«Sulle Rotte del Mondo», domani concerto di chiusura al Sociale

Appuntamento alle 21 con Urna Ensemble e Zohreh Jooya Trio Khiyal

Sulle rotte del mondo oggi ha condotto in Oceania.
Questo pomeriggio si è parlato di culture e inculturazione, mentre alle 20.30 nella sala Depero del palazzo della Provincia si sono accesi i riflettori sulla figura di Angelo Confalonieri, missionario Trentino in Australia nel lontano 1846.

Domani sarà la volta dell'Asia centrale.
In serata, alle 21.00, al teatro Sociale di Trento, i missionari che hanno animato questa edizione 2010 della manifestazione organizzata da Provincia e Arcidiocesi saluteranno la comunità trentina.

Sarà un saluto in musica: si esibiranno infatti i gruppi "Urna Ensamble" e "The Trio Khiyal". Ci saranno anche il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai, l'assessore alla solidarietà internazionale e alla convivenza Lia Giovanazzi Beltrami e l'arcivescovo di Trento Luigi Bressan.

Quello di domani sera sarà dunque un saluto affidato anche alle musiche provenienti dall'Asia centrale.
I due gruppi che si esibiranno al teatro Sociale sono entrambi molti noti nei loro paesi e hanno ottenuti significativi riconoscimenti all'estero.

Nelle loro esecuzioni le tradizioni dei paesi di origine (la Mongolia, l'Iran, l'Afghanistan) mescolate a volte a quelle di altri paesi e altre tradizioni, per un messaggio di pace e di condivisione davvero universale.

Ecco le schede.

URNA ENSEMBLE (Mongolia, Iran, Polonia)

Urna Chahar-Tugchi è nata da una famiglia di contadini e allevatori del distretto di Ordos nella zona sudoccidentale della Mongolia interna. Oggi è considerata una delle più acclamate cantanti dell'Asia.
La critica musicale ha addirittura coniato la definizione «le due Dive d'Asia» parlando di Urna e di Sainkho, cantante proveniente dalla regione di Tuva.
Il suo talento l'ha portata in giro per il mondo quale straordinaria ambasciatrice della sua terra, raccogliendo ovunque consensi e riconoscimenti prestigiosi.
Ora vive per buona parte dell'anno tra la Germania e l'Egitto, collaborando con artisti diversi, tra cui i percussionisti iraniani appartenenti alla famiglia Chemirani, Jerzy Bawol, fisarmonicista del noto gruppo klezmer Kroke, il violinista ungherese Zoltan Lantos e molti altri.

I suoi studi musicali iniziano molto presto a Hohhot, la capitale della Mongolia interna, con uno strumento tradizionale cinese, una cetra chiamata «Yangqin», insegnata da un visiting professor del Conservatorio di Shanghai.
A diciotto anni Urna, senza conoscere una sola parola di Mandarino, decide di lasciare la Mongolia per trasferirsi a Shanghai e completare i suoi studi e la sua vita prende una svolta decisiva.

Profondamente radicate nella tradizione della sua terra, le canzoni di Urna parlano dell'immensa pianura mongola, evocano le cerimonie religiose e il modo di vita delle popolazioni locali.
Ma con una genuina comunicativa e una straordinaria dinamicità vocale le performance di Urna indicano che la proposta musicale va ben oltre la tradizione e diventa un raffinato percorso di ricerca di nuove direzioni che trascendono le barriere linguistiche e culturali.

Il suo ultimo album «Amilal», che significa Vita, è del 2005. Si tratta di un lavoro che parte dalla memoria ma che si stacca nettamente dai precedenti album più legati alla musica tradizionale.
Vi partecipano Djamchid Chemirani and Keyvan Chemirani, percussionisti iraniani di fama mondiale e il virtuoso violinista ungherese Zoltan Lantos.

Per conoscere Urna va segnalato un recente e suggestivo film-documento The two Horses of Ghengis Khan che racconta l'esperienza umana e artistica di Urna.


ZOHREH JOOYA & TRIO KHIYAL (Afghanistan, Iran, India)

Zohreh Jooya è nata a Mashhad in Iran, da padre afgano e madre persiana. La sua formazione è stata quindi permeata da entrambe queste culture familiari, creando un fortissimo legame con la sua carriera artistica di musicista.
Ha studiato al conservatorio di Vienna dove si è immersa totalmente nel mondo musicale europeo, appassionandosi ai repertori che vanno da Mozart, Beethoven e Schubert fino alla musica barocca e a Gerschwin.

Non ha mai abbandonato però l'amore per la tradizione, in particolare quella persiana, cercando di creare una nuova modalità di interpretare il canto popolare sia sacro che profano, sfidando le regole che vieterebbero alle donne di esibirsi in pubblico.
Il suo percorso artistico, come quello di Maryam Akhondy, esule volontaria in Europa, è in qualche maniera anche un percorso di emancipazione e di ribellione alle anguste regole in cui sono confinate le donne in quella parte dell'Asia.
Così anche i suoi concerti rappresentano delle occasioni in cui testimoniare il suo impegno civile per i diritti e contro l'oscurantismo di certe pratiche contro le donne. All'inizio dei suoi live Zohreh indossa il burqa di cui successivamente si libera in un gesto intenso e fortemente simbolico.

Ha realizzato vari album di grande pregio come «Persian Nights» and «Journey to Persia» in cui viene rappresentata la grande bellezza e suggestione della musica etnica iraniana, strettamente legata alla fiorente produzione poetica del sufismo.
Nell'album «Music from Afghanistan» ha raccolto brani tradizionali e canzoni dell'area di Kabul, collaborando con artisti molto famosi in quel paese come il cantante Hamid Golestani e maestri come Sobeir Bachtiar and Majid Derakhshani con i quali ha fondato nel 2001 l'«Ensemble Afghan».

Il «Trio Khiyal» nasce dalla leggendaria esperienza dell'«Ensemble Afghan» ed ha come obiettivo quello di preservare e riproporre la musica popolare dell'Afghanistan nel bellissimo periodo storico antecedente all'invasione russa, quando nel cuore dell'Asia ferveva una vita culturale ricca e aperta che rendeva questo paese una metà affascinante e ricercata.

Nella musica afgana sono evidenti sia le influenze della cultura persiana che della cultura indiana, intrise di una lirica mistica che lega l'uomo e il suo spirito a Dio e alla Natura.
La ricchezza di questi paesi può essere solo parzialmente immaginata nelle oltre cento differenti etnie che vivono quest'area del mondo e che nell'arco di oltre mille anni si sono incontrate e mescolate con gli scambi commerciali, oltre che con la cultura e le idee.

Molte delle musiche e delle liriche si ispirano in particolare al sufismo che esprime un messaggio di amore e tolleranza all'interno dell'Islam, a dimostrare la necessità di guardare a quel mondo con la consapevolezza dei valori positivi che per secoli e ancora oggi in gran parte appartengono alle tradizioni religiose del territorio asiatico centro meridionale.


L'occasione di incontrare a Trento Zohreh Jooya è particolarmente importante e attesa perché avviene alla vigilia dell'edizione 2010 di Womex, la più grande e prestigiosa vetrina di World Music, che si terrà ad ottobre a Copenhagen, e dove l'Ensemble Khiyal è stato invitato e sarà protagonista.

Sul palcoscenico del teatro Sociale la cantante sarà accompagnata dal grande maestro afgano Sobeir Bachtiar che suonerà il robab e il caratteristico harmonium, mentre Rashmi V. Bhatt, originario del Rajastan, suonerà le tabla.