Un centro di ricerca per le pratiche performative contemporanee
In quest’anno di forti cambiamenti per l’intero comparto artistico, Centrale di Fies trova una formula rinnovata per aprire parte della ricerca annuale ai suoi pubblici
Venerdì 28 maggio con «Thank you for coming» Centrale Fies dà il via alle aperture 2021 del centro di ricerca permanente.
Laura Pante - Ph courtesy Dido Fontana.
Una scelta forte quella di mutare definitivamente la forma festival storica di Drodesera al suo ipotetico 41esimo anno per rilanciare, anche nell’immaginario collettivo, una realtà - quella di Centrale Fies - che da anni produce performance, spettacoli e mostre, non solo una programmazione pubblica estiva, oltre a simposi sulle politiche culturali, laboratori per bambini e per ragazzi under 35, momenti continui di studio e formazione per artisti e artiste, curatori, ricercatrici.
Portando avanti parallelamente una ricerca su specifici temi e assi storici del performativo, in uno scambio continuo con il mondo accademico nazionale (Università IUAV di Venezia) e internazionale (Accademia di Belle Arti di Bruxelles) all'interno di un sistema diffuso e produttivo di narrazioni e contronarrazioni fondamentali ad affrontare futuri sempre più complessi.
La Direzione generale di Dino Sommadossi individua e crea nuovi dispositivi per rendere accessibile al territorio, ad una politica culturale in continua evoluzione, ad artisti e artiste, il lavoro di una board curatoriale composta da curatori e curatrici, sociologhe, artisti, ricercatrici, formata da Barbara Boninsegna con Simone Frangi, Claudia D’Alonzo, Filippo Andreatta, Mackda Ghebremariam Tesfau’, Denis Isaia, Justin Randolph Thompson e la curatela esecutiva di Maria Chemello.
Se Drodesera era ampiamente riconosciuto tra i festival italiani performativi più longevi, l’annuale lavoro di Centrale Fies è sempre rimasto più laterale e defilato, così come lo è la ricerca a fronte dei risultati condivisi all’esterno del centro.
Ecco la scelta di rivoluzionare la programmazione di Centrale Fies non più legata al festival Drodesera, bensì scandita dagli eventi più importanti del centro di ricerca che sceglie di aprirsi al pubblico più volte, al ritmo del suo lavoro.
Perché l’arte non si compie solo nel momento in cui si va in scena, ma è un processo lungo, delicato, quotidiano e necessario.
Per tutto il 2021 a Centrale Fies sarà possibile vedere pubblicamente gli esiti della sperimentazione: a maggio l’occasione per aprire Centrale Fies sarà la fine di una lunga residenza artistica - all’interno di PASSO NORD - di Marco D’Agostin con l’opera coreografica SAGA; a giugno la presenza di artisti e artiste internazionali per Live Works, la Free School of performance; a luglio saranno riuniti a Centrale Fies 10 tra i centri e i teatri più importanti d’Europa per il meeting ufficiale del network APAP, di cui Fies fa parte. I pubblici di Centrale Fies avranno la possibilità di vedere da vicino prove aperte, performance, exhibit, e di fruire degli incontri sulle linee di lavoro e sulle politiche culturali. In un momento in cui il settore sta attraversando un periodo delicato è importante esserci con più costanza.
Il 28-29-30 maggio Centrale Fies invita il pubblico a partecipare agli ultimi giorni della residenza artistica di Marco D’Agostin prima del debutto parigino all’interno di Rencontres Chorégraphiques Internationales de Seine-Saint-Denis.
THANK YOU FOR COMING, la tre giorni di Maggio a cura di Barbara Boninsegna e Marco D’Agostin, prende forma attorno alla prova generale aperta al pubblico, dell’opera coreografica SAGA in co-produzione con Centrale Fies e con importanti centri e festival internazionali come Rencontres chorégraphiques internationales de Seine-Saint-Denis, KLAP - Maison pour la danse à Marseille, Espace Malraux, Torinodanza Festival, CCN – Ballet de l’Opéra national du Rhin, POLE-SUD – CDCN Strasbourg, CCNR/Yuval Pick, CCN Roubaix, Charleroi danse e Marche Teatro.
L’artista Marco D’Agostin e la Direttrice Artistica Barbara Boninsegna hanno immaginato un dolce rituale di ritorno alle pratiche live per attutire le paure e le fatiche di quest’anno fuori dalle scene, rinegoziando i rapporti di fiducia e di piacere attraverso una programmazione extra ordinaria di performance, concerti, installazioni, spettacoli e talk dedicati al tema dell’esercizio della cura verso l’altro.
THANK YOU FOR COMING procede per echi e rimandi attorno a SAGA, un lavoro coreografico che attraverso il canto corale, la danza e il dispositivo scenografico apre una riflessione ampia e porosa sul generare parentele al di là della famiglia e sul passare del tempo.
Ad ogni replica il mosaico sarà diverso - consegnando un piccolo romanzo familiare coreografico.
Attorno alle tematiche espresse da SAGA si sviluppa tutta la programmazione delle tre giornate: le attraverseranno il filosofo Emanuele Coccia e l’antropologo della famiglia Carlo Capello nel loro talk (29 maggio); le esploreremo attraverso il linguaggio audiovisivo di «Family Affair» (28/29/30 maggio), lavoro più volte proposto da ZimmerFrei per indagare e creare un archivio vivente che ritrae in modo originale lo stato dell’arte della famiglia contemporanea.
Il lavoro autobiografico «Between Me and P.» di Filippo Michelangelo Ceredi (29 maggio) ci consegnerà uno spaccato di una storia familiare nata dalla radicale esigenza di riappropriazione, una storia intima di fratellanza che parla attraverso la penombra e la luce del videoproiettore; sempre di esperienza ci parlerà Emilia Verginelli in «Io non sono nessuno» (30 maggio) in cui l’artista raccoglie episodi della sua esperienza come volontaria teatrale all’interno di una Casa-Famiglia indagando il suo rapporto con alcuni dei bambini e bambine che la abitano.
In prima assoluta Marco D’Agostin con Chiara Bersani, Elena Giannotti e Alessandro Sciarroni porta in scena «Passage»: performance site specific (28/29/30 maggio) della durata di 4 ore giornaliere.
Passage è il tempo di un passaggio, in un’atmosfera intima, nei confronti della quale lo spettatore è invitato ad affacciarsi tutte le volte che desidera, i tre artisti si alterneranno nella conduzione di pratiche, riflessioni e trasmissione di repertorio, consegnando ai corpi degli altri il proprio materiale.
Allo spettatore è riservata la possibilità di assistere a una dimensione abitualmente segreta e riservata allo spazio prove; in questo caso, però, dopo Passage non esiste un orizzonte: gli artisti non creeranno insieme nessuno spettacolo.
Il tempo di Passage è quello di una cometa. Il tempo è anche al centro della ricerca di F.de Isabella, che invita il pubblico ad entrare nel suo DICIOTTANNI: una posizione, un’affermazione, una scoperta, uno spazio che si modifica durante le ore del giorno e della sera.
Reinventa e scandisce il tempo presente Jérôme Bel creando un esperimento coreografico con e per la danzatrice Laura Pante (28 maggio) in «Laura Pante».
Il coreografo di fama internazionale inizia nel 2020 a scrivere partiture di danza per solisti che fossero di per sé eloquenti, in modo da non dover incontrare direttamente gli interpreti.
Durante la creazione delle partiture, il Coronavirus inizia a diffondersi in tutto il mondo, con grande rapidità, dunque questo progetto diventa allora ancora più urgente e necessario.
Saranno infine la performance sonora Bar Bar di Alessandra Eramo (29 maggio) e il concerto Songs from my shows (30 maggio) di Ivo Dimchev che metteranno in relazione la voce dell’artista con l’ambiente circostante, facendo uso di suono, linguaggio e fraintendimento.
Dal 9 al 13 giugno si incontreranno a Centrale Fies le artiste e gli artisti di Live Works SUMMIT 2021 a cura di Barbara Boninsegna e Simone Frangi.
Cinque giornate di summit, performance, mostre e visioni in cui si uniranno i fellows dell’edizione 2020-2021 con i nuovi sei selezionati per la nona edizione 2021-2022: Sergi Casero Nieto, Gabriele Rendina Cattani, Selin Davasse, Joannie Baumgärtner, Ivan Cheng, Ada M. Patterson & Clementine Edwards; a loro si aggiunge Silvia Rosi, selezionata per la prima edizione dell’Agitu Ideo Gudeta Fellowship.
Ad accoglierli un periodo di residenza collettiva e di free school focalizzato sulla ricerca e lo studio, tenuto dai resident curator, Mackda Ghebremariam Tesfau’ e Justin Randolph Thompson, e da tre speaker Krystel Khoury -dramaturg e Direttrice ISAC, Kathryn Weir -Direttrice del MADRE, Onyeka Igwe -artista visiva.
L’apertura al pubblico verrà accompagnata invece dalle performance dei fellows 2020 Thais Di Marco, Harilay Rabenjamina, Giulia Crispiani & Golrokh Nafisi, Olia Sosnovskaya, Göksu Kunak, Buenos Tiempos, Int. (Marnie Slater & Alberto García del Castillo), Noor Abuarafeh; e da un programma di ex alumni e alumne della piattaforma LIVE WORKS, artiste/i che tornano a Fies nei formati più differenti: live, espositivi e cinematografici a ribadire la transdisciplinarietà della piattaforma: Astrit Ismaili, Dina Mimi, Mohamed Abdelkarim, Madison Bycroft, Ursula Mayer, Jacopo Miliani, Julie Béna.
Accanto a loro, in un formato espositivo vivo e abitabile gli artisti Josèfa Ntjam e Joar Nango, che reinventeranno l’intera Sala Comando.
La prima giornata di LIVE WORKS SUMMIT 2021 sarà gratuita e interamente dedicata all’artista australiana Madison Bycroft, che sarà in mostra a Centrale Fies con la prima mostra monografica in Italia fino al 3 luglio.
Dall’1 al 3 luglio Centrale Fies ospita APAP Feminist Futures Festival a cura di Filippo Andreatta e Barbara Boninsegna, il kick off meeting di APAP, la rete europea dedicata alle Performing Art con il nuovo progetto Feminist Futures Festival, che include 20 artiste/i e 11 istituzioni tra festival, teatri nazionali, centri di produzione e di residenza.
Rete d’ispirazione femminista, APAP immagina futuri femminismi ripensando i corpi; i nostri, gli altri, quelli più fragili, quelli animali, quelli vegetali e anche quelli che scordiamo esserlo come l’aria, l’acqua o la terra stessa.
Il pubblico potrà assistere a dibattiti e incontri, a performance di artisti internazionali prodotti e sostenuti dalla rete APAP, così come alle produzioni degli artisti e delle artiste che in quest’anno si sono fatti curare e si sono presi cura di Centrale Fies, abitandone gli spazi e creando un tempo dove lo studio, la ricerca, la qualità e il confronto hanno trasformato gli spazi della Centrale in un campo-base perennemente attivo quali Anne Lise Le Gac, Chiara Bersani, Tatiana Julien, Eva Geatti, Michikazu Matsune, Harun Morrison, OHT, Sotterraneo, Jacopo Jenna/Sotterraneo e Kate McIntosh.