Castelfondo, profughi e comunità ancora più vicini

Ieri sera l'incontro con i giovani migranti ospitati all'Ostello «Madonna della Neve»

Oggi la piccola comunità di Castelfondo è ancora più vicina ai giovani migranti accolti all'Ostello «Madonna della neve» dopo essere stati soccorsi nel Mediterraneo nell'ambito dell'operazione «Mare Nostrum».
Una vicinanza che nasce dall'incontro, dal dialogo, e dalla conoscenza del vissuto di questi ragazzi, fuggiti da guerre, violenze e persecuzioni con i «viaggi della speranza» verso l'Italia in balìa non solo del mare, ma anche dei cosiddetti «trafficanti di morte».
E ieri sera, presso l'Ostello, alla presenza fra gli altri dell'assessora provinciale alla Salute e Solidarietà sociale Donata Borgonovo Re, un pubblico aperto e attento ha ascoltato i migranti accolti (in larghissima parte nigeriani e maliani) e i loro racconti di sofferenza, povertà, nostalgia e speranza.
Storie di chi ha perso genitori, fratelli, amici e compagni di viaggio. Racconti che narrano di donne violentate e di bambini uccisi da una violenza intollerabile che spinge inesorabilmente a fughe disperate senza acqua, senza cibo, ammassati su barconi sovraffollati e instabili che talvolta non arrivano a destinazione.
Un applauso ha accompagnato ogni testimonianza; un applauso di vicinanza e solidarietà della gente di Castelfondo e dei rappresentanti istituzionali di Comune, Comunità di Valle e Provincia autonoma.
 
E un grazie alla comunità di Castelfondo è arrivato dall'assessora provinciale alla Salute e Solidarietà sociale Borgonovo Re.
«Un ringraziamento – ha affermato – per l'impegno nell'aiutare chi ha bisogno di noi. È importante saper cambiare sguardo e apprezzare occasioni importanti come questo incontro con occhi fiduciosi.
«Le differenze, se conosciute, vincono le nostre paure. L'accoglienza – ha concluso – è un bene per chi la riceve, ma anche per chi la offre.»
 
«La diversità – ha detto la sindaca Nadia Ianes – esiste anche all'interno di una stessa comunità e questo ci fa capire l'importanza di un reciproco rispetto. Il mio auspicio è che Castelfondo rimanga nel cuore di questi ragazzi come il ricordo di un paese accogliente.»
 
L'importanza dell'ascolto e dell'accoglienza è stata al centro anche degli interventi di Carmen Noldin e Stefano Graiff, assessori rispettivamente alla Solidarietà e Politiche sociali della Comunità della Val di Non.
Dall'assessora Noldin è giunto un particolare apprezzamento per l'opportunità di ascoltare testimonianze espresse col linguaggio del cuore, mentre l'assessore Graiff, dopo il benvenuto ai profughi, ha ricordato fra l'altro la positiva collaborazione fra Provincia e Comunità della Val di Non nel cammino di convivenza sul territorio.
 
Ha concluso la serie di interventi padre Alberto Remondini, presidente della Fondazione S. Ignazio.
«La presenza di questi ragazzi – ha detto – è una grande opportunità per un paese di montagna. Diverse ricchezze umane e culturali possono felicemente mescolarsi. Questa è una preziosa occasione: ciascuno ne porterà i frutti nel cuore, sia i profughi, sia coloro che accolgono.»
Hanno chiuso la serata la musica e le danze dell'associazione «Improntafro», per una nuova positiva contaminazione culturale che, accanto all'abbraccio della comunità di Castelfondo, ha fatto sentire ai migranti ospitati all'Ostello il «calore di casa».
Dal 22 marzo 2014 sono state accolte in Trentino, su richiesta dello Stato, quasi 400 persone soccorse nel Mediterraneo nell'ambito dell'operazione «Mare Nostrum».
Attualmente vi sono 63 profughi a Castelfondo e 90 al Campo della Protezione Civile di Marco di Rovereto. Gli oneri per la gestione del piano straordinario d’accoglienza dei migranti sono a carico dello Stato.