Presentato il «Rapporto infanzia e adolescenza a Trento»
Una platea di addetti ai lavori ha ascoltato e poi discusso tutta una serie di dati sul mondo giovanile trentino
Ieri pomeriggio si è tenuta a palazzo Geremia la presentazione del Rapporto infanzia e adolescenza a Trento 2023, un documento sulla situazione di bambini e ragazzi nella città da diversi punti di vista. Uno strumento utile, dunque, a chi si occupa di infanzia e adolescenza per osservare e monitorare la popolazione giovanile e permettere di attuare interventi legati ai contesti specifici.
Il rapporto è stato curato dalla dottoressa Mariya Lenko che l’ha realizzato come borsa di ricerca presso l’Ufficio Politiche giovanili all’interno del protocollo Unicittà.
La presentazione si è svolta alla presenza di numerosi addetti ai lavori sia interni sia esterni al Comune: operatori sanitari e sociali, rappresentanti della scuola e di cooperative ed enti del terzo settore, che lavorano con il mondo giovanile, oltreché personale dell’amministrazione comunale di vari servizi tra cui il welfare, le politiche giovanili e infanzia.
Queste alcune delle conclusioni della ricerca suddivisa in sei sezioni: situazione demografica, educazione e istruzione, condizioni economiche, salute e benessere, protezione sociale e vulnerabilità, partecipazione attiva degli studenti.
Per quanto riguarda la popolazione negli ultimi 20 anni è aumentata la componente straniera, dal 2,8% al 11,7%; la fascia d’età dai 65 anni è in aumento mentre sono in diminuzione le fasce sotto i 35 anni. È in aumento l’età media della donna al primo parto, che è invece più bassa nelle donne straniere. Il tasso di fecondità è sotto la soglia di ricambio generazionale; le donne straniere contribuiscono in maniera significativa nel tenerlo più alto. Le coppie con figli sono in diminuzione. Vi è stato il cambiamento della composizione dei nuclei familiari in termini percentuali: i nuclei monocomponente al 2021 risultano la componente principale.
In merito all’educazione il soddisfacimento della domanda dei nidi è del 93,9% nel 2021; il ‘Bonus nido’ ha ridotto in modo significativo le tariffe a carico delle famiglie.
Negli ultimi 5 anni scolastici si è vista una diminuzione importante del numero degli alunni nelle scuole dell’infanzia (circa 200) e nelle elementari (circa 400 in meno). Un aumento si nota nelle scuole superiori, nei licei e negli istituti tecnici (circa 500 studenti in più) che probabilmente provengono da fuori città, considerando che il numero degli studenti alle scuole medie è rimasto relativamente costante. Si rileva una forte presenza della componente straniera negli istituti di formazione professionale, rispetto ai licei e agli istituti tecnici.
Per quanto riguarda le condizioni economiche le tipologie di famiglia con reddito mediano più alto sono le coppie con un figlio (25.725 euro) e le coppie senza figli (25.692 euro). Tra le tipologie economicamente più svantaggiate vi sono le coppie con tre o più figli (15.984 euro) e le madri con uno o più figli (15.422 euro).
Relativamente alla salute un bambino su cinque (fascia 8-9) è in condizioni di eccesso di peso, da associare anche al titolo di studio della madre. L’automobile rimane ancora il mezzo più diffuso per raggiungere la scuola, seppur l’Amministrazione comunale sia impegnata da quasi vent’anni in iniziative per promuovere la mobilità sostenibile nel tragitto da casa a scuola.
Nella fascia 11-15 anni un ragazzo su dieci è in eccesso di peso e il 15% dei quindicenni ha fumato cannabis almeno una volta nella vita, valori questi molto inferiori alla media nazionale. È in aumento il fenomeno di bullismo e cyberbullismo; le vittime sono prevalentemente le femmine e i più giovani.
Per quanto riguarda la protezione sociale il numero di utenti a carico dell’area minori e famiglie è in aumento, soprattutto nella fascia 14-17 anni.
Al termine della presentazione è seguito un momento di dibattito su quanto emerso dal rapporto.
Le domande hanno riguardato soprattutto i dati relativi alla salute e al benessere che hanno innescato un confronto su quali interventi i vari enti presenti intraprendono quotidianamente per garantire una buona qualità di vita dei giovani, come l’azione nelle scuole per accrescere la consapevolezza sul bullismo.
Un altro tema toccato è stato quello dei nidi molto apprezzati come sostegno alle famiglie, soprattutto laddove i genitori siano lavoratori. A tal proposito, è stato ricordato come, durante la pandemia, nella stragrande maggioranza dei casi sia stata la madre a dover rinunciare al lavoro per restare a casa ad accudire i figli, dato che mancavano le strutture adatte.