Storie di donne, letteratura di genere/ 58 – Di Luciana Grillo
Lilli Gruber, Tempesta – «Il Tirolo, diviso dopo la Prima guerra mondiale, non verrà riunito dalla Seconda….»
Titolo: Tempesta
Autrice: Gruber Lilli
Editore: Rizzoli 2014 (collana Saggi italiani)
Pagine: 284, rilegato
Nota: Disponibile eBook
Prezzo di copertina: € 19
Lilli Gruber è un viso e una voce che tutti conosciamo, perché attraverso il video entra nelle nostre case, ci comunica gli eventi accaduti e noi apprezziamo la sua semplicità, la sua chiarezza espositiva, il suo rigore.
Con la stessa lucida chiarezza, quando scrive, racconta vicende relativamente vicine nel tempo, legate alla sua famiglia e alla sua terra d’origine, alla sua Heimat, il Sud Tirolo/Alto Adige.
Tempesta è la sua ultima fatica letteraria, nella quale la Storia, quella con la S maiuscola, in cui tutti siamo intrappolati come pedine sulla scacchiera, è la protagonista principale.
La Gruber ci descrive la vita in Sud Tirolo/Alto Adige durante il Fascismo, la guerra che vide contrapposti membri della stessa famiglia, la politica delle opzioni, i dubbi dei filonazisti e le scelte dei Dableiber, di quei cittadini cioè che, sentendosi italiani, non vollero lasciare l’Alto Adige.
Dunque, l’autrice mette a fuoco il dramma vissuto da un popolo che ancora oggi fa fatica a riconoscersi cittadino di uno Stato e che non sa esattamente quale sia la sua identità.
E lo fa percorrendo la storia della sua famiglia, scegliendo come protagonista la prozia Hella, che «si è battuta sempre con coraggio per i diritti dei sudtirolesi, la causa in cui crede. Ha messo a repentaglio la libertà, l’onore, la sicurezza della sua famiglia»…
Hella, dopo giorni d’amore vissuti a Berlino con il suo fidanzato Wastl che parte per il fronte, ritorna a casa in treno, e sul treno la sua storia si incrocia casualmente con quella di Karl, un comunista, abile ritrattista (per pochi soldi) di nazisti che mandano a casa le immagini dei loro visi sorridenti prima di andare in guerra.
Ma Karl è anche un falsario che, fornendo false identità agli anti nazisti, spera in realtà di salvare la vita ai suoi genitori e alla ragazza ebrea che non vuole dimenticare.
Il treno su cui viaggiano va da Berlino a Bolzano.
La vita dei sudtirolesi/altoatesini è sicuramente difficile: alcuni di loro, affascinati da Hitler, sono attratti dal Reich, nella speranza di costruirvi una grande patria; altri, invece, sono intimoriti, non sanno ciò che potrà (o non potrà) accadere; temono ritorsioni, non vogliono lasciare la loro Heimat, i luoghi che amano…
Le esperienze di Hella e Karl sono assai diverse, ma ugualmente difficili e dolorose: Hella ha una famiglia che la ama, un padre che sa sostenerla sia durante la spasmodica attesa di notizie dal fronte sia quando la morte di Wastl è ormai data per certa; Karl, invece, ha un fratellastro nazista che ha sempre odiato il loro padre e che usa l’arma del ricatto perché il giovane Karl «disegni» splendidi dollari U.S.A. falsi, con lo scopo di distruggere i nemici dal punto di vista economico.
La Gruber si muove su piani diversi, ora si ferma agli anni di guerra, ora si attarda sui nostri anni: da un lato racconta storie abbastanza lontane da noi, dall’altro intervista i protagonisti di quei terribili anni, i sopravvissuti all’orrore… «Fino all’ultimo la logica della guerra ha bruciato vite umane. La macchina, una volta avviata, non si ferma. Le dinamiche che ha messo in moto continuano ciecamente a seminare distruzione. Anche quando il male sembra sconfitto».
Al centro rimane Bolzano, una città che sembrava sicura e tranquilla, nella quale, tuttavia – settembre 1943 – «alla fine la guerra è arrivata. Nonostante i sacrifici, i figli morti su frontiere lontane, gli incubi dei reduci, non è stato possibile salvare Bolzano, le sue montagne maestose e le valli quiete».
E qui si sente l’amore profondo che lega Lilli Gruber alla sua terra.
La Storia non fa sconti a nessuno, Hella cerca di ricominciare a vivere sposando un vedovo che sembra darle quella sicurezza a cui aspira, mentre la consapevolezza di una scelta che si è rivelata sbagliata le toglie ogni entusiasmo.
Persino la gravidanza non le dà gioia, tanto che la sua morte, avvenuta in ospedale a Bolzano, sembra causata più dalla sua indifferenza nei confronti del vivere che dal parto.
Il suo ultimo pensiero è per la sorella Gusti, alla quale idealmente Hella affida i suoi figli, «povere creature…Nascono in mezzo alla morte».
Analogo il destino di Karl che, dopo aver rivelato un’importante lista di nomi a un sacerdote, «sorride. Si sente leggero… Si risiede sul letto. Respira a pieni polmoni… Forse Dio c’è, dopotutto».
«Pochi minuti dopo, l’esplosione.»
E intanto, si compie il destino del Reich.
Tutto ciò racconta la Gruber, che completa il romanzo con un capitolo «La Storia dopo la storia» in cui elenca i grandi eventi che hanno portato alla fine della guerra, dalla morte di Hitler all’incontro di Yalta durante il quale Roosevelt, Churchill e Stalin si spartiscono il mondo.
E la sua Heimat?
«Nella grande partita a scacchi per il destino dell’Europa, questo pezzetto di terra non conta molto… la frontiera alpina del Brennero è una difesa naturale a cui gli americani non possono rinunciare… non è il caso di ridiscutere le frontiere. Il Tirolo, diviso dopo la Prima guerra mondiale, non verrà riunito dalla Seconda….»
Ma questo è un altro capitolo della nostra storia.
Luciana Grillo
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