Storie di donne, letteratura di genere/ 32 – Di Luciana Grillo
«Le donne amano la terra e il cielo» di Roberta Giommi: l'arte di vivere al femminile
Titolo: Le donne amano la terra e il cielo
Autrice: Roberta Giommi
Editore: Frassinelli Editore, 2005
Collana: Saggi
Pagine: 205 brossura
Prezzo di copertina: € 17
Leggere il saggio di una psicologa e psicoterapeuta che si occupa, anche dalle pagine di importanti quotidiani, dei problemi della coppia e della famiglia, è certamente un’esperienza arricchente e diversa per chi, come me, legge famelicamente romanzi e racconti.
Ma è un‘impresa complessa anche l’occuparsi ed il recensire un saggio che indaga il mondo femminile con delicatezza e competenza, cercando di coniugare il quotidiano delle donne con i loro sentimenti, le loro speranze, le loro emozioni.
La Giommi sa bene quanto sia complesso, per una donna, impegnarsi nel lavoro fuori casa e, nello stesso tempo, pensare ai figli da accompagnare, al pranzo da preparare, agli abiti da stirare ecc. ecc.
Spesso, mettendo a tacere esigenze intime a favore di obblighi rigidi.
Ecco che la Giommi ci parla di una disobbedienza ragionevole, ci invita a organizzare la nostra vita mantenendo in sano equilibrio gli aspetti sociali, senza rinunziare per questo a momenti di solitudine, di riflessione, di meditazione, per prendere decisioni che hanno bisogno, oltre che della razionalità, anche dell’intuizione e del sentimento.
Quando parla del dolore, che ci tocca tutti senza distinzione di censo o di età o di sesso, la Giommi sa che è naturalmente facile lasciarsi avvolgere dal dolore, affondare nell’infelicità, rifiutare altri pensieri – forse un modo per autopunirci? – non voler trovare soluzioni…e invece ci suggerisce di cercare la gioia anche nelle piccole cose come la lettura di un libro o la visione di un film, per trovare serenità e saperla trattenere dentro di noi.
In sostanza, per Roberta Giommi la felicità non è un dono casualmente ricevuto, ma una conquista, il frutto di importanti abilità che ci permettono di non finire imprigionati in una ragnatela di pessimismo e cattivi pensieri.
E vivere non è lasciar passare un certo numero di giorni o mesi o anni, ma un’attività che va imparata giorno per giorno, con la consapevolezza che il passato è uno zaino che contiene gli elementi indispensabili per procedere verso il futuro.
La memoria, poi, va organizzata, nel senso che dobbiamo imparare a non nutrire la nostra infelicità, ad azzerare quanto di doloroso e traumatico abbiamo vissuto, a liberare lo spazio per le responsabilità del presente.
I ricordi, quindi, devono essere elaborati e, se necessario, allontanati per sempre.
Spesso, quando non ci sentiamo capite, noi donne ci crediamo vittime, incomprese.
Secondo la Giommi esiste «la sindrome di incompreso», frutto di messaggi che forse noi stesse non abbiamo capito.
Così, ci isoliamo, ci rendiamo invisibili oppure manifestiamo un atteggiamento scostante: questo è proprio il modo peggiore per anticipare la sconfitta.
In verità, noi donne a volte ci sentiamo indispensabili e non ascoltiamo le nostre esigenze intime, quindi trascuriamo il malessere e andiamo avanti!
In questo modo, non diamo ascolto al nostro corpo: eppure una febbre, la raucedine, la tosse ci offrono una inattesa occasione di riposo, un tempo sospeso in cui pensare a noi stesse, uno stop.
«Però – dice la Giommi, – sarebbe meglio riuscire a fermarsi prima, e non ignorare i segnali che arrivano costantemente dalle zone dell’Io più vulnerabili.»
Il saggio si lascia leggere semplicemente, arricchito com’è da storie di pazienti dell’autrice.
Si parla di solitudine e di disobbedienza «come ricerca dell’identità, di curiosità e trasgressione, anche con gradevoli riferimenti ai personaggi delle favole, come ad esempio Alice» di maternità e di forma fisica, di modelli ai quali sentiamo di appartenere o di modelli che ci vengono imposti, di letteratura e di eroine come Natasha di Guerra e Pace o Rossella di Via col vento.
La letteratura, la psicoanalisi, la psicoterapia ci insegnano che esistono tanti modi diversi di vivere il femminile.
Si può prendere spunto dal passato o dal presente per affermare un personale diritto di crescita a intraprendere il cammino verso la parità.
Questa risiede nella mente e nel cuore di donne e uomini quando non mascherano la loro intimità dietro finzioni e stereotipi.
Molte pagine sono dedicate alle figure genitoriali: la madre – che può essere «bambina, adolescente, matrigna, saggia, lontana – e il padre – bambino, adolescente, saggio e autorevole, lontano e assente, figure reali alle quali sovrapporre figure ideali per cercare di delineare, attraverso meriti ed errori, quei genitori interiori», quella «voce che ci viene incontro nelle difficoltà, che offre appoggio e sostegno per affrontare la vita».
Naturalmente, in questo saggio l’amore occupa un posto importante, come i concetti di seduzione, di tradimento, di illusioni, di perdita, di piacere, di sessualità.
E non manca qualche regola, come questa che tutti dovremmo conoscere e osservare:
«La regola principale per un rapporto di coppia felice consiste nel vedere l’altro come è veramente, valorizzando il suo modo di essere.
«L’autostima e la stima del partner, la conoscenza reale della persona che abbiamo davanti, creano le condizioni per costruire il Noi, nel pieno rispetto dell’Io e del Tu.»
Luciana Grillo