Convegno Parodontologia e implantologia – Di Nadia Clementi
Specialisti di alto profilo nazionale e internazionale al convegno «Parodontologia e implantologia ieri oggi e domani - Nuove prospettive a servizio del clinico»
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La professione del dentista è tra quelle che hanno subito grandi modifiche negli ultimi decenni, in particolare si è evoluto l’approccio al paziente: studi e ambulatori più moderni e attrezzati, aggiornamento continuo degli operatori, norme igieniche strettissime e inderogabili, strumenti e materiale monouso e accurata sterilizzazione di tutto il resto, controlli sulle procedure e sulle attrezzature e leggi sullo smaltimento dei rifiuti.
Altro elemento essenziale nella moderna attività degli studi dentistici è la comunicazione con il paziente che deve essere integrata da un’attenta valutazione del suo stato generale e improntata su un rapporto professionale di fiducia.
Ma la vera sfida per il futuro in odontoiatria sarà quella di portare avanti la ricerca medico-scientifica per conservare il più a lungo possibile i denti originali.
L’impresa è assai ardua e si scontra contro molti nemici: l’igiene, la regolarità dei controlli, la sana alimentazione, le patologie e la genetica.
Conservare i denti ossia la loro struttura specie nei pazienti giovani diventerà quindi l’obiettivo primario di ogni dentista che dovrà valutare con molta attenzione, l’eventualità di estrazione di elementi dentali come ultimo provvedimento da adottare.
Alla buona riuscita del progetto globale di conservazione dei denti, l’odontoiatra dovrà anche fare i conti con una malattia poco conosciuta che minaccia la salute dei denti chiamata «parodontite».
A tal proposito la ricerca scientifica nel corso degli anni ha permesso di aumentare in maniera considerevole le conoscenze in tali ambiti, non solo in termini di approcci clinici e terapeutici, ma anche e soprattutto per quanto concerne l’eziologia e la patogenesi che sono alla base delle malattie parodontali e delle più recenti malattie peri-implantari. In tale contesto è nota l’importanza dell’interazione tra il microbioma orale e la risposta del sistema immunitario per l’insorgenza e la progressione di queste malattie.
Assessore provinciale alla Salute Segnana.
Questo e molti altri importanti temi sono stati approfonditi al Convegno «Parodontologia e implantologia ieri oggi e domani - Nuove prospettive a servizio del clinico» che si è svolto lo scorso 13 e 14 aprile presso la sala polifunzionale della Distilleria Marzadro a Villa Lagarina.
Il convegno è stato organizzato dalla Sezione provinciale di Trento dell’ Associazione Italiana Odontoiatri (AIO) e vi hanno preso parte oltre cento fra odontoiatri, medici di diverse specializzazioni e studenti delle Facoltà di Igiene e Odontoiatria.
Un evento di forte valenza scientifica che ha ospitato cinque relatori di alto profilo nazionale ed internazionale quali il professor Cristiano Tomasi e i dottori Paolo Ghensi, Nicola Segata, Roberto Robba e Daniele Togni e la prestigiosa partecipazione del prof. Tord Berglundh, professore al Dipartimento di Parodontologia della Sahlgrenska Academy e a capo del Periodontal Research Laboratory.
Ad aprire il convegno i saluti istituzionali dell'assessore provinciale alla Salute Stefania Segnana in rappresentanza del On. Maurizio Fugatti Presidente della Provincia Autonoma di Trento e del prof. Oreste Bursi direttore del dipartimento di ingegneria, civile, ambientale e meccanica dell’Università di Trento. A seguire il contributo del dr Fausto Fiorile Presidente nazionale AIO che ha sottolineato come l’obiettivo del convegno sia stato anche quello di offrire a tutti i medici odontoiatri un aggiornamento culturale multidisciplinare di avanguardia. Di seguito riportiamo il suo intervento.
Dott. Fausto Bursi.
«La professione medica e odontoiatra è unica e peculiare rispetto a tutte le altre, non dimentichiamolo. La nostra missione, partendo naturalmente dalla salute orale cui compete il nostro intervento, è quella di prendersi cura dei bisogni di salute del paziente in toto. Purtroppo la medicina in questi ultimi anni si è eccessivamente settorializzata oltre che aver esasperato il concetto della super specializzazione.
«Oggi incontriamo sempre più frequentemente specialisti che conoscono tutto nel proprio ambito, ma che dialogano troppo poco con i colleghi delle altre discipline mediche. Possiamo dire che da parte del medico si sta perdendo la visione d’insieme del paziente visto sempre più spesso come una "sommatoria di organi" che devono funzionare alla perfezione, piuttosto che come corpo che deve vivere la perfezione nell'insieme.
«È esagerato quello che sto dicendo? Non credo! Per tanto tempo l’Odontoiatria, è stata vista come una disciplina sui generis, quasi sganciata dalla medicina.
«Oggi non è più così! Le ricerche sempre più raffinate stanno dimostrando ogni giorno che passa che molte delle patologie della bocca sono collegate a filo doppio ad altre importanti patologie del corpo; pensiamo alle correlazioni tra patologie delle gengive e malattie cardiovascolari o metaboliche come il diabete, per fare solo due esempi.
«Mantenere la propria bocca in buona salute non porta solo a poter masticare bene e sorridere piacevolmente, ma significa anche e soprattutto poter contribuire a prevenire patologie generali più importanti migliorandone la progressione là dove presenti.
«L’Associazione Italiana Odontoiatri da tempo parla dell’Odontoiatra come Medico sentinella della salute generale del paziente proprio in quest’ottica.
«È infatti proprio il Dentista, a cui spesso il paziente si rivolge più frequentemente rispetto agli altri specialisti, che può intercettare malattie sistemiche importanti attraverso una attenta diagnosi e cura della bocca, ed indirizzare di conseguenza alle cure più opportune la persona.»
Parla il dottor Fiorile.
Il programma dei lavori è stato presentato dal dottor Martino Fumarola, segretario culturale dell'Aio - che ha ribadito l’importanza del dentista che fa prevenzione, scopre malattie e collabora con il medico di famiglia nel gestire la salute orale del paziente, rimandandogli i casi in cui la patologia dentale si intreccia con altre patologie di natura diversa, magari croniche: questo «dentista sentinella» è l’obiettivo dell’Associazione Italiana Odontoiatri.
Come negli altri campi della medicina, anche in odontoiatria sarebbe auspicabile che si facesse riferimento a un modello di intervento «bio-psico-sociale», nel quale non si tende più a curare esclusivamente la patologia, ma a «prendersi cura della persona» nella sua interezza, favorendo un’interpretazione più olistica del rapporto con il paziente.
Nel presentare l’ordine del giorno del convegno, il dr Fumarola ha evidenziato, che alcuni odontoiatri trentini, tra questi il prof. Cristiano Tomasi, sono conosciuti a livello internazionale e che i loro nomi sono entrati ormai a pieno diritto nella storia di questa specialità della medicina.
Il dott. Fumarola.
Il primo intervento è stato quello del Presidente dell’Ordine dei medici dott. Marco Ioppi, che, nella suo discorso, si è soffermato su quanto sia necessario ripensare al concetto di medicina che deve essere svolta sempre più in maniera multidisciplinare e in una visione olistica attenta alla cura del malato e non del sintomo o dell’organo.
Ha inoltre ribadito come le funzioni del medico e l’odontoiatra, siano due figure portanti per la sanità, per la promozione di corretti stili di vita oltre che per la diagnosi, cura e riabilitazione. Afferma ancora il dr Ioppi - come l’unione delle due professioni contribuiscano ad evitare sofferenze al cittadino, a risparmiare risorse e concorrano a mantenere il SSN equo e universale.
Ma quello che oggi affligge sia la figura del medico che dell’odontoiatra è il venir meno del rapporto di fiducia con il cittadino, sempre più esigente e pronto ad aprire contenziosi medico legali che però nel 95 % dei casi si risolvono in archiviazioni, ma che per il medico e odontoiatra rappresentano comunque una condanna.
Questi e altri fattori come la durata e le difficoltà dei corsi di laurea e di specializzazione, i carichi di lavoro sempre più gravosi, il precariato, la mancanza di una chiara organizzazione sanitaria comportano disaffezione e demotivazione.
Il dott. Ioppi, al centro.
L’Ordine dei medici, per far fronte ai cambiamenti e alle tante sfide che impone la società, tra le varie iniziative, ha dato la sua disponibilità al progetto di durata triennale «Liceo a curvatura biomedica» promosso da FNoMCeO e dal Ministero dell’istruzione che coinvolge in Italia una trentina di licei e altrettanti Ordini provinciali.
Il progetto parte dal terzo anno e prevede un corso aggiuntivo di 50 ore di lezioni teoriche e pratiche annue al di fuori di quelle che sono le ore di lezione standard e ha lo scopo di far conoscere la professione medica e odontoiatrica, e di aiutare gli studenti interessati alla preparazione del test di ammissione alla facoltà.
Con questo, sottolinea, in chiusura il dr Ioppi «abbiamo la speranza di indicare la strada a giovani che adeguatamente attrezzati sappiano affrontare le difficoltà di una professione che è impegnativa e che soffre oggi di disagi emotivi, stress lavoro correlati e burnout in percentuale sempre maggiore, tanto da rappresentarne una vera emergenza.»
Il Prof. Tomasi.
A seguire la relazione intitolata «Paradontologia e Implantologia ieri» del Prof Cristiano Tomasi, associato presso il Dipartimento di Parodontologia dell’Università di Göteborg diretto da Tord Berglundh e che ha collaborato con l’Università di Trento in vari studi, ultimo dei quali lo studio sul microbioma associato agli impianti.
Nel suo intervento ha spiegato che la parodontite è una malattia infiammatoria cronica che determina una perdita d'attacco dei denti rispetto ai loro tessuti di sostegno con conseguente formazione di tasche parodontali, mobilità dentale, sanguinamento gengivale, ascessi e suppurazioni, fino alla perdita di uno o più elementi dentali. Generalmente affligge circa il 15% degli individui in età adulta ed insorge intorno ai 40 anni, ma alcune forme più rare possono colpire anche nell’infanzia e nell’adolescenza.
Si tratta di una malattia multifattoriale che ha alla sua base una causa batterica e una componente genetica, ed è influenzata dagli stili di vita tra cui stress, fumo o patologie concomitanti come il diabete.
Nella sua relazione ha ricordato come tutte le tecniche terapeutiche usate oggigiorno siano derivate dal lavoro straordinario fatto dalla scienza nel 18esimo secolo, con importanti contributi anche Italiani.
Il Dott. Ghensi.
Nonostante la mancanza di tecnologie sofisticate, i testi dell´epoca dimostrano come i medici di quel tempo avevano già compreso la natura di questa malattia solo attraverso l´osservazione attenta dei pazienti.
Questo ci rammenta quanto sia ancora importante, anche al giorno d´oggi, ascoltare i pazienti e interpretare i segni clinici che ogni forma di malattia presenta.
Ha poi ricordato come l´introduzione degli impianti osteointegrati, a partire dagli anni 70, ha cambiato radicalmente le possibilità di riabilitazione dei pazienti edentuli evitando quando possibile le protesi rimovibili.
Va sempre tenuto presente, però, che gli impianti non cambiano la genetica dei pazienti e che i batteri possono portare ad infezioni intorno agli impianti come intorno a i denti. Ha concluso quindi che il mantenimento con visite regolari e terapie di supporto, quando indicate, sono la chiave per mantenere una bocca sana.
Gruppo del dott. Ghensi.
Poi è stato esposto il progetto «Paradontologia e implantologia oggi» del dottor Paolo Ghensi.
Nella sua relazione ha evidenziato come la parodontologia e l’implantologia siano branche estremamente interconnesse tra di loro e non è possibile concepirle separatamente, sia dal punto di vista del piano di trattamento integrato che delle tecnica chirurgica.
Nel corso degli anni fino ai giorni nostri, un’evoluzione lenta e progressiva basata sulle crescenti evidenze scientifiche ha coinvolto queste due branche all’insegna della mini-invasività, della semplificazione e della ricerca di una sempre maggiore chiarezza diagnostica e terapeutica. Ha inoltre cercato di fornire al clinico lo stato dell’ arte delle principali discipline parodontali ed implantari, coprendo un range di temi molto ampio che è andato dalla nuova classificazione delle malattie parodontali fino a tecniche chirurgiche come la preservazione alveolare e gli impianti post-estrattivi.
Prof. Nicola Segata.
Il terzo intervento è stato quello del prof. Nicola Segata intitolato «Microbioma orale e umano Metagenomica» che è entrato nel dettaglio della ricerca spiegando lo studio del microbioma umano, frutto del lavoro di tutto il team multidisciplinare di CIBIO che comprende microbiologi, statistici e informatici con i quali sono stati individuate quasi 5mila specie che catalogano gli oltre 154mila genomi ricostruiti e descrivono il microbioma umano al variare di età, distretto corporeo, dieta e malattia.
Il prof. Segata, nella sua esposizione, ha rilevato che ogni individuo possiede fino a diverse centinaia di queste specie. Una grossa frazione di queste 5mila specie (il 77%) era precedentemente sconosciuta, mentre altre sono molto prevalenti nella popolazione e la loro scoperta è stata la base di partenza per poter testare il loro ruolo in malattie autoimmuni, gastro-intestinali e oncologiche.
Per arrivare a questi risultati sono state analizzate una mole di dati estremamente grande e diversificata per provenienza geografica, stile di vita ed età, analizzando in tutto 9.428 campioni da tutti i continenti.
E sulla scoperta e analisi di uno di questi batteri precisa: «La specie sconosciuta più comune, che abbiamo chiamato Cibiobacter qucibialis, è il settimo organismo intestinale più prevalente nella popolazione e l’abbiamo individuata ricostruendo più di 1.800 genomi.
«Questa specie potrà essere di grande importanza per la comprensione delle funzioni del microbioma umano e come sfruttarlo in biomedicina.»
Dott. Mattia Bolzan.
In conclusione, i nuovi studi nel campo del microbioma orale, che fa parte del microbioma dell’intero corpo suggeriscono che la completa eliminazione di alcuni batteri nella bocca o nell’intestino potrebbe essere impossibile o addirittura dannosa per il corpo. Clinicamente, spiega il prof. Segata si pensa che sia più realistico e utile creare un «ambiente ostile» per i batteri patogeni e un «ambiente amico» per i batteri non patogeni, ambienti che potrebbero essere in grado di controllare le malattie. Sembrerebbe che il microbioma orale sia meno sensibile ai fattori genetici e più sensibile ai fattori ambientali e allo stile di vita.
Questa è una conferma che lo stile di vita può controllare la patogenicità del Microbioma Orale contribuendo alla gestione delle patologie odontoiatriche.
Quindi lo studio del Microbioma Orale potrebbe essere la chiave per la diagnosi precoce di malattie generali, croniche o degenerative. In questa visione innovativa, il collegamento nella catena tra il campo odontoiatrico e la Medicina, che è stato distrutto in passato, potrebbe essere ricreato. E i batteri, il vecchio nemico, diventano un prezioso alleato.
Nel quarto intervento a cura di Mattia Bolzan, biotecnologo dottore di ricerca presso il CIBIO dell’Università di Trento e fondatore del progetto PreBiomics, è stata presentata la startup sostenuta da Trentino Sviluppo e dal programma Bootstrap di HIT specializzata in innovative analisi sul microbioma del cavo orale che si basano su nuove tecniche metagenomiche incrociate con tecniche di machine learning, per offrire ai professionisti del settore odontoiatrico e alle aziende, un servizio altamente innovativo per la diagnosi delle malattie orali.
Dott. Robba.
A seguire la relazione del Dott. Roberto Robba dal titolo «malattia parodontale: una visuale sistemica in ottica pnei» in cui ha esposto come gli ultimi orientamenti della medicina stanno puntando verso un approccio che miri alla salute della persona nel suo insieme piuttosto che alla cura del singolo organo.
Più in particolare la PNEI (Psico Neuro Endocrino Immunologia) è la disciplina medica (in Italia viene insegnata con due Master post universitari a L’Aquila e Torino) che porta avanti proprio questo paradigma, ovvero quello di un paziente visto nella sua individualità piuttosto che come espressione di una malattia.
L’uomo non viene più considerato come un’entità a compartimenti stagni in cui il Corpo è separato dalla Mente, ma come un Sistema Biologico Complesso in cui tutti gli organi comunicano tra loro come in un Network, e le componenti Nervosa, Endocrina e Immunitaria interagiscono costantemente con la Psiche e con l’Ambiente esterno.
Non ci sono più dubbi sul fatto che la Psiche, afferma il dr. Robba, sia in grado di modificare il corpo e i suoi Sistemi Biologici (nervoso, endocrino, immunitario e metabolico) e questi a loro volta siano in grado di modificare l’attività e l’assetto della Psiche. Ciò che manca attualmente è la messa in atto di questa conoscenza nel campo delle cure.
Alcuni campi di studio PNEI come il collegamento tra stress e malattie, l’epigenetica e lo studio del microbiota sono particolarmente interessanti per quanto riguarda l’odontoiatria.
Nella sua indagine il dr Robba ha notato che molti pazienti, nei periodi di maggior stress, presentavano aggravamenti o addirittura le prime manifestazioni delle due patologie più frequenti nel cavo orale, ovvero la carie e la malattia parodontale.
Conclude il dr Robba che avere una visione ampia di questo tipo permette al medico e all’odontoiatra un approccio integrato alle cure, che va a cercare a fondo le cause e non si limita a curare i sintomi. Quindi c’è da sperare per un futuro in cui ci si dedicherà sempre più alla vera medicina, non solo orientata a curare le malattie, ma a prevenirle mantenendo le persone in salute.
Il dott. Togni.
Il penultimo intervento dal titolo «la filosofia della scuola di Slavicek nelle riabilitazioni parodontali e implantari» è stato quello del Dott. Daniele Togni, laureato a pieni voti in odontoiatria e protesi dentaria nel 1988 a Milano da subito si è occupato prevalentemente di protesi e frequenta da oltre 12 anni il prof. Rudolf Slavicek e la sua scuola VieSID; fa parte degli insegnanti internazionali della VieSID ed è uno dei principali responsabili della riorganizzazione del materiale didattico del professor R. Slavicek; attualmente nell’insegnamento sono stati integrati i materiali della scuola del professor S. Sato, ortodontista, insegnando aggiornate nozioni teoriche e pratiche per la diagnostica e il trattamento interdisciplinare dei problemi odontoiatrici e medici correlati all’occlusione.
Per quanto riguarda in particolare il rapporto tra stress management e occlusione dentale il dott. Togni ha fornito delle indicazioni ai clinici su come analizzare segni e sintomi di problemi occlusali nei bruxisti riducendo drasticamente il rischio terapeutico nei trattamenti protesici e ortodontici.
Dott. Berlundh.
A concludere il convegno l’autorevole Prof. Tord Berlundh, uno dei ricercatori più insigni e conosciuti in campo odontoiatrico a livello mondiale. Le sue conoscenze e le sue ricerche sono collegate ai campi dell’immunologia e della ricerca di base.
È il direttore del Dipartimento di parodontologia dell’Università di Goteborg ed è autore di un’enorme quantità di studi clinici e sperimentali nel campo della parodontologia e dell’implantologia.
È il ricercatore che per primo ha studiato a fondo i tessuti molli peri-implantari ed è proprio su questo tema che ha affrontato la sua relazione dal titolo «paradontologia ed implantologia domani» spiegando come possibili nuove prospettive saranno in grado in un prossimo futuro di agevolare il clinico in ambito diagnostico, preventivo e terapeutico.
Nel suo intervento il Prof. Berglundh ha illustrato la nuova classificazione delle malattie parodontali e peri-implantari che è stata sviluppata in un congresso a Chicago nel 2018, dove assieme al Prof. Tomasi era responsabile di uno dei gruppi di lavoro.
Ha spiegato come l´utilizzo di questa nuova classificazione consentirà al clinico di inquadrare meglio il paziente, sia per pianificare una terapia personalizzata, come per valutare i rischi di progressione della malattia e quindi il grado di intervento richiesto.
Dott. Martini.
Poi ha spostato l´attenzione sugli impianti, sottolineando che la riabilitazione della bocca con gli impianti è molto efficace, però non si deve sottovalutare il fatto che circa il 7,6% di essi vanno perduti; se il fallimento avviene in una zona estetica i problemi sono molto difficili da risolvere.
Gli impianti inoltre, come i denti naturali, possono sviluppare infiammazione e malattia dei tessuti di sostegno (peri-implantite). In più hanno meno capacità di difesa in quanto sono pur sempre qualcosa di artificiale.
Non dobbiamo quindi cadere nel falso mito che gli impianti siano migliori dei denti naturali: sono un ottimo aiuto, tuttavia devono essere considerati come l’ultima freccia nell’arco del dentista, e quindi la dentatura naturale deve essere preservata a tutti i costi.
Dal convegno è quindi emerso – come sottolinea il presidente provinciale A.I.O. dott. Pierluigi Martini – che «Il dentista ha un ruolo fondamentale nell’intercettare numerose patologie, in quanto assai spesso malattie sistemiche si manifestano precocemente nella bocca, anche anni prima di dare i caratteristici segni della malattia, così come li conosciamo. Tra queste il diabete e la celiachia. Ecco perché è molto importante e significativo il ruolo del dentista»
Nadia Clementi - [email protected]
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