.308.566 unità.
Passando all’analisi della forma giuridica delle imprese femminili, non si evidenziano novità salienti: il 66,5% è costituito da imprese individuali e il 18,1% da società di persone.
Le società di capitale rappresentano una quota minore (13,5%), ma negli ultimi anni la loro costante crescita evidenzia un’evoluzione verso forme giuridiche più strutturate.
L’analisi per settori rileva una consistente presenza imprenditoriale femminile nel commercio all’ingrosso e al dettaglio (1.976 imprese, che rappresentano il 22% del totale delle imprese trentine dedite al commercio), nell’agricoltura (1.864 imprese, pari al 15,6% del settore primario), nel turismo (1.478 imprese, il 28,7% delle imprese dedite ai servizi di alloggio e ristorazione) e nelle «altre attività di servizi» (prevalentemente servizi alla persona) con 1.084 imprese, pari al 60,8% delle imprese del comparto.
 
Esaminando i dati di flusso relativi al primo trimestre di quest’anno – ossia le nuove iscrizioni e cancellazioni verificatesi tra gennaio e marzo – è importante segnalare che proprio in questo periodo dell’anno si registra solitamente un numero elevato di cancellazioni per motivi di carattere amministrativo-fiscale.
I dati confermano la nascita di 265 nuove imprese femminili, mentre il dato riferito allo stesso periodo del 2015 si ferma a quota 207.
Quest’anno, 215 donne hanno deciso di mettersi in gioco dando vita a un’impresa individuale (l’81% delle nuove iscrizioni ha questa forma giuridica); sono invece 13 le società di persone e 37 le società di capitale, a prevalenza femminile, nate nel primo trimestre 2016.
Le nuove imprese guidate da donne esercitano la loro attività prevalentemente nel settore primario (57 nuove imprese), nel commercio all’ingrosso e al dettaglio (38 nuove imprese) e nel turismo  (26 imprese).
 
Il 38% delle imprese nate nei primi tre mesi dell’anno ha alla guida giovani donne (con meno di 35 anni); il 18% delle imprese nate nel periodo compreso tra gennaio e marzo ha alla guida donne straniere (nate all’estero).
Sempre con riferimento al primo trimestre 2016, i dati di flusso del Registro delle imprese rilevano 272 cancellazioni di imprese femminili, mentre il dato riferito allo stesso periodo del 2015 si ferma a quota 230.
Anche in questo caso, nella maggioranza dei casi, si tratta di imprese individuali (237 imprenditrici, pari all’87% delle cancellazioni); seguono, a grande distanza, le società di persone (7,4%) e le società di capitale (4,4%).
Il 26,8% delle imprese cessate si occupava di commercio (73 imprese femminili cancellate dal Registro delle imprese), il 26,1% era dedito all’agricoltura (71 imprese femminili), il 14,7% svolgeva la sua attività nei servizi di alloggio e ristorazione (40 imprese femminili).
Il 15% delle imprese cessate nei primi tre mesi dell’anno, aveva alla guida giovani donne (con meno di 35 anni) e il 10% donne straniere (nate all’estero).