Cent’anni fa, il 19 febbraio 1915, iniziava la Campagna di Gallipoli

Fu la più sanguinosa e fallimentare battaglia della Grande Guerra, che vide sacrificare per nulla quasi mezzo milione di uomini. Vinsero i turchi

Il 19 febbraio di cent’anni fa cominciava il bombardamento navale da parte delle marine inglese e francese dei forti che erano stati costruiti dai turchi all’imbocco dei Dardanelli per impedire a navi indesiderate di passare gli stretti che collegano il Mar Nero al Mediterraneo.
Il disegno dell’Intesa era quello che interrompere l’isolamento della Russia dal resto del mondo.
L’impero zarista aveva un serbatoio umano praticamente inesauribile, ma non disponeva di fabbriche di armi, né tanto meno di munizioni. Con l’entrata in guerra dell’impero turco il 2 novembre 1014, a fianco degli imperi centrali, era precluso qualsiasi rifornimento.
E già nel corso dell’inverno 1914-15 i soldati russi si trovavano costretti ad andare all’assalto alla baionetta e senza proiettili.
Ma l’attacco ai Dardanelli si rivelò un disastro.
Anzi, l’episodio di Gallipoli può essere considerato una delle più sanguinose e sconcertanti sconfitte subite dagli inglesi nel corso del 1900.
Sanguinoso per l’alto numero delle perdite: da parte inglese 117.000 tra morti, feriti e dispersi e 100.000 evacuati per malattie; da parte turca tra i 218 e i 252mila.
Sconcertante perché l’operazione era stata decisa dai politici e non dai militari.
L’errore si basava sulla presunzione che l’esercito turco fosse impreparato e incapace di combattere. In realtà, i militari tedeschi avevano riorganizzato i turchi con la nota capacità teutonica.
Fatto sta che il bombardamento navale dei forti durò dal 19 febbraio al 18 marzo 1915, senza aver portato risultati di sorta.
Allora venne deciso uno sbarco, che venne programmato per il successivo 25 aprile.
La battaglia sarebbe durata fino al 9 gennaio 1916 e fu vinta dai turchi.
Ma ne riparleremo, appunto, il 25 aprile, nel centenario della folle «Campagna di Gallipoli».