Associazione Castelli del Trentino – Di Daniela Larentis
«Gli incontri del giovedì»: Maria Roberta Sommacal parlerà di figure trentine del Risorgimento nazionale, in particolare di Alberto Eccher dall’Eco – L’intervista
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Il ciclo di serate predisposte dall’Associazione Castelli del Trentino denominato «Gli incontri del giovedì», organizzato dal presidente Bruno Kaisermann e dal vicepresidente, il giornalista, storico e critico d’arte Pietro Marsilli, è al suo terzo appuntamento.
Ricordiamo che tutti gli incontri in programma godono del patrocinio della Regione Trentino Alto-Adige, della Provincia Autonoma Trento, della Comunità Rotaliana, del Comune di Mezzolombardo; inoltre, della collaborazione dell’Accademia degli Agiati di Rovereto, della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche, del Museo degli Usi e Costumi della gente Trentina e della Fondazione Museo Storico del Trentino.
Sono riconosciuti da IPRASE e validi ai fini dell’aggiornamento del personale docente della Provincia Autonoma di Trento.
L’incontro di giovedì 15 novembre si terrà come sempre alle 20.30 a Mezzolombardo, in Sala Spaur, Piazza Erbe, e avrà come protagonista Maria Roberta Sommacal, insegnante laureata in Storia. Titolo della conferenza: «Figure trentine del Risorgimento nazionale: Alberto Eccher dall’Eco.»
Due parole sulla relatrice prima di passare all’intervista.
Maria Roberta Sommacal, insegnante presso la scuola primaria «C.Darwin» di Mezzolombardo, si è laureata nel 1995 in Lettere e Filosofia presso l’Università degli Studi di Trento, discutendo una tesi di storia dal titolo: «Dagli Archivi del Museo Storico in Trento: figure trentine del Risorgimento nazionale» (relatore dott. Vincenzo Calì). Il lavoro che presenterà è quindi parte della sua tesi di laurea rivisto, ridotto e adattato alle esigenze della serata.
Abbiamo avuto il piacere di porgerle alcune domande.
Lei è laureata in Lettere e Filosofia presso l’Università degli Studi di Trento con una tesi di storia dal titolo «Dagli archivi del Museo Storico in Trento: figure trentine del risorgimento nazionale». Quando e come nasce questo suo interesse?
«Lo studio della storia mi ha sempre appassionata fin da bambina, quando leggevo con interesse le vicende dei popoli antichi. L’iscrizione all’Università mi ha permesso di focalizzare la mia passione, inserendo nel piano degli studi esami specifici, quali “storia contemporanea”, ”storia regionale” e “storiografia”.
«Nello studio approfondito ho quindi trovato il filo conduttore che caratterizzava il mio interesse, che poi ha portato alla scelta della tesi a carattere storico.»
Nell’incontro di giovedì 15 novembre, su quali aspetti verrà focalizzata maggiormente l’attenzione?
«La serata sarà incentrata sull’evoluzione del concetto di Risorgimento, spesso frainteso e poco analizzato. Le persone che si trovarono a vivere quel determinato periodo storico saranno quindi la base per illustrare il contesto locale e come questo sia stato direttamente collegato con gli scenari a livello nazionale.
«Uomini che vivendo in prima persona gli accadimenti del tempo vennero da questi condizionati nelle loro scelte di vita e che a loro volta influenzeranno gli eventi: i patrioti. A questi verrà dedicata la seconda parte della serata.»
Potrebbe in sintesi cercare di illustrare il significato del termine «Risorgimento», nel corso degli anni successivi all’unità d’Italia fino ai nostri giorni?
«La strumentalizzazione e l’uso inappropriato del termine Risorgimento ha portato ad una sorta di confusione su quanto effettivamente sia stato il periodo in oggetto. A decenni di distanza dall’unità d’Italia non era ancora chiaro cosa significasse il termine in sé.
«Questo principalmente era dovuto alla necessità politica di allora, di ancorare il presente ad un passato glorioso, di battaglie, di conquiste non solo militari ma anche sociali e culturali. Ciò in contrapposizione ad una Italia che non era ancora effettivamente percepita come una unità di persone che condividono uno spirito patriottico.
«Solo dopo la seconda guerra mondiale, grazie anche alla fine della monarchia e ad un nuovo scenario politico, si è potuto analizzare il periodo del Risorgimento italiano con maggiore distacco ed oggettività.
«Ecco quindi l’opportunità di studiare e indagare con cura uno dei periodi cruciali della storia del nostro Paese.»
A proposito delle figure dei patrioti trentini che lei delineerà nel suo intervento, potrebbe darci qualche piccola anticipazione?
«Ogni patriota meriterebbe un’attenzione tale che in una sola serata non è possibile attribuire. Il concetto trasversale che cercherò di trasmettere è molto semplice. Storie personali di uomini, frammenti di vita e di grande impegno che hanno determinato uno scenario storico a livello nazionale. Grandi uomini ai quali rivolgersi ora per capire nella sua essenza il significato del termine Risorgimento.»
Andando nello specifico, chi fu Alberto Eccher dall’Eco?
«Alberto Eccher dall’Eco fu un cittadino di Mezzolombardo ma al contempo, e in questo sta la sua rilevanza, fu un cittadino dell’Europa. Fu una persona eclettica ed impegnata, prima come volontario garibaldino, quindi come ricercatore ed insegnante di materie scientifiche in varie scuole del Trentino.
«In Europa frequentò diversi atenei, tenendo conferenze e dimostrazioni di apparecchiature scientifiche, che gli permisero di vivere il clima politico che si stava delineando all’epoca.
«L’attaccamento alla sua terra di origine rimase sempre un punto fisso della sua esistenza. Testimonianza di questo sono la dedizione e le risorse che dedicò alla causa dell’irredentismo trentino.
«Già anziano, non esitò un istante ad arruolarsi come volontario nella prima guerra mondiale e sarà solamente a conflitto terminato che si ritirerà a vita privata a Mezzolombardo dove morirà in umili condizioni dopo aver donato alla comunità tutti i suoi averi.»
Lei ha studiato a fondo la vita e la personalità di questo protagonista del Risorgimento nazionale: quali potrebbero essere, a suo avviso, le caratteristiche per le quali lo si potrebbe considerare un uomo «moderno»?
«La modernità di pensiero di Alberto Eccher dall’Eco sta nell’aver capito con lungimiranza che un popolo con una scarsa conoscenza della propria lingua non sarebbe mai stato pronto ad insorgere e affermare i propri diritti.
«Definire la questione linguistica significava dunque avere in mano il lasciapassare per un primo tentativo di affermazione di autonomia. La frequentazione degli atenei tedeschi lo aveva fatto riflettere, gli aveva mostrato l’importanza della circolazione delle idee al di fuori dell’angusto ambiente di provincia dal quale proveniva.»
Di che cosa si sta occupando attualmente?
«La trasmissione a terzi di quanto studiato all’Università è sempre stato un aspetto che ho ricercato. Durante l’ultimo anno di studi ero propensa ad intraprendere l’attività di ricerca e quindi allo studio ulteriore in ambito storiografico.
«Questa scelta precludeva in parte l’atro mio desiderio forte, ovvero l’insegnamento nelle fasce inferiori di età. Insegnare ai bambini a leggere e scrivere significa fornire gli strumenti per poter capire concetti quali anche il Risorgimento.
«Ecco quindi che nel 1995 partecipai al concorso pubblico per insegnanti, che vinsi. Entrai subito nella scuola e questo lavoro che svolgo da più di vent’anni, riesce ancora ad appassionarmi; il contatto quotidiano con i miei studenti anche se faticoso, mi regala ancora delle belle soddisfazioni.»
Ha qualche sogno nel cassetto, qualche progetto futuro che vorrebbe realizzare?
«Di natura sono sempre stata una persona culturalmente curiosa, adoro leggere, tenermi aggiornata su quanto viene pubblicato nel mercato librario.
«Il mio sogno? Potermi regalare più tempo per le mie passioni personali, con letture che mi facciano ancora emozionare.»
Daniela Larentis – [email protected]