La violenza sulle donne – Di Giuseppe Maiolo
«Affrontare la violenza sulle donne, neanche se commessa con un fiore»
La violenza alle donne rimane sempre una realtà drammatica sulla quale, a Trento presso la Erickson, si discute in questi giorni.
«Affrontare la violenza sulle donne, neanche con un fiore», è il titolo del convegno che parte dalla risoluzione del 20 dicembre 1993 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite la quale stabilisce la «necessità urgente» di applicare universalmente «alle donne diritti e principi in materia di uguaglianza, sicurezza, libertà, integrità e dignità propri di tutti gli esseri umani».
Numerosi i temi che vengono sviluppati e approfonditi: dalla violenza degli uomini a quella che respirano i bambini anche per tempi lunghissimi nei contesti domestici.
Fenomeno sempre più frequente e drammatico la violenza domestica rimane sommersa: moglie e figli non segnalano, non denunciano, non intraprendono azioni di contenimento né, purtroppo, lasciano trapelare la situazione che stanno vivendo e che, a volte, si protrae per un tempo lunghissimo.
Il meccanismo della vergogna e dell’imbarazzo associato al senso di colpa e alla fragilità psicologica delle vittime impedisce di far emergere un disagio spesso devastante.
E non si pensi solamente alla violenza fisica, che pure ha la sua considerevole incidenza, ma soprattutto a quella psicologica.
Essa è fatta di parole negative, di offese, di ingiurie, di prepotenze e soprusi che feriscono allo stesso modo delle percosse. Alle volte anche di più.
Vi sono situazioni sempre più frequenti di violenza familiare che si sviluppano a ridosso della separazione della coppia.
I casi di alta conflittualità protratta tra i partner per tempi lunghissimi abbondano. Tale violenza si riversa come un macigno pesante sui figli e spesso ne danneggia anche gravemente la psiche.
Senza contare che sono in crescita anche tanti comportamenti persecutori e sadici nei confronti delle donne che fanno dello stalking un fenomeno perverso che affligge le partner che interrompono una relazione con un uomo.
Con pedinamenti o diffamazioni (manifeste o anonime) lo stalker prostra la sua vittima e la rende incapace di reagire e di difendersi, oppure con atteggiamenti manipolatori pone la donna in condizioni di inferiorità e con continue svalutazioni condiziona fortemente la sua salute mentale.
Tipica del gaslighting*** questa subdola forma di violenza psicologica come tutti gli altri abusi fisici sulle donne, hanno bisogno di essere conosciuti e affrontati, necessitano di riflessioni e di progetti educativi.
Il convegno, che lascia un ampio spazio alle comunicazioni relative alla protezione sia delle donne che dei minori, sviluppa infatti il tema complesso e per nulla facile della prevenzione e dell’educazione.
In effetti oltre al contrasto diretto di tutta la violenza è necessario immaginare, pensare e realizzare cambiamenti culturali e soprattutto azioni educative della famiglia e della scuola ma anche veri e propri percorsi formativi volti a promuovere rispetto e tolleranza.
Così è importante che in occasioni come queste si parli di protezione e di buone pratiche o di adeguati strumenti giuridici di contrasto da utilizzare.
Ma è altrettanto utile dare notizia di progetti educativi precoci come quello del «Pinguino Leo» (foto) sviluppato dal Centro Il Germoglio di Bolzano che utilizza una favola scritta per i bambini della Scuola dell’Infanzia, per parlare loro dei pericoli di possibili molestie o abusi e al contempo fare educazione alle emozioni e al rispetto del proprio corpo e quello degli altri.
E questo perché i bambini fin da piccoli devono essere accompagnati a riconoscere i vari aspetti della violenza e dell’abuso. In particolare i maschi preparati alla relazione con l’altro sesso.
Se c’è un maschio adulto abusante, dobbiamo forse dire che c’è un maschio incapace di riconoscere le sue parti fragili e violente, in difficoltà nel gestire e contenere le proprie pulsioni e che si rapporta all’universo femminile con paura e insicurezza.
Contrastare allora una diffusa cultura maschile fatta di pensieri e di gesti violenti a cui non viene dato un contenimento attraverso l’educazione al rispetto dell’altro diventa altrettanto urgente che ridimensionare quell’immaginario sessuale sempre più alimentato da una costante erotizzazione del corpo femminile che produce più collusione con un’istintualità primitiva e rozza che un’autentica capacità relazionale.
Giuseppe Maiolo - [email protected] - Precedenti
Psicoanalista di formazione junghiana, scrittore e giornalista, specialista in clinica dell’adolescente.
***Il Gaslighting è una forma di violenza psicologica nella quale false informazioni sono presentate alla vittima con l'intento di farla dubitare della sua stessa memoria e percezione. Può anche essere semplicemente il negare da parte di chi ha commesso un atto di violenza che gli episodi di violenza siano mai accaduti, o potrebbe essere la messa in scena di eventi bizzarri con l'intento di disorientare la vittima. E' quello che accade - ad esempio - nel corso dei processi contro gli autori di violenze sulle donne. |