Bollicine: Maria Concetta Mattei tra le signore del TrentoDoc
Le produttrici di Metodo classico Trentino raccontano la loro esperienza
L'incontro di approfondimento di ieri è stato
dedicato alle donne che si dedicano al TrentoDoc. Protagoniste,
sei signore della spumantistica trentina (nella foto sopra) che hanno colto
l'invito di «Bollicine su Trento» per raccontare la loro esperienza
e il loro diverso ruolo in azienda.
Maria Concetta Mattei (nella foto sotto),
giornalista Rai per il Tg2, ha coordinato gli interventi del
pomeriggio premettendo che la sensibilità e la determinazione del
carattere femminile costituiscono una marcia in più anche in ambito
professionale e, in particolare, in quello della spumantistica
classica dove, oltre a un'ineccepibile preparazione tecnica,
occorre avere un'attenzione e una cura specifiche.
Prima a intervenire è stata Camilla Lunelli, una
prestigiosa laurea in economia con significativa esperienza in
ambito internazionale, la prima donna a occupare una posizione di
vertice nell'azienda di famiglia, «Cantine Ferrari», dove è
responsabile della comunicazione e dei rapporti esterni.
«Per me, entrare in azienda è stata una scelta consapevole, senza
alcuna forzatura da parte della mia famiglia. Sono convinta
dell'eccellenza che ha raggiunto il TrentoDoc in Italia e
all'estero, ma sono altrettanto sicura che non mancano i margini
per migliorare ancora. Ciò consente di lavorare con nuovi stimoli e
con la passione che abbiamo ereditato dai nostri genitori, la
stessa che ci auguriamo di saper trasmettere ai nostri figli».
Roberta Giuriali, ha creato con il marito «Maso
Martis», un'azienda che dirige seguendone la parte amministrativa e
contabile, occupandosi della parte commerciale, dell'organizzazione
e della partecipazione ad eventi e fiere, dell'accoglienza in
azienda, dell'attività promozionale e di marketing.
«Ciò non significa che io non sia presente anche in cantina, anzi,
partecipo sempre quando si tratta di scegliere le cuveé degli
spumanti e dei vini fermi. Il mondo del vino è affascinante e
permette di viaggiare, cosa che in futuro mi auguro di poter fare
sempre più spesso, coinvolgendo anche mio marito e le nostre due
figlie.»
Manuela Bassetti, con una laurea in lingue
conseguita a Salisburgo, segue le relazioni con la clientela
tedesca dell'azienda F.lli Pisoni, un impegno che comprende la
gestione dei rapporti commerciali e promozionali con il mondo
germanico, ma anche l'accoglienza in cantina di numerosi gruppi di ospiti della Valle dei Laghi.
«Pensavo che gli studi mi avrebbero trattenuta in Austria, ma dopo
l'incontro con mio marito e dopo aver conosciuto l'atmosfera
affascinante che si respira nella cantina di famiglia, mi sono
convinta che avrei potuto intraprendere una professione stimolante
e piena di soddisfazioni.»
Giorgia Brugnara, dopo gli studi in enologia
all'Istituto agrario di San Michele all'Adige, ha cominciato a
lavorare per Cesarini Sforza Spumanti nel 1995, dove ha potuto
approfondire le proprie conoscenze sulla filiera produttiva fino a
diventarne, in breve tempo, (nel 2001) la coordinatrice.
«La passione per il vino e in particolare per il TrentoDoc mi ha
conquistata quando ero poco più che una ragazzina. La mia grande
fortuna è stata quella di cominciare a lavorare per una casa
spumantistica che mi ha permesso di crescere fino ad occupare un
ruolo di responsabilità. Nel mio lavoro cerco di mantenermi
aggiornata frequentando corsi di approfondimento ma soprattutto
dialogando con i colleghi impiegati presso altre aziende. Inoltre,
non dimentico mai il contatto con la terra: anche noi enologi
dobbiamo andare in campagna, vivere l'agricoltura e cogliere ciò
che può rendere unico un prodotto. Se si rimane chiusi in cantina
si rischia di produrre vini standardizzati, quando invece la nostra
forza, e in particolare quella del TrentoDoc, è di riflettere
l'identità irripetibile del nostro territorio.»
Sabrina Viola, diplomata all'Istituto agrario di
San Michele all'Adige è da 15 anni impegnata presso il Gruppo
Mezzacorona-Rotari. Per quattro anni ha svolto compiti di analista
in laboratorio per poi occuparsi del reparto imbottigliamento vino
e spumante, compresa la programmazione e l'organizzazione del
personale.
«Essere donna in cantina è un ruolo che va gestito. Non bisogna mai
rinunciare alla propria femminilità anche se si lavora in un ambito
che fino a qualche anno fa era una roccaforte dei colleghi maschi.
Come in tutte le cose bisogna usare il buonsenso; coinvolgere i
propri collaboratori senza mai imporsi a sproposito; costruire
rapporti fondati sul rispetto è la migliore premessa su cui far
crescere la stima professionale.»
Carmen Tomasi, assieme al marito e alla cognata è
l'artefice dell'azienda Revì, fondata nel 1982. Il suo ruolo in
azienda è legato alle operazioni di scelta dei vini, alla loro
valutazione e alla delicata fase di composizione delle cuveé.
«Mi sono affacciata al mondo del vino per passione e, dopo le nozze
con mio marito, ho contribuito a fondare l'azienda Revì, la più
piccola del Trentino, che oggi produce 10mila bottiglie, quota che
non intendiamo aumentare troppo proprio perché vorremmo continuare
a seguire la produzione con la cura familiare che riusciamo a
garantire ora.»
A termine dell'incontro, le sei signore hanno presentato i loro
TrentoDoc, descrivendone le caratteristiche con quella dovizia di
particolari propria di chi li conosce bene perché si è speso in
prima persona. Erano tutti, naturalmente, rosé.