Gli spazi «mutanti» delle città: i manifesti pubblicitari
Anche il mezzo pubblicitario più tradizionale si è adeguato alle nuove tecnologie
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L'Expo di Milano ha recentemente riportato alla luce una mostra tenutasi nel 2014, e avente come tema gli spazi mutanti della città: questo evento, organizzato dal curatore della Biennale di Architettura di Venezia Rem Koolhaas, ha messo in piedi un vero e proprio servizio fotografico che ha ripercorso la storia architettonica di Piazza Duomo e di altri noti luoghi milanesi.
Lo scopo? Fornire un vero e proprio atlante di tutti quei progetti affascinanti, o semplicemente curiosi, che nel corso dei decenni sono stati scartati dal Comune o semplicemente rimasti incompleti.
L'esposizione, organizzata grazie alla presenza di numerosi ed evocativi manifesti, ha dato la possibilità a molti curiosi di scoprire come sarebbe potuta essere oggi la loro piazza preferita, e come in generale sarebbero potuti cambiare gli spazi delle città italiane. I manifesti, dunque, diventano un autentico motore di cultura e di ricordo del passato.
La potenza culturale del manifesto
In un momento storico in cui Internet e le tecnologie digitali la fanno da padrone, fa piacere riscoprire il valore culturale e comunicativo dei manifesti che, nella loro fisicità, rimangono lì immobili trasmettendo fotografie, disegni, progetti e autentici modi di vivere e di tradurre la nostra realtà.
Basti pensare a tutti i manifesti d'epoca, che ci ricordano lo stile di vita, la moda, le tendenze di un ventesimo secolo che è andato via troppo in fretta, spesso cancellato dalle tecnologie, da Internet e da mode e culture che si fanno sempre più vuote, banali e passeggere.
Non è un caso che siano in tantissimi i collezionisti di questi manifesti d'epoca: dalle pubblicità alle fotografie delle strade con le carrozze e i cavalli al galoppo, il fascino di uno scatto del passato coinvolge tantissime persone e difficilmente lascia indifferenti anche i giovani.
Perché un manifesto può trasmettere sensazioni sconosciute a chi è abituato al dinamismo di Internet, e perché può anche diventare un mezzo per fare pubblicità emozionale, basandosi sulle sensazioni di nostalgia o di curiosità provocate dalla vista dei tempi che furono.
Il manifesto antico come mezzo promozionale
Il manifesto diventa dunque un potentissimo mezzo promozionale, soprattutto nei casi in cui vada controcorrente: non più immagini e grafiche iper-tecnologiche o fantasiose, frutto di creazioni mirabolanti attraverso software grafici e di fotoritocco, ma manifesti che contengano foto d'epoca, momenti di un passato oramai andato e che non tornerà più.
E dato che queste foto sono rarissime nonché oggetto di collezione, se volete anche voi utilizzare gli spazi mutanti della città per la promozione potrete trovare quella foto su Internet e rivolgervi ad una tipografia online, come Pressup.it ad esempio, specializzata anche nella stampa di manifesti di grande formato 100x140.
Un esempio? Sono molti i locali che hanno scelto di adottare la concezione di spazio mutante della città per farsi pubblicità.
Come? Affiggendo manifesti e cornici contenenti le foto della via, oppure dell'edificio 30, 40, 50 anni fa. Meglio ancora se, di fronte alla porta di quello che è oggi un locale, il fotografo del tempo è riuscito a cogliere uno spaccato della vita quotidiana di quella società: un anziano seduto di fronte casa, un bambino in blusa e calzoncini, oppure una bellezza acqua e sapone di quel periodo. I clienti che hanno il piacere di vedere queste foto, magari mentre mangiano al tavolo, si sentono come in una macchina del tempo.
Come sfruttare le nuove tecnologie
Il fatto che i manifesti d'epoca siano praticamente l'anti-tecnologia per eccellenza, non significa che non possano anche loro approfittare degli enormi passi avanti compiuti dalla nostra società.
Soprattutto per quanto riguarda i software di fotoritocco e di grafica (come Gimp e Photoshop) che, se utilizzati da professionisti, possono «pulire» le vostre foto dai segni del tempo, oppure esaltarli attraverso un sapiente utilizzo delle tonalità di bianco e nero e del rumore di fondo.