Consegnato a Simone Veil il «Premio De Gasperi»
L'introduzione di Lorenzo Dellai, l'intervento di Rocco Bottiglione, le motivazioni di Paolo Pombeni, le conclusioni di Simone Veil
Un percorso che va dalle radici,
dalle memorie storiche insieme del Trentino e dell'Europa, al
futuro. Questo in sintesi ciò che lega le due cerimonie che hanno
avuto luogo stamani a Piedicastello, la consegna del Premio De
Gasperi a Simone Veil, già presidente del Parlamento europeo, con
alle spalle anche la traumatica esperienza della deportazione nel
campo di concentramento di Auschwitz per le sue origini ebraiche, e
l'apertura del percorso museale realizzato nelle gallerie della
strada che fino a qualche mese fa tagliava in due il rione di
Trento, dedicato alla Prima guerra mondiale e al popolo
scomparso, ovvero ai soldati e civili che la Grande guerra ha
disperso, sui vari fronti in cui si è combattuta, come pure nelle
città di legno (Barachenlager) dei profughi e degli
sfollati. Tante le autorità presenti, fra cui, al tavolo dei
relatori, il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo
Dellai, il sindaco di Trento Alberto Pacher, il vicepresidente
della Camera dei Deputati Rocco Buttiglione, lo storico Paolo
Pombeni, curatore dell'opera omnia di De Gasperi, ed ancora, per
presentare le Gallerie della memoria di Piedicastello -
una nera, dominata dalle immagini dell'epoca proiettate sulle
pareti, l'altra bianca, con allestimenti realizzati all'interno di
casupole di legno - il direttore della Fondazione museo storico del
Trentino Giuseppe Ferrandi e il responsabile dello Stanford Media
Lab Jeffrey T. Schnapp.
Un momento importante quello vissuto oggi a Trento, all'insegna di
un europeismo che si sforza di crescere, anche a dispetto della
sfiducia e del pessimismo che aleggiano sul progetto dell'Unione, e
che Simone Veil ha chiesto di abbandonare, abbracciando una visione
più positiva dei tanti risultati comunque raggiunti. Il tutto
coniugato con una forte consapevolezza delle proprie radici, che
per il Trentino affondano innanzitutto nelle lacerazioni della
Prima guerra mondiale, rivisitate anche grazie alle nuove
tecnologie con una passione che nulla concede alla retorica.
La manifestazione si è aperta alle 10 all'interno della
tensostruttura allestita a pochi passi dall'imbocco delle gallerie
di Piedicastello, dove sono convenute le autorità civili e
religiose, del mondo accademico e scientifico, e anche le figlie
dello statista di Pieve Tesino. In apertura il sindaco Pacher ha
ricordato come non sia un caso che la cerimonia odierna si tenesse
a Piedicastello, un quartiere con radici identitarie profonde ma
che sta attraversando una profonda trasformazione, rimediando agli
errori commessi in passato.
La parola è andata poi al presidente Lorenzo
Dellai (nella foto con M.me Veil) che ha letto i
messaggi di saluto inviati dal presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano e dal senatore Giulio Andreotti.
«Grazie per avere accettato questo premio - ha detto quindi il
presidente della Provincia autonoma rivolgendosi a Simone Veil -
che conferiamo alle persone che si sono distinte per avere portato
avanti l'ideale europeista di Alcide de Gasperi. Con questa e altre
iniziative, come la ristrutturazione della casa natale dello
statista a Pieve Tesino e la pubblicazione dell'opera omnia degli
scritti politici, crediamo di avere assolto almeno fino ad oggi
all'impegno che avevamo assunto nel 2004, 50° anniversario della
morte di De Gasperi. Oggi inauguriamo anche le gallerie di
Piedicastello: con il loro percorso attraverso la Prima guerra
mondiale esse sostanziano quel concetto di memoria attiva che
rimanda anche alla necessità di leggere il passato con nuovi
linguaggi.»
Rocco Buttiglione (nella foto qui sotto)
ha detto innanzitutto della «inattualità» di De Gasperi, allora
come oggi, la quale ci indica un modello di politico che non è
schiavo dei sondaggi e che non fa sempre quello che la gente
vorrebbe venisse fatto. Insomma, - questa è la nostra
interpretazione delle sue parole - chi governa deve fare il suo
dovere. Parole di De Gasperi («Fate il vostro dovere, a qualunque
costo»), che poi verranno attribuite allo statista trentino, sia
pure in altra maniera, anche da Simone Veil, quando descrive De
Gasperi come «democratico e pragmatico».
Buttiglione ha ricordato come sia sotto gli occhi di tutti il basso
profilo che l'Unione Europea presenta al mondo, ma dall'Europa non si torna indietro.
«Prima si doveva procedere all'approfondimento, - ha preci-sato -
poi all'argamento. È accaduto viceversa, ma dall'Eu-ropa non si
torna indietro.»
Un po' come il regno d'Italia, unita nel 1860: allora si disse che
era stata fatta l'Italia e che adesso si dovevano fare gli
Italiani. Dovremo fare la stessa strada.
Un modello, quello europeo, fondato secondo Buttiglione sulla
trilogia «religione, morali-tà, politica», che secondo Buttiglione
è attuale anche oggi, nella «società liquida» di Baumann, dominata
da politici che, come quelli di cui parlava Tucidide nel raccontare
la guerra del Peloponneso, «non hanno vissuto gli orrori della
guerra», e per questo la guerra non è affatto esorcizzata. Rimane
nel novero delle opzioni possibili, lo ricordano alcuni eventi a
cui stiamo assistendo come il ritorno ai blocchi commerciali
sancito a Doha, o la crescita delle ambizioni della Russia, che fa
il paio con il fallimento del «mondo a guida unilaterale Usa».
Paolo Pombeni a ricordato come la scelta di una
donna per il terzo premio «De Gasperi - costruttori d'Europa» non
sia stata casuale, in quanto «l'evoluzione femminile rappresenta il
più grande processo culturale europeo del dopoguerra». Tema questo che verrà poi
ripreso giustamente anche da Simone Veil.
Pombeni (che - ricordiamo - è lo storico che cura l'«Opera Omnia»
di De Gasperi) ha ha richiamato l'attenzione sul pericolo di
un'Europa congelata alla sola dimensione del libero mercato,
sottolineando proprio in questo contesto i meriti di Simone Veil
nel continuare a coltivare una visione «alta» dell'Unione, anche in
momenti difficili, come nel 2005, quando il suo paese, la Francia,
si espresse con uno «sciagurato referendum» per il no alla
Costituzione europea. In altre parole Pombeni ha ripreso il
concetto di Bottiglione, aggiungendo però che l'Europa andava fatta
e basta, indipendentemente dalla coscienza europea dei
cittadini.
Ed è toccato proprio a Simone Veil (nella foto, con il premio, insieme a
Dellai), dopo avere ricevuto il premio De Gasperi dalle mani
di Dellai, esprimere parole di incoraggiamento e di ottimismo -
nonostante tutto - nei riguardi dell'Unione europea. Si rivolgeva
forse a Buttoglione, quando ha pronunciato le seguenti parole.
«Oggi l'Unione europea conta 27 paesi e non potevamo
rifiutare o rinviare l'adesione dei paesi dell'Europa orientale,
ormai democratici e vittime del terribile purgatorio del
post-Yalta. La nostra Europa non può isolarsi dal resto del mondo,
al quale deve poter prestare assistenza.»
Si è dimostrata comprensiva anche verso i Polacchi che dopo aver
fatto tanto per entrare in Europa, si siano raffreddati negli
entusiasmi. Ma è stata critica verso gli Irlandesi che, pur
appartenendo al Paese che più hanno tratto vantaggi dall'Unione
Europea, ne hanno bocciato la Costituzione.
«So benissimo che gli Irlandesi sono ancora traumatizzati da un
passato doloroso, - ga detto. - Ma non dovrebbero per questo
dimenticare i vantaggi che l'Europa ha garantito loro. L'Irlanda ha
tratto vantaggio dall'appartenenza all'Unione più di qualsiasi
altro paese europeo, sia sul piano economico che politico. Spero
quindi che questo contrattempo non rappresenti un ostacolo alla
ratifica del Trattato di Lisbona che tutti gli altri paesi europei
vorrebbero entrasse in vigore quanto prima.
La Veil si è detta poi felice di essere la prima donna a ricevere
il premio istituito dal Trentino, «e spero di non essere l'ultima»
ha commentato con una certa ironia.
Nella foto a sinistra, La figlia di Alcide De Gasperi,
Maria Romana.
Anche per Simone Veil la rivoluzione femminile è stata in Europa il
più grande passo avanti fatto dall'umanità. «C'è ancora molta
strada da fare in questo senso, - ha detto - ma proprio perché le
donne hanno una marcia in più sono una grande risorsa
dell'Europa.»
Fiera di ricevere il premio dopo Ciampi e Khol, di cui ha ricordato
l'impegno sia all'interno dei rispettivi Paesi sia sullo scenario
europeo, Simone Veil ha elogiato l'agire insieme pragmatico e
democratico di De Gasperi, che pure non conobbe di persona perché
all'epoca della morte dello statista trentino stava ancora
terminando gli studi e nel frattempo accudiva i suoi bambini («ho
avuto una vita dura, ho subito l'esperienza della deportazione, da
cui i miei genitori non sono usciti vivi, ma ho anche avuto un
matrimonio felice che dura da 60 anni», aveva detto in conferenza
stampa, poco prima dell'inizio della cerimonia).
Ricordando De Gasperi, Simone Veil ha sottolineato che certamnente
non era un caso che De Gasperi, Schumann e Adenauer fossero stati
generati da piccole aree di confine. «Sì, anche Adenauer perché la
Germania dell'immediato dopoguerra era una delle aree più ai
confini dell'Europa.»
Infine l'esortazione a «non essere pessimisti», perché l'Europa
unita, comunque, ha portato al Vecchio Continente la pace più
duratura che mai abbia conosciuto.
Dopo la cerimonia, si è aperta la seconda fase della mattinata, con
l'inaugurazione del percorso museale delle gallerie di
Piedicastello, 7.000 metri quadri di superficie destinati ad essere
non un museo statico, permanente, ma un laboratorio in continuo
divenire, dove ospitare, assieme alle memorie del Trentino, anche
laboratori e sperimentazioni con i nuovi linguaggi della
multimedialità. Saldando assieme, insomma, passato e futuro.
Noi consigliamo di visitare il percorso, tenendo conto che saranno
aperte fino a metà novembre e che l'ingresso resterà gratuito per
tutto il tempo.
Una grande risorsa quella delle Gallerie di Piedicastello, che ci
auguriamo possano conoscere una sempre maggiore attenzione da parte
dei nostri amministratori. A partire da quel grande sogno che noi
abbiamo fatto pensando ad un ascensore che colleghi la memoria dei
Trentini (le Gallerie) a quella dei nostri eroi (il
sommo del Doss Trento).