RISK inSight, al MUSE dal 1° ottobre al 29 novembre

Una mostra per comprendere che i rischi (e le soluzioni per conoscerli e controllarli) fanno parte della nostra quotidianità

L'alluvione dfel 1966 ai Castello del Buonconsiglio di Trento. 
 
Tutti i giorni ci confrontiamo con situazioni rischiose, talvolta non ne siamo nemmeno consapevoli o - ancor peggio - pensiamo che possano coinvolgere solo gli altri.
I rischi fanno parte delle nostre società, e per questo motivo i più gravi sono monitorati e presidiati da istituzioni, ricercatori e operatori, persone che lavorano costantemente per garantire la nostra sicurezza.
Ci sono però alcuni eventi che non si possono prevedere e momenti in cui il contatto con il rischio ci coglie del tutto impreparati.
Si tratta di situazioni che evolveranno in una sicura catastrofe?
In questi giorni, dopo il terribile terremoto che ha devastato le regioni del centro Italia, gli italiani si devono confrontare con temi che normalmente sono percepiti come «sfuocati» e si collocano in secondo piano nell’opinione pubblica.
Le immagini dei crolli e delle difficoltà organizzative nei soccorsi spingono ora, differentemente, a interrogarci per trovare possibili soluzioni.
Come possiamo individuare i punti deboli, i pericoli, le vulnerabilità del territorio in cui viviamo e attuare una corretta politica di prevenzione? Come possiamo difenderci?
A partire dal 1 ottobre e fino al 29 novembre al MUSE Museo delle Scienze la mostra Risk inSight illustra la pluralità degli approcci al rischio: siano essi sociali, politici, scientifici o tecnici.
 

Risk insight. 
 
Bisogna aver paura dei rischi? Tra indifferenza e panico, tra rischio zero e calamità, in contrasto con la spirale mediatica che si innesca a ogni crisi (economica, ambientale, sanitaria…), l’esposizione prende in contropiede questa domanda e in modo provocatorio si chiede: vivere con il rischio è veramente una catastrofe?
Anche se rischio e catastrofe non sono la stessa cosa, capita spesso che i due concetti vengano assimilati, se non confusi. Come possiamo pensare ciò che non è ancora avvenuto, ma di cui temiamo le manifestazioni e le conseguenze?
La mostra del MUSE offre un’inedita chiave di lettura per comprendere i rischi, sia naturali che industriali, tecnologici, sanitari oppure sociali e invita a riflettere adottando prospettive trasversali, tra scienza, arte e società. Il percorso si sviluppa attraverso quattro tematiche: l’identificazione dei rischi, la loro distribuzione sul territorio, i dibattiti che essi suscitano e i modi di conviverci.   
Le sezioni affrontano quindi, attraverso installazioni artistiche, contenuti multimediali, plastici e tradizionali pannelli espositivi i temi identificare, abitare, dibattere e convivere (con) i rischi.
Al termine di questo viaggio, la conclusione è affidata a un messaggio propositivo: nel momento in cui abbiamo accettato che i rischi fanno parte della nostra vita, è necessario sviluppare una cultura del rischio che permetta di individuare al più presto i pericoli per evitare che si trasformino in catastrofi.
 

Carte di pericolosità alluvionale in prossimità di Trento. 
 
Per approfondire da più punti di vista Risk inSight, il MUSE propone oltre alle consuete visite guidate, attività educative (pillole laboratoriali ed escursioni a tema) dedicate alle scuole del 2° ciclo primarie, secondarie, superiori e alcune conferenze rivolte al pubblico e agli insegnanti, tra cui il 24 novembre «Il dissesto idrogeologico. Gestire l’inevitabile, evitare l’ingestibile, dall’Italia al Trentino».
Nel contesto della mostra Risk inSight si colloca anche il corso di formazione professionale organizzato dal Gruppo P.E.N. della Società di scienze naturali del Trentino, in collaborazione con gli Ordini e i Collegi professionali della P.A.T. e Il Muse, con tema: «Pericoli idrogeologici: elaborazione, lettura ed analisi della rappresentazione cartografica».
Il corso avrà luogo il 27 ottobre 2016 nella sala conferenze del Museo.
La presenza a Trento della mostra, progettata dal Politecnico federale di Losanna, e ampliata con una sezione dedicata alla difesa dal rischio alluvionale in provincia di Trento, è stata realizzata su proposta del Canton Ticino e in collaborazione con il MUSE, nell’ambito della Comunità di Lavoro delle regioni alpine Arge Alp (Alto Adige, Baviera, Grigioni, Lombardia, Salisburgo, San Gallo, Ticino, Tirolo, Trentino, Voralberg), con la collaborazione del Dipartimento di Protezione Civile e il contributo del Servizio dei Bacini Montani della Provincia autonoma di Trento.
L’esposizione è a cura di Valerie November del CNRS - French National Center for Scientific Research - e direttrice del Techniques, Territories and Societies Lab.
 
La mostra è stata realizzata grazie al contributo di Itas Assicurazioni.