Intervista al dottor Mario Cristofolini/ 2 – Di Nadia Clementi

Parliamo di campagne di prevenzione contro il cancro, dalla lotta contro il fumo alle analisi preventive

La scorsa settimana abbiamo pubblicato l’intervista fatta al dott. Mario Cristofolini sulle malattie della pelle, servizio che ha registrato un notevole grado di interesse da parte dei nostri lettori.
Ma il dott. Cristofolini è impegnato da anni anche nella lotta contro i tumori.  
Per questa ragione abbiamo pensato di fare una seconda intervista, dedicata proprio alla prevenzione dei tumori.

Poiché i tumori vengono vinti in maniera direttamente proporzionale alla precocità della loro diagnosi, riteniamo che saperne di più sia fondamentale per tutti. 

 Dott. Cristofolini Mario
05/07/1956 Laurea in Medicina Università di Modena
04/12/1958 Specializzazione in Dermosifilopatia Università di Bologna
24/11/1961 Specializzazione in Medicina Legale e Infortunistica Università di Padova
23/03/1973 Specializzazione in Idrologia Medica Università di Pisa
 
Esperienza professionale
2012-2013 Professore a contratto Scuola di specialità in Idrologia Università di Pavia
dal 2008 Coordinatore nazionale prevenzione melanoma LILT Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori
dal 2005 Presidente Centro Studi Terme di Comano
Professore a contratto per oncologia presso Scuola di Specializzazione in Dermatologia, Università di Verona
1972-1979 Professore a contratto Scuola di specialità in Idrologia Università di Milano
1995-1999 Professore a contratto Scuola di specialità in Idrologia Università di Pavia
1968-1999 Primario Reparto Dermatologia Ospedale S. Chiara di Trento
Aiuto Reparto Dermatologia Ospedale S. Chiara di Trento
 
Attività scientifiche e didattiche
219 Pubblicazioni Scientifiche sull’epidemiologia: incidenza e fattori di rischio dei tumori cutanei e del melanoma nella popolazione italiana, campagne per la diagnosi precoce del melanoma iniziate nel 1977 (Ia Campagna Europea, partecipazione del volontariato dello screening del melanoma, teletermografia nei tumori cutanei, dermatoscopia e diagnosi automatica del melanoma.
Ha ideato e gestisce dal 1992 il Registro Tumori Cutanei, unico registro d’organo in Europa.
Libri: 2008 Atlante interattivo sul melanoma, 1998 Melanoma e Nevi, 1988 Melanoma Cutaneo, Epidemiologia dei tumori cutanei in Italia 1987
Coautore WHO Booklets sulla clinica del melanoma e delle linee guida del CNR
Monografie 18 su melanoma, fototerapia, medicina termale, idrologia
Cofondatore : Forza Operativa Nazionale per il Melanoma Cutaneo FONMEC,
Gruppo Italiano Polidisciplinare per il Melanoma GIPME,
Società Italiana Dermatologia Chirurgica SIDCO (Presidente 2008)
Associazione Ricerca Medica Trentina ARMET
Gruppo Italiano Dermatologia Termale GIDET
Relatore a congressi di dermatologia, oncologia, idrologia
Socio onorario Societas Dermatologica Monacensis
Honorary Fellow Skin Cancer Foundation New York
Socio fondatore Società internazionale di Medicina Termale
Socio SIDEMAST, ADOI, SIDCO
Esperienze Istituzionali:
dal 1998-2002 Presidente del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento
dal 1990 Membro Accademia Buonconsiglio
2002-2005 Presidente Accademia Accesi
dal 2010-2012 Presidente Centro Servizi Volontariato Provincia Autonoma di Trento
dal 1980 Presidente sezione di Trento e Consigliere nazionale LILT
 
Riconoscimenti pubblici
Commendatore della Repubblica
1° Premio Bertellotti Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani 1998
2° Premio Terme Telese per libro in dermatologia 2002
Aquila S. Venceslao provincia di Trento 2000 

Dottor Cristofolini, Lei da tempo si occupa di prevenzione nella lotta ai tumori. Cos’ è che l’ha portata a questa parte della scienza che all’apparenza è lontana dalla sua specializzazione?
«Come dermatologo ho studiato a lungo i tumori della pelle, che sono i più frequenti in assoluto rispetto a tutti i tumori. La gran parte di essi, se presi in tempo, guariscono e quindi è fondamentale la diagnosi precoce che è compito del dermatologo.
«Anche la prevenzione primaria, e cioè la riduzione dell’esposizione al sole, causa conosciuta dei tumori cutanei, spetta al dermatologo che deve indicare i comportamenti corretti, inoltre la mia ormai ventennale adesione al volontariato alla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori ha poi determinato il mio impegno nella lotta a tutti i tumori, in particolare nella prevenzione.»
 
Quali sono le cause dei tumori?
Il tumore è una malattia genetica causata delle alterazione del DNA, in piccola parte 5% ereditaria, per il resto causata da fattori ambientali, come gli stili di vita (50%) e gli inquinamenti.
«La prevenzione primaria è quindi in grado di evitare il 70% di tutti i tumori.
«Gli stili di vita che causano i tumori sono il fumo di tabacco attivo e passivo (30%), l’alimentazione scorretta e la sedentarietà (35%), l’alcool (8%) e l’esposizione a UV naturali e artificiali, le infezioni, alcuni farmaci e gli ormoni.»
 
Quali sono i tumori più frequenti?
«I tumori più frequenti sono quelli della pelle che peraltro guariscono in altissima percentuale (99%).
«Più importante la mortalità: nel maschio trentino come del resto in tutta Italia il cancro al polmone è la maggior causa di mortalità (22%) direttamente causato dal fumo di sigaretta, seguono i tumori del colon retto legati all’alimentazione e alla sedentarietà, il tumore del fegato legato all’alcool e all’epatite B, il tumore della prostata causato in parte dall’alimentazione e dalla sedentarietà ed infine il tumore dello stomaco causato da alimentazione errata e alcool.
«Nella donna il tumore più frequente, sia per incidenza che per mortalità, è quello della mammella in cui le cause sono solo in parte individuabili, oltre alla familiarità, la sedentarietà, l’alimentazione e gli ormoni.
«Il cancro del polmone nella donna diventerà a breve il tumore più mortale: è quello che mostra il massimo aumento negli ultimi anni legato al fatto che la donna ha iniziato non da molto l’abitudine al fumo.
«Segue il tumore del colon retto e del pancreas legati all’alimentazione, all’alcool e alla sedentarietà.»
 
Pensiamo che del fumo valga la pena dire qualcosa?
«Fumare è la prima causa di morte evitabile. In Trentino fuma il 25% della popolazione adulta, mentre il 23% sono ex fumatori e il 52% sono i non fumatori. Il tabagismo è una sindrome tossica dovuta alla ripetuta e prolungata assunzione del fumo di tabacco ed è contraddistinta da un notevole livello di dipendenza.
«Il fumo contiene oltre 4.000 sostanze irritanti e cancerogene e inoltre sottrae ossigeno a causa del monossido di carbonio. I danni da fumo interessano numerosi apparati: apparato respiratorio con broncopatia cronico-ostruttiva, apparato cardiaco con infarto, ictus, ipertensione, arteriopatie periferiche.
«Il fumo è anche la causa del 30% di tutti i tumori, in particolare 85% dei tumori di polmone, laringe, cavo orale, seni paranasali, esofago, stomaco, pancreas, rene, vescica, e in parte cervice uterina e mammella.
«È implicato anche negli incidenti cerebrovascolari e nella demenza, produce disfunzioni erettili, anomalie in gravidanza e rischio per il feto; infine invecchia precocemente la pelle.»
«La diffusione del fumo è opera delle multinazionali del tabacco attraverso una massiccia promozione pubblicitaria che ha creato il bisogno del fumo. Nonostante le proibizioni continuano i messaggi pubblicitari mirati soprattutto ai giovani e in particolare alle donne indotte a vedere il fumo come segno di emancipazione. I messaggi per smettere l’abitudine del fumo non hanno avuto risultati soddisfacenti, anche perché fumano i medici, gli insegnanti, i divi dello spettacolo ecc.
«Gli slogan sulla pericolosità del fumo stampati sui pacchetti di sigarette insieme ad immagini sugli effetti devastanti del fumo hanno poca presa sui giovani che si credono invincibili e che non rinunciano ad un sacrificio immediato a fronte di un beneficio futuro.
«Buoni risultati sono stati ottenuti con la legge di proibizione nei locali pubblici e con l’attività dei gruppi per la disassuefazione dal fumo. L’impatto dell’utilizzo della sigaretta elettronica è ancora sub iudice.»
 
E l’alcol? Si dice che un bicchiere di vino fa anche bene… 
«L’alcool è stato inserito come cancerogeno nella lista dell’Istituto per la Ricerca sul Cancro di Lione. Il rischio di tumore è correlato con la quantità di alcool ingerito: poco alcool poco rischio, molto alcool molto rischio.
«Bisogna anche fare una distinzione tra bevande alcoliche, birra, vino e superalcolici, questi ultimi sicuramente molto dannosi, specie se assunti lontano dai pasti.
«In Italia nel 2010 hanno affermato di bere alcool il 78,9% degli uomini e il 53,4% delle donne, in inflessione rispetto agli anni precedenti.
«Aumentano i consumatori di aperitivi alcolici (40,4% uomini, 19,9% donne) e i bevitori binge, cioè quelli che consumano episodicamente oltre 6 bicchieri di bevande alcoliche concentrato nel tempo. E sono per lo più giovani al di sotto dei 20 anni.
«Sono giudicati consumatori a rischio i bevitori maschi che assumono più di 40 gr di alcool al giorno, 20 gr per le femmine.
«L’alcool è la prima causa di morte tra i giovani con meno di 24 anni per incidenti stradali legati alla guida e causa parziale di alcune malattie quali i tumori maligni, in particolare dell’apparato digerente, fegato, cavo orale, ma anche del tumore del seno.
«Altre malattie parzialmente alcool-attribuibili sono diabete, malattie neuropsichiatriche, circolatorie, cirrosi epatica.
«L’alcool è anche concausa di numerosi incidenti, suicidi e omicidi. Importante ruolo viene svolto dalle associazioni di volontariato, quali l’AICAT, Associazione Italiana Club Alcologici Territoriali, e la AA, Alcolisti Anonimi.»
 
Riguardo all’alimentazione, quali sono le indicazioni per prevenire il cancro?
«Limitare i cibi ad alta densità calorica ed evitare bevande zuccherate, basare l’alimentazione quotidiana prevalentemente su cibi di provenienza vegetale: frutta e verdura 5 porzioni di 5 colori, in quanto ogni colore corrisponde a un antiossidante diverso, legumi, cereali non raffinati, limitare il consumo di carne rossa ed evitare le carni conservate, usare meno sale.
«In effetti si mangia troppo, male e pochi cibi freschi a km 0. I cibi conservati contengono additivi, antibiotici, conservanti, fitofarmaci. Al contrario gli alimenti che contengono polifenoli e vitamine come i piccoli frutti, la mela, la ciliegia, la prugna, la pera, l’arancia, la pesca, l’ananas, il melone, e verdure quali i carciofi, il cavolo rosso, gli asparagi, la cipolla, il radicchio, gli spinaci, le melanzane, i broccoli, il pomodoro, i piselli, il cavolfiore ecc., hanno attività anticancerogena in quanto inibiscono la crescita delle cellule tumorali, riducono il potenziale cancerogeno degli alimenti, inducono la morte delle cellule neoplastiche, interferiscono nell’angiogenesi e sul sistema immunitario.
«Queste sostanze anticancro (polifenoli, procianidine) vengono ricavate dai cibi. Le stesse sostanze inserite negli integratori hanno attività molto minore.»
 
Quanta attività fisica è necessario praticare?
 

 
«L’importante è mantenersi fisicamente attivi tutti i giorni con semplici trucchi: camminare, non prendere l’ascensore, utilizzare quando possibile la bicicletta, scegliere le strade più lunghe. Mezz’ora di passeggiata all’aria aperta 3-4 volte la settimana induce benessere, mentre l’allenamento con sovraccarichi è consigliabile una volta la settimana.
«Il sovrappeso e l’obesità, causati da diete ricche di sostanze energetiche e dalla sedentarietà, sono fattori di rischio per l’insorgenza di tumore. Il sovrappeso viene misurato con l’indice di massa corporea, ma è anche importante la circonferenza dell’addome che deve al massimo essere 102 cm nel maschio e 88 nella femmina.»
 
Finora abbiamo parlato di fattori di rischio di tumore legati agli stili di vita, ma c’è anche l’inquinamento?
«Nella nostra società evoluta l’inquinamento è sempre più dannoso e causa del 5-20% dei tumori. È molto noto il rapporto tra amianto e mesotelioma, tra radon e cancro del polmone.
«Ma sempre più dannoso è l’inquinamento atmosferico legato a traffico, riscaldamento, industrie, inceneritori, che producono sostanze quali ossido di carbonio, anidride carbonica, anidride solforosa, ozono, particelle di varia grandezza (2-5-10), composti organici, metalli pesanti e in taluni casi radioattività (centrali nucleari, guerra).
«Numerose anche le sostanze chimiche cancerogene presenti nei luoghi di lavoro e in parte i campi elettromagnetici (alta tensione). Le malattie sono di regola all’apparato respiratorio, ma alcune sostanze quali vernici e PVC, causano tumori alla vescica e al fegato.
«Gli anticrittogamici o fitofarmaci sono pericolosi solo per i lavoratori (agricoltura intensiva), mentre i residui che possono riscontrarsi sulla frutta e sulla verdura non hanno attività negativa, in quanto inattivati dalle sostanze antiossidanti dei vegetali.»
 
Si è parlato anche di agenti infettivi e tumori. Quali sono?
«Il virus dell’epatite ha un fattore di rischio per il cancro del fegato, mentre l’elicobacter è implicato nel cancro dello stomaco ma può essere eliminato con l’antibiotico.
«Il virus più importante è l’HPV o virus papilloma umano, che determina nel tempo il cancro della cervice uterina.
«Per la prevenzione di questo tumore recentemente viene somministrato il vaccino alle donne di 12-14 anni che verrà anche consigliato ai maschi.»
 
L’esposizione al sole eccessiva è pericolosa?
 

 
«I raggi ultravioletti solari, ma anche quelli artificiali, sono implicati nello sviluppo del tumore della pelle ed in particolare del melanoma.
«Il danno è particolarmente evidente nei soggetti con fototipo 1 e 2 (ovvero pallidi, con capelli rossi o biondi, occhi chiari, che si scottano e non si abbronzano al sole) soprattutto se l’esposizione inizia in giovane età.
«Il consiglio quindi è la protezione dal sole: schermi fisici, teli, ombrelloni, cappello, indumenti. Utili anche le creme antisolari, che però non devono indurre le persone a esporsi per più tempo al sole.»
 
L’ereditarietà e la familiarità sono importanti?
«In tutti i tumori sono presenti alterazioni genetiche, solo in una piccola parte (5%) legate all’ereditarietà, mentre gran parte sono acquisite con le abitudini.
«In quanto alla familiarità dobbiamo far presente che il cancro è una malattia molto comune, in quanto colpisce nell’arco della vita 1 uomo su 2 e 1 donna su 3, è facile quindi avere in famiglia malati di tumore.
«Si parla di rischio familiare quando i tumori colpiscono uno specifico organo in più soggetti della stessa famiglia. Come avviene per il tumore del colon e della mammella. In questi casi sono possibili ricerche sulle alterazioni genetiche e comunque sono utili attività preventive.»
 
È possibile la diagnosi precoce dei tumori?
 

 
«Con la diagnosi precoce è possibile individuare il tumore in fase iniziale. Si può intervenire con tempestività aumentando così la possibilità di guarigione con interventi meno invasivi. La migliore metodica per la diagnosi precoce è lo screening di popolazione che consiste nel applicare test diagnostici sulla popolazione che non presenta sintomi di malattie.
«Gli screening approvati a livello internazionale e sostenuti dalla Provincia di Trento sono:
- lo screening per il cancro alla mammella, indirizzato alle donne dai 50 ai 69 anni, che consiste in una mammografia ogni 2 anni
- lo screening per il cancro della cervice uterina, per le donne tra i 25 e 65 anni, che si pratica con il pap-test ogni 3 anni
- lo screening per il cancro del colon retto, indirizzato ai maschi e alle femmine tra i 50 e 69, che prevede la ricerca del sangue occulto ogni 2 anni ed eventualmente la colonscopia.
«Oltre a questi il codice europeo contro il cancro invita a rivolgersi al medico in presenza di una tumefazione, una ferita che non guarisce, anche nella bocca, un neo che cambia forma, dimensione e colore, ogni sanguinamento anomalo, persistente tosse, raucedine, acidità di stomaco, difficoltà a deglutire, perdite di peso, modifiche delle abitudini intestinali e urinarie.»
 
Nel campo dei tumori, qual è il ruolo del volontariato?
«La Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) è un’associazione pubblica a livello nazionale ed un’associazione di volontariato autonoma a livello di tutte le provincie italiane.
«Il compito più importante è l’educazione sanitaria, soprattutto ai giovani, per un’efficacie prevenzione primaria, ed in particolare per modificare gli stili di vita pericolosi.
«Nel campo della diagnosi precoce, si affianca agli screening provinciali per aumentarne l’adesione e con il Centro di Prevenzione offre visite indirizzate ad individuare in fase iniziale i tumori cutanei, ginecologici, della prostata, della mammella e del cavo orale.
«Notevole anche l’attività di assistenza in Ospedale, il sostegno agli ammalati con riabilitazione fisica e psicologica offerta anche ai familiari, ospitalità nella Casa di Accoglienza.
«Infine promuove la ricerca scientifica aiutando anche economicamente medici ed operatori sanitari del Trentino.»
 
Dott. Mario Cristofolini www.lilttrento.it
Nadia Clementi [email protected]