Storie di donne, letteratura di genere/ 8 – Di Luciana Grillo

«La Casa del vento», di Cynthia Russo – Un viaggio metaforico, concentrato sul rapporto padre-figlia

Titolo: La casa del vento
Autrice: Russo Cynthia 
 
Editore: Marsilio 2010 (collana Romanzi e racconti)
Pagine: 188, rilegato
 
Prezzo di copertina: € 16,50
Nota: Disponibile anche usato su Libraccio.it
 
Questo romanzo conta 188 pagine. Più o meno al centro del libro, dalla pagina 67 alla pagina 103, troviamo un «Quaderno» che in qualche modo ci presenta la protagonista per così dire senza veli, una Giulia - Lula per gli intimi - che si rivela completamente a se stessa ancora prima che al lettore.
Sono stata una ribelle nella mia vita, ma l'ho vissuto dentro, senza mai riuscire a spezzare le catene che mi legavano a un'infanzia muta.
In silenzio ho imparato a controllare le emozioni per evitare che mi devastassero...
Voglio demolire gli argini, imparare a nuotare nel mare, abbandonare i percorsi obbligati, le tracce lasciate da altri per ricondurmi a una via maestra che non è mai stata mia...
 
Eccola, Giulia bambina alle prese con una famiglia numerosa e problematica: la mamma bellissima, ma fredda, sicuramente e ostinatamente fragile, pronta al pianto, insofferente per i capricci delle sue bambine, con in viso un'aria costante di rimprovero, con un atteggiamento di vittima.
Non ha mai amato la vita. L’ha subita; senza mai provare a interagirvi, a tentare di modificarla.
Lo chiama destino.
Ineludibile.
 
Ed ecco il padre tenero, che Giulia ormai adulta ritrova ammalato, ma sempre padrone del suo destino, sempre innamorato di sua moglie ...era bellissima...una donna di una classe straordinaria...una donna come tua madre non si può non amare; sono stato fortunato, sai.
In realtà, per la madre, Giulia confessa di aver provato nell’adolescenza addirittura invidia, per quella sua morbida femminilità, per il suo incedere flessuoso che era sempre stato estraneo al modo di essere della figlia, forse anche per quel sentimento forte che il padre manifestava in ogni momento, quasi sottraendolo alle figlie.
Non ho mai saputo muovermi come lei, né camminare dritta come un fuso...
Giulia sente di essere legata a suo padre da un rapporto speciale, ma non meno problematico.
L’ amore di suo padre per i figli era sempre stato connotato da una fiducia assoluta nella loro intelligenza, nella loro capacità di analisi e di scelta.
Ma proprio questo aveva creato in loro, incerti e fragili come tutti gli adolescenti, un certo disagio.
Poi c’erano le sorelle: Chiara e Monica.
E il fratello, ultimo e unico figlio maschio, Andrea.
Il rapporto di Lula con le sorelle è complesso, Chiara è la maggiore, fredda e impeccabile; bella, capelli scuri, occhi turchesi. 
 
Vive difesa dietro il suo egoismo...tratta le persone che ama come cani da compagnia
Nonostante un matrimonio finito male e qualche burrascosa storia d’amore si trincera dietro sua figlia per giustificare le sue assenze, anche quando sa che, il prossimo Natale, sarà l’ultimo per suo padre.
Giulia la ricorda affettuosa e presente in una sola circostanza, quella della sua separazione da Pietro, quando Chiara le aveva chiesto più volte, da sorella maggiore, con apprensione «Sei sicura di quello che fai?», come a voler proteggere la sorella minore da un dolore a lei già conosciuto.
E poi l’aveva abbracciata, senza aggiungere altre parole.
Monica, la minore, è sempre stata insicura, gelosa del papà, di Chiara e di Andrea prima, poi anche di Giulia con cui gareggiava, e perdeva.
Giulia sapeva di essere la più forte, quando correvano a perdifiato vinceva sempre, con quelle sue gambe lunghe, smisurate.
Monica seguiva Lula, senza ribellarsi.
 
Era certa che, se necessario, Lula avrebbe saputo proteggerla, consolarla, difenderla, anche se, per ogni successo, Giulia sorella maggiore finiva col sentirsi in colpa...
Se Lula le prendeva di santa ragione, allora l’atteggiamento di Monica cambiava, il suo tono di voce diventava mieloso e le parole sembravano pronunciate da una vecchia saggia.
Eppure, nonostante tutto, era Monica la sorella, quella che verso i diciotto anni se ne era andata di casa, l’unica che comunque Giulia riconosceva come tale, anche se, da adulta, non ne condivideva idee e comportamenti.
Monica rifletteva a voce alta, papà e mamma restano due egoisti...inaccessibili nel loro bel mondo dorato...tu e io siamo sempre state le figlie di serie B.
Le ultime della fila.
Costrette a questuare una carezza, un sorriso solo per noi.
Ma papà sta morendo...e questo evidentemente cancella ogni debito.
E Giulia: Non hai pietà nemmeno di fronte alla morte!.
Per il fratello Andrea, Giulia provava tenerezza, gli riconosceva la capacità di amare senza riserve, di scontrarsi con la realtà senza cercare alibi, senza deporre le armi.
E avrebbe voluto difenderlo dalla moglie gramigna.
 
Il romanzo si snoda tra Roma, Malta, dove si ritirano i genitori quando i figli diventano indipendenti, e Todi, dove tutti insieme trascorrevano le vacanze nella casa di famiglia che poi viene abbandonata.
A Roma ritornano i genitori, improvvisamente: ”Vuole tornare a casa, dai suoi figli. Io, da sola, non gli basto più...Ha bisogno di voi, di morire con voi”.
Sta morendo davvero, cosa fare? dirgli o no la verità? affidarsi a una pietosa bugia e fingere il riacutizzarsi di un vecchio trauma?
Mi hai fatto cenno di sedermi al tuo fianco....mi hai battuto leggermente le dita sul polso, come per farmi coraggio.
I nostri sguardi si sono incrociati per un attimo.
Mi hai sorriso con tenerezza.
Ti conosco abbastanza, sai. Sei forte, Lula, ma non infrangibile...
Ho annuito con il capo.
Non smettere mai di sognare, Lula...me lo prometti?
Poi, la morte sopraggiunge, mentre il padre trova il tempo di salutare tutti (padrone del suo tempo fino in fondo) e di dire: Siete una bella famiglia.
La sua Lula sottolinea, orgogliosamente: Ho avuto il privilegio di essere tua figlia.
Il privilegio di amarti e rispettarti, avendoti accanto in ogni momento della mia vita come guida, come amico, come soldato...
Ora tocca a me salutarti, papà: Ti porto con me, ovunque tu sia.
 
Così la storia si conclude, Giulia torna finalmente nella casa del vento, la casa luogo dell’anima che acquisisce dopo ripensamenti e sacrifici, per ritrovare l’infanzia, per recuperare i ricordi di una vita, quasi una sua identità profonda come figlia, sorella, madre, amante.
Giulia vuole assolutamente ritrovare se stessa, per dare un significato meditato e sentito al passato, ma soprattuttro per ricostruire insieme alla casa, pietra su pietra, il futuro prossimo venturo per sé e per le sue figlie.
 
Non è questo un romanzo di facile lettura; obbliga chi legge a ripensare la propria vita, a rivivere esperienze dolorose di distacco e di morte, ma arrivando all’ultima pagina si prova la sensazione di essere, insieme a Lula, usciti dal buio.
Il viaggio metaforico, concentrato sul rapporto padre-figlia, sembra concludersi con la certezza che la morte sia l’unica possibile occasione di rinascita. 
 
Luciana Grillo