«Luce», primo saggio della scuola di danza di Roberta Manara
Sandra Matuella ha intervistato Roberta sul suo nuovo progetto artistico
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Si tiene martedì 9 giugno al Teatro San Marco di Trento, alle ore 20.30, il primo saggio della nuova scuola di danza D.LAB fondata da Roberta Manara, una delle danzatrici e coreografe più intense e più amate della nostra regione, che vanta importanti esperienze professionali sulla scena nazionale e non solo, tra cui quella con un nome culto della danza mondiale come Daniel Ezralow, per l’opera teatrale «Tosca, amore disperato» di Lucio Dalla.
Roberta Manara parla a L’Adigetto.it del suo nuovo progetto artistico.
«L’anno scorso mi sono separata dalla scuola Club la Fourmie di Trento per iniziare il mio percorso da sola. Sentivo la necessità di dare forma a un progetto tutto mio, dopo tanti anni dedicati allo studio della danza, al lavoro di danzatrice e al ruolo di insegnante.»
Qual è il bilancio di questo primo anno con una scuola tutta sua?
«Devo dire che sono molto contenta del risultato! Non sono mancate le occasioni di esibirci in pubblico in contesti importanti: siamo state al MUSE ospiti della sfilata del Centro Moda Canossa, e poi al Pala Congressi di Riva del Garda ospiti di un importante evento organizzato da Cassa Centrale Banca, a conclusione del music contest dedicato ai ragazzi “Back to the future”, presentato da Andrea e Michele di
Radio Deejay.»
E del saggio della scuola cosa ci può anticipare?
«Il primo saggio, firmato interamente da me, è un’altra cosa! Si intitola “Luce”, un tema direi autobiografico poiché rappresenta il mio cambiamento, il voltare pagina, l’aggrapparsi a un nuovo piacevole obiettivo. Ecco, tutto qui. Balleranno tutte le mie allieve, vecchie e nuove: sono quasi una cinquantina sul palco, di tutte le età!»
Di tutte le età? E’ un bel cambiamento di prospettiva, visto che, solitamente, la danza moderna è considerata un’arte per giovani.
«È proprio questo lo spirito di D.LAB: aprire la danza a chiunque la voglia provare!»
In effetti Lab sta per laboratorio, e richiama più un posto dove si fa ricerca piuttosto che una scuola basata su un insegnamento dall’alto.
«Sì, non mi piace definirla scuola, è più che altro un luogo dedicato allo studio e all’espressione della danza moderna contemporanea, aperto a tutti. Dalle piccole dell’asilo fino a chiunque voglia mettersi in gioco. Non ho la pretesa di coltivare talenti, ma passioni! E la passione per la danza, per me, non conosce età.»
Sandra Matuella - [email protected]