India, niente libertà su cauzione per i due marò italiani
I nostri Latorre e Girone rimarranno in carcere almeno fino al prossimo 25 maggio
Come c’era da aspettarsi, il tribunale di Kollam ha respinto la richiesta di libertà su cauzione per i due marò italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati dalle autorità del Kerala di aver ucciso due pescatori indiani scambiandoli per pirati, allungando la carcerazione preventiva di altre due settimane.
La farsa è sempre la stessa: «attesa che vengano completate le immagini».
Ovviamente la Farnesina presenterà un nuovo ricorso la prossima settimana.
Per contro, la Corte Suprema ha invitato le autorità di Kerala a «mettere i nostri militari in una condizione adeguata al loro status», cioè di ufficiali dello Stato italiano.
Una delle cose inspiegabili per un Paese Occidentale è questa commistione tra autorità giudiziarie e politiche, per cui i rapporti tra i due poteri sembrano esorbitare dall’ambito dialettico.
Non molto tempo fa, infatti, il Governatore dello Stato ha sostenuto la tesi per cui «la Giurisdizione legittima è quella Indiana», quando invece dovrebbe essere compito esclusivo dell’autorità giudiziaria prendere decisioni di questo genere.
Si ricorda che nei giorni scorsi le autorità avevano permesso alla nave Enrica Lexie di prendere il largo insieme all’equipaggio e agli altri militari, chiedendo in cambio una cauzione di 400.000 dollari all’armatore e l’impegno alle autorità italiane di inviare i commilitoni rilasciati al processo nel caso fosse necessaria la loro testimonianza.