Chiuso il 44° Vinitaly: 152.000 visitatori, operatori esteri +4,4%
Record storico di visitatori stranieri alla rassegna. Torna la fiducia?
Vinitaly caput mundi
dell'enologia, con un incremento del 4,4% degli operatori
esteri per un totale di 47.000 provenienti da oltre 110 Paesi e
soprattutto da nuovi mercati (dati in attesa di certificazione
FKM), per un totale di 152.000 presenze.
Oltre 2.500 giornalisti accreditati, in arrivo da oltre una
cinquantina di Paesi.
«La mia soddisfazione più grande - afferma Ettore Riello,
presidente di Veronafiere - è aver visto ritornare la fiducia sul
volto degli espositori, che hanno potuto constatare il lavoro
svolto dalla squadra di Vinitaly per incrementare la presenza di
operatori».
«Per raggiungere questo risultato - dice Giovanni Mantovani,
direttore generale di Veronafiere - Vinitaly ha realizzato massicce
azioni di marketing diretto sui principali mercati e ha portato a
Verona delegazioni qualificate da Nord, Centro ed Est Europa,
Russia, ma anche da Usa, Canada e Australia, Paesi mediterranei,
Asia, Estremo Oriente, America Centrale e Meridionale».
«Storica per questo Vinitaly la visita del presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano - ricorda Riello - che ha dato al
settore la misura dell'attenzione delle istituzioni e uno sprone a
guardare avanti. Per questo è di buon auspicio l'idea condivisa con
il presidente della Repubblica di indire un concorso per realizzare
la bottiglia celebrativa del 150° dell'Unità d'Italia, da
presentare insieme al Vinitaly del prossimo anno (7-11 aprile
2011).»
«Questo è stato il Vinitaly della serenità, abbiamo lavorato fin
dal primo giorno di manifestazione e c'è la coscienza che il
settore può uscire più velocemente di altri dalla crisi».
Lo dice Sandro Boscaini della Masi, ma dello stesso parere sono
altri storici produttori, da sempre presenti al salone del vino di
Verona.
«Un Vinitaly di successo, con una buona affluenza di operatori
italiani e stranieri, - dice Lamberto Vallarino Gancia, e Andrea
Sartori lo conferma. - L'ottimismo che si respira e che rassicura
sulla volontà di lasciare alle spalle un periodo difficile».
Molto bene anche per Francesco Zonin.
«Al di là dei numeri, l'aspetto più positivo è proprio l'ottimismo.
Ben organizzato Vinitaly, che ha visto gli operatori stranieri
concentrati soprattutto nei primi due giorni».
«È andata benissimo, abbiamo visto i nostri importatori, ma ne
abbiamo incontrati anche di nuovi, tra i quali anche cinque-sei
società russe,» - dice Jacopo Biondi Santi. Molto soddisfatta pure
Francesca Planeta, che ha visto spazzata via la paura che aleggiava
nel 2009.
«Buona l'affluenza dai mercati esteri, - confermata da Lorenzo
Biscontin di Santa Margherita. - «Parecchi i contatti di business
senza appuntamento e ho sentito che anche altre cantine hanno fatto
affari. Presenti quest'anno Sudamerica, Turchia, ma anche Nord
Europa».
«Il segnale di questo Vinitaly è che i mercati stanno andando bene,
con la presenza qui a Verona di tutti i principali partner
stranieri asiatici e nordamericani, ma abbiamo avuto anche nuovi
contatti da Ungheria, Ukrania e Kazakistan. La crisi c'è ancora, la
differenza - spiega Alberto Chiarlo - è che adesso il mercato si
concentra sui marchi che danno garanzie e sicurezza, così c'è una
dicotomia sempre più accentuata fra cantine che vanno bene e quelle
che fanno fatica».
Nuovi contatti pure per Masciarelli.
«Siamo soddisfatti dell'andamento generale e dei contatti con
italiani e operatori internazionali.»
«Sull'organizzazione, poi - dice Rocco Cipollone, - nulla da
eccepire».
«Complimenti al presidente di Veronafiere Ettore Riello - gli fa
Gianluca Bisol, - per l'intensità di eventi e incontri importanti
di grande forza attrattiva. Qualificata la presenza di importatori
con la firma di accordi di distribuzione per i mercati dell'Est
europeo e dell'America Latina».