Situazione tassi mutui e prestiti in Italia ed Eurolandia

Leggero calo a novembre, ma differenziale sempre elevato di 144 punti di base sui mutui e 140 sui prestiti

Mentre il governo filo-bancario continua a litigare sulla legge elettorale, esprimendo al contrario un consenso più totale sui migliori aiuti pubblici da elargire alle banche pari a 30 miliardi di euro solo nell’ultimo bimestre (rivalutazione quote Bankitalia e sconti fiscali sulle perdite), famiglie e consumatori strozzati dal credito negato, sono costretti a passare sotto le forche caudine degli elevatissimi tassi di interesse quando riescono a superare la corsa ad ostacoli di un mutuo od un prestito.
Lo scrive federconsumatori, riportando l’osservatorio Adusbef che registra un impercettibile calo da ottobre 2013 tra i tassi di mutui e prestiti offerti in Italia e in Eurolandia, con i tassi scesi da 150 punti base di ottobre a 144 di novembre, a 140 punti da 151 di ottobre i tassi sui prestiti.
Lo vediamo nella cartella seguente.

CREDITO AL CONSUMO E MUTUI.
 DIFFERENZIALE TASSI MEDI BANCARI A FAMIGLIE IN AREA EURO E IN ITALIA
SU CREDITO AL CONSUMO

Per i mutui abbiamo calcolato la ripercussione di questo differenziale sull’entità delle rate. 
  Abbiamo ipotizzato mutui da 100.000 euro a 30 e a 20 anni

 
Per cui, un mutuo di 100mila euro a 30 anni  vede il mutuatario italiano pagare una rata mensile di 83 euro  più alta (996 euro in più all’anno) del mutuatario di Eurolandia. A conclusione del mutuo trentennale, avrà pagato 29.880 euro in più di un cittadino dell’area Euro. Per lo stesso mutuo, ma a 20 anni, alla fine il mutuatario italiano avrà pagato 18.240 euro in più.
Anche questo inaccettabile gap, acuito dagli ultimi 3 Governi (Berlusconi-Monti- Letta) quasi tutti espressione degli interessi della grande finanza, che continua a fare affari sulle crisi da loro stessi provocate, produce sconforto se non vero e proprio odio viscerale verso un modello d’Europa edificato a misura di banchieri, tecnocrati e cleptocrati, che addossano ai popoli (in questo caso ad utenti dei servizi bancari italiani) gli errori madornali di politiche economiche restrittive e misure fiscali fallimentari, che hanno ucciso la crescita e generato deflazione, nonostante la Bce continui a negarne l’evidenza.