Storie di donne, letteratura di genere/ 25 – Di Luciana Grillo
«I giustizieri» di Loredana Reppucci: «In sostanza, copertura e disinformazione devono procedere di pari passo…»
Titolo: «I giustizieri»
Autrice: Loredana Reppucci
Editore: Greco&Greco 2014
Pagine: 316, brossura
Reparto: Narrativa, Thriller
Prezzo di copertina: € 14.00
Loredana Reppucci scrive e pubblica romanzi che indagano il nostro mondo, quello della finanza, degli affari, degli intrighi.
E grazie a questi romanzi ha vinto premi e ha conquistato stima e notorietà.
L’ultimo suo romanzo, «I giustizieri», si snoda velocemente dagli Stati Uniti all’Europa all’Africa e racconta con chiarezza e competenza le attività, i metodi, gli scopi delle più importanti aziende del mondo.
Come ci ha ricordato il Foscolo, quando nel carme dei Sepolcri rivela «di che lagrime grondi e di che sangue» il potere, anche la Reppucci ci rammenta cosa sia quello che noi consideriamo progresso…la ricerca, in realtà, non si ferma davanti a nulla, favorisce l’insorgere di patologie, fa esperimenti terrificanti sugli esseri umani più fragili, uccide senza pietà chi si inserisce nel giro e/o ad esso e alle sue pratiche si oppone.
In sostanza, scrive la Reppucci, …copertura e disinformazione devono procedere di pari passo.
La copertura per far apparire falso ciò che è vero e la disinformazione per far credere vero quello che è falso.
La storia, intricata e intrigante, è centrata sulle vicende di una potente famiglia, i Redcliffe, il cui capo – Gunther, uomo intelligente, scaltro, di pochi scrupoli – viene ucciso brutalmente insieme alla seconda giovane moglie.
A succedergli alla testa dell’azienda è il figlio Markus, apparentemente mite e persino fatuo, che ha sposato una donna forte e ambiziosa, Erika, già segretaria di Gunther e quindi particolarmente informata e pronta a continuare ad occupare lo stesso posto accanto al marito.
Il loro è uno strano rapporto, forse si sono amati, forse si amerebbero ancora, se ad avvelenare i loro colloqui non ci fossero pregiudizi e sospetti da entrambe le parti.
Quando il giovane Redcliffe comincia a conoscere l’ambiente frequentato da suo padre e le attività che si praticano, comprende che l’aspetto etico è assolutamente ignorato.
«Io non voglio essere complice di cose tanto amorali e sporche» – dice Markus…
Capisce anche che in qualche modo, forse anche con la collaborazione di Erika, suo padre l’ha tenuto lontano dal mondo del lavoro, sostenendone la passione per lo sci nautico e (ma questo Markus lo capirà successivamente) affiancandogli William Kassel, uno psicoterapeuta che il giovane Redcliffe considera soprattutto un amico, incontrato e conosciuto per caso.
Markus vorrebbe far qualcosa per modificare i comportamenti esecrabili che va scoprendo e dei quali si sente – ed è – responsabile, ma intanto, uno dopo l’altro, altri personaggi vengono uccisi e lo stesso Markus scampa ad un attentato solo per la prontezza di una guardia del corpo.
Markus, grazie all’intervento di Kassel, ritrova Rula, una straordinaria figura di donna, collega di università in anni lontani, ora impegnata in Libano ad assistere le vittime di quelle guerre che laggiù, non finiscono mai, in un piccolo presidio di pronto soccorso.
Da questo momento, davanti agli occhi del giovane potente capitalista, si apre un mondo di dolore, di volontariato, di condivisione, sicuramente in contrasto con Gold Planet…
Redcliffe junior si impegna generosamente a sostenere le iniziative di Rula, sente la necessità di aiutare chi si trova in gravi difficoltà, vuole che davvero la ricerca abbia lo scopo di salvare e guarire, non di uccidere.
Gli eventi si succedono senza tregua, la Reppucci salta con maestria dal mondo dei potenti a quello degli ultimi, spinge Markus in luoghi lontani, lo vede coinvolto, suo malgrado, nelle attività criminali di ricerca già finanziate da suo padre, lo fa viaggiare da un continente all’altro per trovare verità e serenità.
E quando Rula, morente, gli affida la piccola Aisha, Markus le promette di occuparsene, di farla crescere in un mondo migliore, nella sua casa, con suo figlio.
Non riesce, però, a non rimproverarla: «…ti sei trascurata, hai pensato solo agli altri e mai a te stessa...».
Rula aveva gli occhi grandissimi: «Tu non puoi sapere cosa significhi veder crollare la tua città, il tuo Paese, la tua vita, nell’indifferenza assoluta di tutto il mondo occidentale…Un tempo qui era un paradiso, palme, sole, ricchezza…Aziz e io abbiamo sognato di poterlo ricostruire un po’ per volta, ma questa gioia è stata negata a entrambi. Le cose sono andate in un altro modo.»
Mentre per Aisha inizia una nuova vita, Markus comincia a percepire una nuova Erika, affettuosa con questa bimba arrivata da luoghi così diversi, e un po’ meno lontana da lui.
In realtà, è proprio Erika, misteriosa e glaciale, il personaggio chiave del romanzo, Erika che si intenerisce guardando i due bambini che crescono insieme amorevolmente, come fratelli.
Quando finalmente riesce a parlare a cuore aperto a suo marito, i nodi sembrano sciogliersi e per Markus si aprono nuove speranze.
Per noi lettori, così abilmente guidati in un ambiente di cui ignoriamo quasi tutto, invece, si spalancano inquietanti dubbi e interrogativi su questo mondo del quale siamo forse solo pedine inconsapevoli, inserite in una scacchiera diabolica e coinvolti in un gioco molto più grande di noi.
Luciana Grillo