Parliamo del «prurito cronico» – Di Nadia Clementi
Intervista alla dottoressa Anna Chiara Fostini, «fellow» e ricercatrice presso la University of Miami negli Stati Uniti
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Il prurito è un sintomo comune e che tutti noi associamo a diversi tipi di problemi: punture d’insetti, pelle secca, irritazioni o più generalmente una vaga sensazione di fastidio che riesce ad essere placata solo grattandosi in un determinato punto della pelle.
Può sembrare un problema banale ma non è così; il prurito infatti è la prima soglia del dolore e può essere il sintomo rilevante in molte patologie dermatologiche e internistiche e nelle forme severe determina un impatto significativamente negativo sulla qualità di vita dei pazienti.
E poi c’è il lato psicologico: provate a pensarci, se vedete qualcuno grattarsi o semplicemente parlare di prurito, improvvisamente anche voi sentite formicolii e fastidi dappertutto e l’impulso a grattarsi è troppo forte per resistere.
Questo è un esempio molto banale, ma fa capire perfettamente quanto questo sintomo sia spesso legato anche alla nostra condizione psichica; d’altronde è diventato anche un modo di dire molto comune, quando qualcosa ci infastidisce diciamo che «ci fa venire il prurito».
Un dato su tutti potrebbe sorprendervi: si stima che il 20% della popolazione adulta sia affetta da prurito cronico e che a soffrirne più di tutti sono gli anziani.
Il prurito infatti può essere la spia di molte malattie della pelle, ma non solo. Spesso ha cause banali, come la secchezza della cute o la puntura di un insetto; altre volte è il segnale di malattie più importanti.
Un'analisi delle sue caratteristiche e di eventuali sintomi associati è dunque necessaria per capire l’origine del problema soprattutto quando il prurito risulta persistente: c'è molta differenza tra un prurito che dura 1-2 giorni e uno che dura settimane o mesi. Importante è anche la localizzazione del fastidio, un prurito localizzato a zone limitate della pelle in genere preoccupa meno di un prurito generalizzato.
Molto importante è anche l’osservazione della propria pelle, verificando la presenza di segni che accompagnano il prurito, come nel caso di eczema, psoriasi o orticaria.
A volte, infine, il prurito è la manifestazione di malattie già diagnosticate, come nel caso dell'insufficienza renale, epatica o di malattie neurologiche.
Il problema dunque è complesso, le cause infatti di questo fastidioso sintomo possono essere moltissime, dai problemi al fegato, fino all’eritema, dalla policitemia fino al morbo di Hodgkin. Inutile però fare allarmismi, molto spesso si tratta infatti di un problema temporaneo, magari dovuto allo stress o ad un’eccessiva sudorazione; come sempre il consiglio migliore è quello di consultare un medico e nello specifico un dermatologo.
Gli specialisti della pelle infatti sanno bene quanto questo disturbo possa essere non solo fastidioso ma anche spia importante di problemi più grossi, risolvibili grazie alla diagnosi precoce. Eppure il prurito risulta ancora un aspetto poco studiato in medicina: per tanto tempo lo si è banalizzato poiché, di fatto, è un problema secondario o parallelo ad altri disturbi più invalidanti.
Negli ultimi anni però la medicina sta affrontando sempre di più il paziente con un approccio olistico, valutandone non solo la salute in senso stretto, ma anche la condizione psicologica e il benessere sociale: un corretto approccio clinico-diagnostico al paziente è fondamentale per la diagnosi e l’identificazione dei fattori di rischio.
La terapia del prurito può essere complessa e viene scelta dal medico in base alla presenza concomitante di patologie cutanee o sistemiche, all’intensità del sintomo e all’estensione delle lesioni.
Noi ne abbiamo parlato con la dottoressa Anna Chiara Fostini, giovane medico chirurgo partita per l’America per studiare il sintomo del prurito. La dottoressa Fostini ha già pubblicato alcune ricerche scientifiche in materia e ora vuole approfondire questo tema complesso e spesso sottovalutato.
Chi è la dott.ssa Anna Chiara Fostini Nata a Verona il 03-10-1987, si laurea in Medicina e Chirurgia c/o Università degli Studi di Verona il 12-07-2012. È medico specializzando presso la Scuola di Specializzazione di Dermatologia e Venereologia dell’Università degli Studi di Verona dall’agosto 2013. Attualmente è fellow presso la University of Miami negli Stati Uniti per approfondire alcuni aspetti nell’ambito della ricerca sul prurito cronico, tra cui la fisiopatologia e il trattamento. È membro SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse) È membro SIDerP (Società Italiana di Dermatologia Pediatrica) Da marzo 2015 è componente della Commissione Giovani Medici – Neoabilitati – Specializzandi dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Verona Da alcuni anni è attiva nell’ambito della ricerca del prurito cronico ed è autrice di pubblicazioni e comunicazioni orali in merito. |
Dottoressa Fostini tecnicamente come nasce il prurito?
«Il prurito nasce da una stimolazione dei recettori nervosi presenti nella cute, dovuta al contatto con stimoli esterni (prurito esogeno, per esempio la puntura di un insetto) o interni (prurito endogeno, per esempio in seguito a uno stato infiammatorio).
«In seguito al contatto, a livello cutaneo avviene un’articolata interazione tra cellule epidermiche, immunitarie e nervose, per cui lo stimolo pruriginoso viene condotto al sistema nervoso centrale, dove vengono elaborate risposte emozionali e motorie, e tra queste l’azione del grattamento.
«Il prurito è una sensazione complessa e i meccanismi attraverso i quali viene generato non sono ancora del tutto chiariti.
«In caso di prurito cronico, definito come una sintomatologia della durata superiore alle sei settimane, l’organismo può sensibilizzarsi, provocando un circolo vizioso tra prurito e grattamento che è difficile interrompere.»
Nel prurito gioca un grande ruolo l’aspetto psicologico, in quanti casi questo fastidioso problema è da attribuire a disturbi della psiche?
«Il prurito cronico è una condizione invalidante che influenza fortemente la qualità della vita, interferendo con le attività quotidiane e con il sonno. Un elevato numero di pazienti lamenta di essere indotto al risveglio dalla sintomatologia pruriginosa e questo può avere un impatto devastante nell’ambito della vita lavorativa o scolastica, personale e sociale dei pazienti e può provocare disturbi emozionali e psicosomatici.
«Spesso il prurito cronico può comportare stati ansiosi o depressivi nei pazienti che ne sono affetti. Lo stress e altri fattori psicologici possono inoltre indurre o modulare percezione della sintomatologia.
«Il prurito cronico può in alcuni casi essere uno dei sintomi di patologie psichiatriche come depressione, disturbi ossessivo-compulsivi, schizofrenia e disturbi del comportamento alimentare.»
Quali sono le malattie che possono manifestarsi in una prima fase con del prurito?
«Il prurito è il sintomo cutaneo più comune. Molte malattie cutanee come la dermatite atopica, e allergica da contatto, la psoriasi e l’orticaria possono essere caratterizzate da intenso prurito. In assenza di patologie dermatologiche, spesso la causa può essere banale, come la xerosi (secchezza) cutanea.
«Altre volte questa sintomatologia, soprattutto se si protrae per settimane o mesi, può essere spia di malattie sottostanti e può permetterne la diagnosi precoce. Ne sono un esempio alcune patologie tumorali, come il linfoma di Hodgkin.
«Questo può manifestarsi con intenso prurito, in genere accentuato nelle ore notturne, e si accompagna a un'intensa sudorazione. La policitemia vera è un’alterazione della produzione dei globuli rossi che può manifestarsi con prurito diffuso acquagenico, che si scatena cioè a contatto con l’acqua.
«In alcuni casi eseguendo una valutazione laboratoristica in pazienti con prurito cronico possono emergere alterazioni epatiche, renali, tiroidee o glicemiche. Il prurito può insorgere in seguito all’assunzione di alcuni farmaci e può presentarsi alla prima assunzione o anche dopo alcune settimane o mesi dall’inizio della terapia.
«In gravidanza il prurito è un sintomo comune e vale sempre la pena di indagarne le cause. Ricordiamo poi che la finalità biologica originaria del prurito è di indurre il grattamento per rimuovere agenti pruritogeni dalla superficie dell’organismo, prevalentemente costituiti nel passato, ma anche oggi, da parassiti.
«In alcuni casi infine l’origine del prurito cronico rimane ignota. Si parla pertanto di prurito idiopatico.»
L'Università di Miami.
Quando il prurito deve preoccupare un paziente?
«Vale sempre la pena fare un controllo dermatologico quando la durata del prurito non si limita a pochi giorni, in particolare se diffuso, e quando il prurito lasciato senza trattamento interferisce con le attività quotidiane e con il sonno, questo per escludere o trattare eventuali cause sottostanti dermatologiche e non.
«Talvolta basta un’analisi clinica, altre volte sono necessari accertamenti più approfonditi per capire l’origine del problema e la sua gravità.»
Quali sono le terapie più efficaci per il prurito?
«È fondamentale innanzitutto provvedere all’attenta identificazione e all’eventuale trattamento della causa sottostante. Esclusa con certezza una patologia dermatologica o organica specifica, si può eventualmente procedere con una terapia sintomatica.
«Il trattamento del prurito cronico è complesso e spesso frustrante per la refrattarietà della condizione alle comuni terapie. Il trattamento viene scelto dal medico in accordo con il paziente in base alla presenza di patologie sistemiche, all’intensità del sintomo e all’estensione delle eventuali lesioni da grattamento.
«In alcuni casi è necessaria l’associazione di più farmaci per un effettivo miglioramento della sintomatologia. Tra i farmaci più comunemente impiegati ricordiamo gli anti-istaminici, i corticosteroidi e gli immunosoppressori topici e sistemici e la fototerapia.
«In altri casi possono essere utilizzati anestetici locali o farmaci che agiscono sul sistema nervoso, come gli antidepressivi e i neurolettici, che riducono l’attività delle fibre nervose nella trasmissione del prurito.»
Parlando invece di condizioni di normalità, in che modo ci si può prendere cura della propria pelle per evitare di avere questo problema?
«È utile mantenere una corretta idratazione della cute, utilizzando costantemente emollienti, preferibilmente privi di profumazioni e arricchiti con ceramidi o altri lipidi, che ammorbidendo lo strato epidermico più superficiale (strato corneo), migliorano la funzione di barriera cutanea.
«È buona norma applicare l’emolliente immediatamente dopo il bagno o la doccia. È preferibile scegliere detergenti non aggressivi, a bassa concentrazione di tensioattivi e a pH acido, che mantengono intatta la barriera cutanea favorendo il pH fisiologico della pelle.»
Ci sono dei «trucchi» o dei comportamenti più indicati per lenire il prurito?
«Come menzionato in precedenza, è fondamentale mantenere la cute ben idratata. Può essere utile ridurre il tempo in doccia o nella vasca e l’utilizzo di acqua non eccessivamente calda.
«È da evitare il contatto con prodotti irritanti e può essere d’aiuto indossare cotone, preferibilmente chiaro, a contatto con la pelle.
«Un controllo dermatologico è sempre raccomandabile in caso di persistenza della sintomatologia.»
Attualmente è «fellow» presso la University of Miami negli Stati Uniti per approfondire alcuni aspetti nell’ambito della ricerca sul prurito cronico. Vuole parlarci di questo suo importante progetto?
«Nell’ambito dell’attività scientifica della scuola di specializzazione di Dermatologia dell’Università di Verona, si è stabilito di approfondire il filone di ricerca inerente al prurito cronico, tema al quale sono interessata da alcuni anni.
«Per tali motivi è stata avviata una collaborazione con la scuola dell’Università di Miami, che vede al suo interno alcuni dei principali esperti mondiali dell’argomento.
«Ho abbracciato con entusiasmo la possibilità di fare parte attiva del team di ricerca statunitense per la durata di sei mesi, durante i quali, in particolare, sarò impegnata in progetti relativi allo studio della fisiopatologia e del trattamento di questo particolare tipo di prurito.»
Nadia Clementi - [email protected]
Dott.ssa Anna Chiara Fostini - [email protected]