«Kin-Hin, meditare camminando» – Di Daniela Larentis
Scritto da Marc Lestale, il libro mostra l’atto del camminare da una diversa prospettiva, ossia come strumento di ricerca interiore
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Raggiungere la tranquillità interiore non è sempre facile, un interessante libro insegna a farlo attraverso la pratica del camminare.
«Kin-Hin, meditare camminando», scritto da Marc Lestale (Edizioni Vallardi) mostra l’atto del camminare in una diversa prospettiva, ovvero come strumento di ricerca interiore.
Le passeggiate offrono la possibilità, come è risaputo, di scoprire l’ambiente e di assimilarne attraverso i sensi una sensazione di pace e di benessere.
Ben lo sapevano gli antichi greci che, come viene fatto notare, insegnavano passeggiando, così come i monaci, i quali hanno da sempre associato la preghiera all’atto di camminare.
Diversi sono i benefici che se ne possono trarre, anche in città, illustrati nel volume, ricordiamo per esempio che può ridurre anche considerevolmente l’incidenza di alcune patologie (lo sa bene il Ministero della Salute, che raccomanda fortemente questa abitudine salutare).
Camminare stimola anche le funzioni cerebrali, evidenzia l’autore, spiegando quali siano i benefici per la mente di una semplice passeggiata in mezzo alla natura; forse non tutti sanno che come altre attività fisiche anche la passeggiata libera endorfine nel nostro cervello, sostanze in grado di alleviare il dolore e offrire sensazioni di benessere (naturalmente la quantità di queste sostanze liberate è proporzionale all’intensità dello sforzo fisico).
Marc Lestale parla approfonditamente anche di meditazione, citando studi scientifici sui benefici di questa pratica, ma attenzione, quando se ne sente parlare è facile visualizzare una persona seduta immobile nella posizione del loto, eppure, come scrive Lestal «la tradizione buddhista insiste sulla necessità di coltivare la presenza mentale in tutte e quattro le posizioni principali: in piedi, seduti, sdraiati e camminando. I monaci della foresta thailandesi attribuiscono grande importanza alla meditazione in movimento. In generale, gran parte dei monaci dedica molto tempo a passeggiare».
A proposito della «camminata zen» descritta nel capitolo dedicato alle camminate meditative, Lestale spiega quanto nei dojo zen tradizionali la meditazione in movimento sia un completamento di quella svolta da seduti.
Scrive a tal proposito: «Il maestro zen Thích Nhȃt Hanh insegna l’arte di camminare attraverso il respiro.
«Con i suoi precetti, vuol farci comprendere che per vivere il presente occorre fare un passo dopo l’altro in modo pienamente consapevole. Il respiro scandisce il ritmo della nostra camminata mentre l’attenzione si concentra su ogni singolo passo.
«In questo modo, possiamo ancorarci nel presente e liberarci dei nostri problemi e delle nostre ansie. Thích Nhȃt Hanh spiega che è sufficiente camminare piano, tranquillamente, come la persona più spensierata e sfaccendata del mondo. Insiste inoltre sul fatto che il cammino è più importante della meta. La camminata zen non è un mezzo, ma il fine stesso, poiché è nel presente e nell’atto realizzato nell’istante che le cose avvengono.»
A proposito di mete, chi volesse, vista la bella stagione, fare qualche passeggiata nei dintorni di Trento, potrebbe, per esempio, partendo da Passo Coe (salendo da Trento in direzione Vigolo Vattaro e proseguendo per il Passo della Fricca, Carbonare e Folgaria) fare una bella passeggiata di tre ore o poco meno sul Monte Maggio, oppure andare, sempre impiegando più o meno lo stesso tempo, sul Monte Altissimo partendo dal rifugio Graziani.
Le possibilità sono davvero infinite, esistono diverse guide esaustive che consigliano itinerari, indicano tempi, il grado di difficoltà dei percorsi e alcune raccomandazioni sempre utili per chi si reca in montagna, prendendo Trento come punto di partenza.
Una di queste è quella scritta da Claudio Battiston ed è intitolata «La montagna per tutti» (Edizioni Arca), è un volume davvero interessante che presenta una trentina di percorsi adatti a tutta la famiglia.
Ne abbiamo scelto uno da proporvi, fra quelli descritti, una passeggiata di circa due ore e mezza (fra andata e ritorno) sulla Cima Rosta, con partenza dalle Viote del Monte Bondone. Il percorso non è difficile, è adatto sia agli adulti che ai bambini, ed offre l’opportunità di godere di una vista davvero incantevole.
Battiston suggerisce di partire dal parcheggio, di imboccare poi il sentiero 607 che si insinua nei prati (piste da sci di fondo in inverno) e raggiungendo in breve tempo la Terrazza delle stelle, scendendo poi alcuni metri e attraversando la torbiera: «Poco dopo si percorre un comodo sentiero e costeggiando il bosco si raggiunge uno spiazzo. Si abbandona il sentiero 607 e rimanendo sulla destra si entra nella Val d’Eva, puntando attraverso una stradina all’intaglio tra le Tre Cime del Bondone e la Cima Rosta: la Bocca di Vaiona […]».
Di lì si sale ancora, sbucando in un prato pianeggiante, oltrepassando il quale si giunge sino a «un’evidente selletta»: andando a sinistra si arriva in breve alla cima Rosta, dalla quale si può godere di una splendida vista sulla Valle dei Laghi.
Battiston propone altri percorsi alternativi, oltre a spiegare l’itinerario appena descritto nel dettaglio, fornendo punti di appoggio, informazioni in loco, segnaletica, carta escursionistica e quant’altro.
In conclusione, per meditare passeggiando nella nostra splendida regione non si ha che l’imbarazzo della scelta: le montagne ovunque offrono stimoli anche agli escursionisti più inesperti, anche a tutti coloro che hanno il desiderio e l’esigenza di trascorrere solo qualche ora di pace in mezzo alla natura, ritrovando se stessi.
Daniela Larentis – [email protected]